I Navigli di Milano: Naviglio Pavese


Publiziert von Alberto C. , 27. April 2020 um 22:08.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:23 September 2018
Mountainbike Schwierigkeit: L - Leicht fahrbar
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 3:15
Aufstieg: 140 m
Abstieg: 140 m
Strecke:Rozzano, Binasco, Casarile, Certosa di Pavia, Pavia. Ritorno per il medesimo itinerario.
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Percorrendo l’autostrada A50, la Tangenziale Ovest di Milano, si esce a Rozzano imboccando la ex Strada statale Dei Giovi in direzione Milano. Superata la prima rotatoria si esce alla prima a sinistra imboccando via Aspromonte.

Oltre ad individuare una rinomata zona della “movida” notturna milanese, i Navigli sono un sistema di canali navigabili e irrigui, che, insieme ad altri canali, collegano il Ticino all’Adda, quindi il Lago Maggiore con il Lario e il Po, avendo come baricentro Milano, la Darsena è lo specchio d’acqua in pieno centro città, nei pressi di Porta Ticinese, dove hanno o origine. Semplificando la rete idraulica funziona così: il Canale Villoresi ha origine dal fiume Ticino (Dighe di Panperduto) e sfocia nel naviglio Martesana  o nel fiume Adda, a seconda delle necessità, a Groppello, passando a nord di Milano; il Naviglio Grande che prende acqua dal fiume Ticino (località Tornavento) e termina alla Darsena di Milano; Il Naviglio Martesana che riceve acqua dal fiume Adda (in località Concesa, poco a sud di Trezzo sull’Adda) e recapita le sue acque, attraverso la Cerchia interna dei Navigli, alla Darsena di Milano; il Naviglio Pavese prende l’acqua dalla Darsena e la riconsegna al fiume Ticino a Pavia.  Oggi la rete cittadina dei Navigli è in gran parte scomparsa o tombinata.
 
Protagonista di questa relazione è il Naviglio Pavese, che ha origine alla Darsena di Milano e  prosegue, con direzione sud-ovest, in linea retta fino a Binasco, dove entra nel territorio pavese, fino a sfociare nel Ticino a Pavia.
Il canale è lungo 33 km e distribuisce 10 metri cubi d’acqua al secondo. Oggi non è più utilizzato per la navigazione.
 

 
LOCALITA' DI PARTENZA.   Rozzano, via Aspromonte (m 103).

ATTREZZATURA.  Il percorso è fattibile con qualsiasi bicicletta, ma è preferibile una con il cambio.

DIFFICOLTÀ.   Facile. L’itinerario è “piatto” e si svolge in massima parte su percorso protetto: l’alzaia del canale.  

SALITA:     m 140.

DISCESA:  m 140.

QUOTA MASSIMA:  m 103, a Rozzano.

QUOTA MINIMA:  m 71, a Pavia.

SVILUPPO:  km 62,10.

TEMPO DI MARCIA EFFETTIVO:  3 ore 20’.

TEMPO DI ANDATA:   1 ora 50’

TEMPO DI RITORNO: 1 ora 25’.  

DESCRIZIONE PERCORSO.    Inizio il mio itinerario alle porte di Milano, a Rozzano. La parte cittadina del Naviglio Pavese attraversa zone profondamente trasformate dall’espansione edilizia degli anni sessanta e settanta, alterando profondamente, potrei dire cancellando, il trascorso significato del canale. Anche la parte più centrale (quella più prossima alla Darsena) non presenta particolare interesse: grosse chiatte “verandate” ormeggiate in modo permanente e trasformate in dependance dei locali della movida notturna.  Attenzione, a Rozzano ci si trova ancora immersi in una zona intensamente urbanizzata, ma partendo da qua si è più comodi sotto l’aspetto logistico.
Raggiunto il Naviglio percorro l’alzaia destra, dopo qualche centinaio di metri, e superata la Tangenziale Ovest di Milano (A50), si scorgono i primi campi e i le strutture che servivano e si servivano del Naviglio: conche con porte in legno, la garitte di guardia, i congegni meccanici che servivano per il loro movimento; gli opifici industriali di inizio novecento (ormai si tratta di archeologia industriale) che si servivano dell’acqua del canale per fare muovere i loro macchinari. Ma questa era anche una zona con una elevata vocazione agricola, in particolare fra ottocento e novecento, ne sono testimonianza le cascine, alcune nobilitate con merli ed archi gotici, come a Moirago (km 4,2 dalla partenza). Dopo circa km 6 raggiungi Badile dove si passa sulla sponda sinistra del canale dove, percorrendo un lungo rettilinea, raggiungo Binasco: siamo a circa metà strada fra Milano e Pavia.  Poco oltre una stradina sterrata che si stacca sulla sinistra, porta al Tempietto Beata Veronica Negroni presso Cascina Cicognola, dove la beata (anima mistica che ebbe frequenti visioni) nacque nel 1445. Il Tempietto è  una costruzione a pianta ottagonale in mattoni, probabilmente risalente agli anni 60/70 del secolo XX): non vale la deviazione.
Superato Casarile si entra nel territorio pavese e dopo un altro lungo rettilineo si giunge a Torre di Mangano dove si trova la settima chiusa che serviva anche ad alimentare il vicino Molino Certosa, costruito nel 1884. In questo punto si stacca sulla sinistra, segnalato da una evidente segnaletica, il percorso ciclabile che conduce alla Certosa di Pavia: e questa volta la deviazione ne vale la pena, anzi, è vivamente consigliata ( http://www.certosadipavia.it/ ).
Fatto ritorno sull’alzaia del Naviglio si raggiunge Pavia. Il Naviglio non attraversa il centro cittadino ma costeggia ad est il perimetro delle antiche mura fino a raggiungere il punto dove, dopo avere superato una serie di chiuse, il canale restituisce le sue acque al fiume Ticino.
Prima di intraprendere la via del ritorno, percorrendo il medesimo itinerario, è consigliata qualche divagazione per visitare il centro di Pavia.
   
METEO.  Cielo sereno con leggera brezza. Temperatura alla partenza 23°, massima 30°.

FREQUENTAZIONE:   Scarsa, se si eccettuano le immediate vicinanze di Rozzano.



CENNI STORICI(testo copiato dal sito web del Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi: http://www.etvilloresi.it/index.php ). 
“Il Naviglio Pavese ha origine dalla Darsena di Milano, che lascia in direzione sud-ovest proseguendo in linea retta fino a Binasco, al confine della provincia di Milano. Qui entra nel territorio pavese, fino a sfociare nel Ticino, a Pavia.
Furono i Visconti, nel 1359, a dare il via ai lavori per la costruzione di un canale inizialmente privo di conche, non navigabile ma utile per mantenere, con il suo apporto d’acqua, lo splendido giardino del Castello di Pavia, dove Gian Galeazzo amava andare a cavallo.
Due secoli più tardi, all’epoca della dominazione spagnola, venne approvato il progetto di Giuseppe Meda per la costruzione di una via diretta al Ticino in alternativa al Bereguardo, ma i lavori subirono presto una battuta d’arresto prima a causa di lungaggini burocratiche, poi per la morte dello stesso progettista. Bisognerà attendere l’epoca napoleonica perché l’opera venga ripresa e arrivi finalmente a compimento: il 16 agosto 1819 Rainieri, Arciduca d’Austria e Viceré del Lombardo Veneto, inaugura il Naviglio Pavese.
Il canale, oggi non più utilizzato come via di navigazione, è lungo 33 km e distribuisce 10 metri cubi d’acqua al secondo. La rete derivata supera i 250 km. Con il riaffermarsi a Milano dell’ipotesi della riapertura della cerchia interna dei Navigli, ha ripreso slancio anche quella di riadattare in un prossimo futuro il Naviglio Pavese alla navigabilità.”

Tourengänger: Alberto C.


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Kommentare (1)


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stefano58 hat gesagt:
Gesendet am 28. April 2020 um 11:49
Zona molto bella che frequentavo quando quando abitavo in zona Ticinese e giravo in bici, ma solo in campagna.
Attenzione alle vipere, non si trovano solo in montagna!
Ciao
Stefano


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