Chignolo Po e Miradolo Terme, tra pianura e collina


Publiziert von Alberto C. , 4. Oktober 2021 um 23:26.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:20 September 2021
Mountainbike Schwierigkeit: L - Leicht fahrbar
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 4:00
Aufstieg: 250 m
Abstieg: 250 m
Strecke:Anello in senso orario da Lambrinia lungo l'argine del fiume Po fino al colle di San Colombano al Lambro.
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Percorrendo l’autostrada A1 si esce a Ospedaletto Lodigiano – Casalpusterlengo. Superato il casello autostradale, alla prima rotatoria, si seguono le indicazioni per Orio Litta e Pavia; quindi, si procede lungo la SP 234 fino a superare il fiume Lambro e, giunti alla rotatoria, si svolta a sinistra entrando in Lambrinia. Diverse possibilità di parcheggio lungo la strada principale.

     Un facile anello a ridosso del Po, dove la pianura sfuma nei primi rilievi collinari del pavese e del piacentino e tocca la collina di San Colombano al Lambro: enclave milanese fra i territori di Pavia e Lodi, oggi rinomata per la sua produzione vinicola: “el vin de Milan” (il vino di Milano).  Riferendosi a San Colombano, così Francesco Petrarca descriveva questi luoghi: È questo un vago fertilissimo colle, posto quasi nel mezzo della Gallia Cisalpina, cui dalla parte esposta a Borea e ad Euro è prossimo San Colombano, castello assai noto e cinto di forti mura … Io non conosco altro luogo che in positura si poco elevata, si vegga attorno si vasto prospetto di nobilissime terre; sol che tu giri d’attorno l’occhio ti si offrono innanzi, Pavia, Piacenza e Cremona”.
   
 


LOCALITA' DI PARTENZA.  Lambrinia (m 63).
 
ATTREZZATURA.   Meglio avere una mountain bike. Più del 50% del tracciato è su sterrato e raggiunta la collina di San Colombano, ci sono un paio di tratti su sentiero.
 
DIFFICOLTÀ.    Nel complesso si tratta di un percorso facile. Il dislivello è contenuto e le salite non presentano pendenze accentuate e sono brevi. Un po’ più attenzione la richiede l’ultima discesa che si svolge una stradina piuttosto dissestata.
 
SALITA:     m 250.

DISCESA:  m 250.

QUOTA MASSIMA:  m 146, circa km 0,85 dopo Madonna dei Monti.

QUOTA MINIMA:  m 51, in Località Castellazzo (Lambrinia), prima di salire sull’argine.

SVILUPPO:  km 51; dei quali su sterrato km 26,26.

TEMPO IN MOVIMENTO4 ore.

DESCRIZIONE PERCORSO.   Da Lambrinia si percorre via Mariotto in direzione e, oltrepassata la ferrovia, si svolta alla prima via a sinistra portandosi sull'argine del fiume Lambro dove transita il percorso ciclabile, che passa per Località Castellazzo (km 1,23 dalla stazione ferroviaria) e, oltrepassato un doppio elettrodotto, devia in direzione ovest sud-ovest raggiungendo l’argine del Po. Si continua a seguire la pista ciclabile e dopo altri km 4,5 si giunge alla Chiavica del Reale.

    Chiavica: viene subito alla mente l’ingiurioso epiteto in napoletano, ma cos’è? Etimologicamente deriva dal latino cloaca, termine ancora oggi utilizzato per indicare uno scolo per la raccolta di acque reflue. Nel campo idraulico (ci si riferisce alle opere di bonifica) si definisce chiavica una costruzione idraulica che interrompe l’argine di un fiume, creando nell’argine stesso un varco attraverso il quale le acque di scolo provenienti da campagne circostanti vengono immesse, in genere attraverso impianti meccanici di sollevamento, nel fiume. Sono munite di paratoie che vengono chiuse nei momenti di piena del fiume, per impedire alle acque fluviali di riversarsi nelle campagne poste a quota inferiore al livello di piena. L’edificio ella chiavica ospita un piccolo “museo della bonifica”, oggi chiuso.

    Ma riprendiamo la nostra pedalata lungo l’argine, che da qui in avanti, per diversi tratti è pavimentata in asfalto. Alla nostra sinistra abbiamo il tipico paesaggio golenale del fiume Po caratterizzato da pioppeti industriali, che nascondono alla nostra vista il fiume, e radi campi coltivati; alla nostra destra la campagna della bassa padana coltivata a mais e riso. Proseguendo tocchiamo le località Arsenale e paradiso, attraversiamo la strada provinciale che porta al ponte sul fiume e dopo km 14,8 dalla chiavica svoltiamo a sinistra per un largo sentiero in ripida discesa che ci porta al piede esterno dell’argine e, dopo in brevissimo tratto sterrato, ci si immette sulla strada principale e, in breve, si raggiunge Zerbo. Uno sguardo al castello del borgo (un palazzo con pianta ad U del XVIII secolo bisognoso di manutenzione) e si riprende per la via principale; immediatamente dopo avere superato il Palazzo comunale si svolta a destra per Casa Bruciata. Da qui, seguendo le indicazioni della Via Francigena, si raggiunge Costa de’ Nobili (km 3,8 da Zerbo) che merita una deviazione per dare uno sguardo al caratteristico borgo dominata da quel che rimane del suo castello.

     Nella scheda dei Beni culturali della Lombardia così viene descritto il Castello di Costa de’ Nobili:    “Complesso a pianta poligonale formato da diversi corpi di fabbrica costruiti in epoche diverse. La facciata nord, verso il paese, 'e formata da due fabbricati che convergono sui lati della torre centrale, di cui rimangono unicamente due lati. La parte più antica è l'ala est denominata Palazzo, alla cui estremità verso levante si trova una piccola torre a pianta poligonale di epoca quattrocentesca alla quale si affianca un ampliamento settecentesco. Nel suo insieme il castello di Costa de' Nobili è un oggetto di difficile analisi per la complessità della sua struttura dovuta alle innumerevoli stratificazioni.” … Epoca di costruzione: sec. XIII - sec. XIV”. “Si tratta di un complesso a pianta poligonale, ubicato al margine sud orientale dell'abitato, sopra un terrazzamento naturale dell'Olona, e formato da due corpi di fabbrica convergenti su una torre centrale, alta una ventina di metri. Ai lati s'innalzavano altre due torri, oggi cimate.” … “Il castello, i cui resti assai degradati e in parte allo stato di rudere, dominano tuttora l'abitato, risale con ogni verosimiglianza, per quanto si può indurre dalle (scarse) notizie storico-documentarie e dai particolari architettonici antichi ancora leggibili, al XIV secolo.”

     Dopo una visita al borgo si esce dall’abitato in direzione est (da dove siamo entrati) e si svolta a sinistra per la strada sterrata che percorre la Via Francigena e raggiugiamo Santa Cristina e Bissone km 4,7 da Costa de’ Nobili). Arrivati alla stazione ferroviaria si continua su strada sterrata che costeggia, prima la strada provinciale, e poi la ferrovia fino ad arrivare a Miradolo Terme (km 4,8 da Santa Cristina). Al cimitero si svolta a sinistra e percorrendo strade secondarie, in parte sterrate, e qualche tratto di sentiero nel bosco, con tratti in salita seguiti da tratti in discesa, si inizia ad attaccare il colle di San Colombano. Raggiunta la strada asfaltata si svolta a destra e si inizia a salire in modo più continuo; giunti all’incrocio si svolta a destra e si prosegue la salita fra vigneti. Arrivati alla Cappella della Madonnina, si svolta ancora a destra e si prosegue percorrendo la strada principale ci porta a Madonna de Monti (km 7,3 dal cimitero di Miradolo) e, dopo un breve tratto in discesa e una nuova salita al punto più elevato del nostro anello (m 146 slm).  Giunti allo stop si svolta a destra e si svolta alla seconda deviazione a sinistra. Si percorre la stratta stradina, che per un tratto è asfaltata, trascurando un paio di deviazioni sulla sinistra e, dopo una curva si impegna il tratto più difficile della giornata: una ripida discesa su fondo sconnesso con profondi solchi longitudinali.  Al suo termine, in località Costa Cornaggia, allo stop sulla strada Provinciale, si gira a destra e, subito dopo, a sinistra in direzione del Castello di Chignolo Po che si raggiunge dopo avere superato un passaggio a livello (km 4,4 da Madonna dei Monti).

     Nella scheda dei Beni culturali della Lombardia così viene descritto il Castello di Chignolo Po: “… è una delle più fastose residenze castellate di campagna della Lombardia. La sua struttura originaria risale al 1200, poi rimaneggiato e parzialmente riedificato tra il XVII e il XVIII sec.
Il complesso fortificato si sviluppa lungo l'asse nord-sud, ordinando in successione le due corti del ricetto, una rustica e l'altra nobile, il castello vero e proprio e il giardino. Il corpo principale del castello è a pianta quadrata con corte d'onore e porticato interno, ha muratura in mattoni a vista e si sviluppa su quattro piani, dei quali uno è seminterrato. Ha due fronti: quello nord ove si apre la porta d'accesso che conduceva le carrozze signorili alla corte d'onore ed il fronte sud che sorge su di un ampio terrazzo dal quale si scende nel giardino e nel parco.
Il fronte d'accesso rivolto a nord ha un portale riccamente lavorato e finestre incorniciate di bianco e termina con una galleria sporgente sostenuta da mensole in pietra che ricorda la merlatura degli antichi castelli. Nella parte centrale si erge una torre quadrata, resto dell'antico castello medievale, nella quale si ripete la galleria; sopra è presente un giro di merli leggeri a coda di rondine. Attraverso l'atrio, dove si trovano affrescati numerosi stemmi ed un affresco quattrocentesco, si passa alla corte d'onore con portici di ordine dorico. Al piano nobile corre una loggia con balaustrata in ferro battuto. Al piano terra e a quello nobile, sale vastissime sono coperte da volte riccamente affrescate da artisti veneziani allievi di scuola tiepolesca. Settantotto tra sale e salotti riproducono i più suggestivi temi mitologici. Tutto è arricchito da stucchi barocchi. Due scale d'onore portano al piano nobile dove si trova conservato l'appartamento del cardinale Agostino Cusani Visconti che poteva, attraverso una griglia pavimentaria, assistere alle celebrazioni liturgiche che si svolgevano nella Cappella al piano terra. Quest'ultima presenta in pianta lo schema tipico di molti oratori del seicento lombardo: un'aula rettangolare conclusa con presbiterio quadrato, mossa dal ritmico susseguirsi di leggere lesene angolari.
La facciata più imponente è quella che guarda il giardino a sud: due avancorpi laterali sono raccordati da due torri circolari, in parte incorporate nell'edificio, più alte di un piano e coronate da merli a coda di rondine. La parte superiore dell'edificio è leggermente sporgente e sostenuta da mensole, così da ricordare le bertesche e la merlatura con feritoie degli antichi castelli. Nelle torri di raccordo particolari finestre ovali si contrappongono a quelle triangolari e rettangolari della facciata.
Un grande portale conduce ad una terrazza che guarda sul giardino: la balaustrata è ondulata ed in parte in ferro battuto; ai suoi lati due scalee arcuate scendono al giardino e al parco che circonda l'intero complesso.
Il ricetto posto a nord è costituito da due distinti corpi di fabbrica paralleli e speculari, divisi da corte ali mediane in due cortili aperti: negli edifici della corte nobile antistante al palazzo erano collocate le abitazioni degli agenti e le rimesse; nell'ala est del cortile rustico si trovava una scuderia per trenta cavalli e, sul lato opposto, il luogo per riporre i tini per la conservazione del vino mentre il torchio era collocato nei due corpi mediani.
Il castello è posto in posizione elevata da dove il terreno a meridione degrada dolcemente. Questa situazione naturale ha permesso la suddivisione dei giardini su due diversi piani, con la creazione di una lunga terrazza e la distesa di grandi aiuole. A sud un viale conduce ad un grande caseggiato detto "Teatro delle Uccelliere". L'edificio, destinato alla ricreazione nel parco, era preceduto da un piccolo lago artificiale, dalle forme ancora visibili. A circondare il parco, oltre a ciò che resta dell'antico fossato difensivo, un muro di cinta in mattoni pieni modellato in linee morbide e in stile tipicamente settecentesco.”

     All’ingresso principale del Castello si abbandona la strada principale e si  imbocca via Lambrinia che ci riporterà al punto di partenza.
    
METEO.  Cielo quasi completamente sereno. Calma di vento.  Temperatura alla partenza 26°, al termine 25°.
 
FREQUENTAZIONEOggi è giorno feriale e c’è in giro poca gente. Abbiamo incontrato alcuni ciclisti lungo l’argine e una coppia di pellegrini fra Costa de’ Nobili e Santa Cristina.
 
COMPAGNI:  Andrea.

Note bibliografiche.

Per la stesura di questa relazione sono stati consultati i seguenti siti:

https://www.in-lombardia.it/it/itinerari/da-chignolo-e-miradolo-tra-pianura-e-collina
https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00611/
https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A130-00030/
https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/PV110-00003/

Tourengänger: Alberto C.


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