Fiume Ticino e dintorni

Publiziert von imerio

, 26. Juni 2020 um 21:37.

Region:	Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:	23 Juni 2020
Mountainbike Schwierigkeit:	WS - Gut fahrbar
Zeitbedarf:	4:30
Aufstieg:	520 m
Strecke:	vedi decrizione

Bella pedalata di allenamento condotta su percorsi ormai collaudati e che hanno avuto come filo conduttore i corsi d'acqua dei nostri dintorni.
Partiti alle 8.30 dal ponte di Villanova di Nerviano, abbiamo seguito il Canale Villoresi fino a Nosate, dove abbiamo poi deviato a sinistra per scendere (passando per la chiesetta di S. Maria in Binda) e attraversare il Canale Industriale per proseguire lungo il primo tratto del Naviglio Grande (sterrata), fino ad arrivare al ponte di Oleggio.
Superato il ponte siamo passati in sponda piemontese, seguendo il Ticino da vicino, tra prati e boschi, facendo una sosta con visita esterna al Mulino Vecchio.
Ripresa la pedalata, abbiamo nuovamente seguito il fiume azzurro facendo il tratto più bello nel bosco, fino ad arrivare in località "La Quercia", dove nasce il Naviglio Langosco.
Qui, abbiamo proseguito fino a fare una sosta break presso Villa Picchetta, sede del Parco Regionale Piemontese del Ticino.
Ripartiti con nuovo vigore, abbiamo attraversato nuovamente il Ticino sul ponte di Turbigo, per poi girare subito a destra tornando in sponda lombarda nel bosco delle Faggiole e sbucare sul Naviglio Grande in località Malvaglio.
Seguendo il Naviglio siamo arrivati a Castelletto di Cuggiono dove abbiamo girato a sinistra per strade e piste ciclabili per raggiungere Inveruno, Casorezzo (sosta birra ristoratrice), Villapia e Villastanza dove abbiamo ripreso il Villoresi fino a casa.
I dati del navigatore riportano una distanza percorsa di 78,1 km, pedalata effettiva di 4 h 22' e 29", v. media 17,85 km/h, v. max42,63 km/h, calorie spese 2243, dislivello 520 m.
Bello il meteo, anche se con un gran caldo.

Tourengänger:

imerio

Communities: Hikr in italiano

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Pista ciclabile lungo il Canale Villoresi.

Lasciato il Canale Villoresi all’altezza di Nosate, si gira a sinistra e si trova la chiesetta di S. Maria in Binda, oltre la quale scorre il Canale Industriale e, subito dopo, il Naviglio Grande.

Il primo tratto del Naviglio Grande (da Oleggio a Turbigo, dove poi riceve le acque del Canale Industriale) presenta acque basse e vegetazione acquatica, cosa che lo rende frequentato da numerosi uccelli acquatici che si possono vedere pedalando lungo la pista sterrata.

Naviglio Grande e Canale Industriale viaggiano paralleli; qui, nei pressi di Tornavento dove si trova l’omonima centrale, si superano alcuni canali di collegamento tra i due corsi d’acqua, per poi proseguire verso il ponte di Oleggio.

Sul muro di un fabbricato del Genio Civile presso il Ponte di Oleggio (dove c’è anche il segno del livello raggiunto da una piena del Ticino nel 1868) si trova questa interessante iscrizione.

Foto dal ponte di ferro di Oleggio sul Ticino verso valle mentre stiamo approdando in terra piemontese; in fondo a destra il Ticino segue il suo corso mentre a sinistra si origina il Naviglio Grande.

Superato il ponte di Oleggio, si pedala in terra piemontese e, dopo aver percorso per circa 800 m la strada asfaltata, si gira a sinistra (cartelli) per iniziare a pedalare sulle stradine dei campi del Parco del Ticino. Dopo una quindicina di minuti si arriva al Mulino Vecchio, un edificio ristrutturato dall’Ente Parco che conserva alcune testimonianze della vita contadina di un tempo.

Come questa, che è una pompa che si azionava per estrarre l’acqua dal sottosuolo. Quando ero ragazzino, nel cortile dove si trova la mia abitazione ce n’era una dello stesso tipo; che ricordi…

Se si vuole, subito dopo il Mulino Vecchio, si gira a sinistra per fare una bella deviazione e ci si infila nel bosco (ci sono dei segnavia bianco-rossi), dove inizia un percorso veramente spettacolare stando di fianco al Ticino.

Terminato il tratto più bello, il sentiero ritorna sulla stradina sterrata di fianco all’area dell’aeroporto militare di Cameri, che in questo tratto è piuttosto al sole.

Arrivati in località “La Quercia” (dove c’è anche un piccolo lido), si deve abbandonare il corso del Ticino, perché qui nasce il Canale Langosco che taglia la strada ai sentieri che costeggiano il Ticino, e che ci obbliga a seguire una stradina asfaltata (salita!) per riportarci poi nelle campagne. Qui si vedono alcuni mezzi che stanno sistemando la “filarola”, una diga di ghiaia che taglia in parte il Ticino per deviare le acque nel Langosco.

Al termine della salita asfaltata si prosegue dritti nel bosco, costeggiando dall’alto il Naviglio Langosco.

Dopo un breve tratto si può fare una piccola deviazione per visitare Villa Picchetta, sede dell’Ente piemontese del Parco del Ticino.

Lasciata Villa Picchetta dopo aver fatto una sosta break, siamo ritornati nel bosco per raggiungere la SS341 che si imbocca girando a sinistra per arrivare, dopo circa 1,5 km, al ponte di Turbigo che si supera per ritornare in Lombardia. Subito dopo il ponte abbiamo girato a destra per attraversare il “bosco delle faggiole” e sbucare sul Naviglio Grande a Malvaglio.

Parte del percorso che abbiamo effettuato nella zona del Ticino tra i ponti di ferro di Oleggio e Turbigo.

Attimo di sosta sul Naviglio Grande, che si vede scorrere alle nostre spalle.

Questo è uno dei due natanti che una settimana fa, nelle mia precedente uscita in mtb, ho visto in azione sul Naviglio Grande mentre pulivano il fondo dalle alche con le draghe ora visibili.

Quello che si vede è il ponte di Castelletto di Cuggiono, dove poi gireremo a sinistra per tornare verso casa percorrendo strade asfaltate e piste ciclabili fino a riprendere il Canale Villoresi a Villastanza.

Sosta veramente “agognata” quella fatta in un bar di Casorezzo per berci una birra fresca e contrastare il grande caldo percepito sulle strade, ben diverso dal fresco dei boschi del Ticino.

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