Rifugio Griera
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Vista la neve venuta la scorsa settimana, abbiamo finalmente avuto l’opportunità di fare la prima escursione stagionale con le ciaspole, decidendo di ripetere la salita al Rifugio Griera (sotto il Legnone) fatta a maggio dello scorso anno, quando avevamo percorso la lunghissima stradina sterrata che sale con pendenza costante al 10% (bella da fare in mtb quando si è allenati).
Purtroppo sapevamo di trovare il rifugio chiuso, perché quando ho telefonato sperando di trovarlo aperto il mercoledì (come avveniva negli anni scorsi), la sig.ra Serena mi ha detto che sarebbe salita per aprirlo solo se saremmo stati almeno una decina, ma oggi eravamo di meno.
Ma lo scenario da favola e la quiete più assoluta che si godono in questi luoghi, passando dalla estesa faggeta ai prati e gli alpeggi in quota, ci hanno convinti ad andarci lo stesso.
Iniziata la camminata un po’ prima delle nove (purtroppo il viaggio in auto per arrivare sul posto è piuttosto lungo e il traffico del mattino è intenso), abbiamo iniziato subito la salita sulla neve della stradina, che mi aspettavo di trovare già molto battuta, ma invece non era praticamente passato nessuno, cosa che ha reso veramente dura la salita, effettuata per lunghissimi tratti con la necessità di battere la pista e chi va con le cisapole sa la fatica che si fa.
A causa della lunghezza del percorso e della difficoltà della progressione, il nostro gruppo si è inevitabilmente frazionato, ma poi ci siamo ricongiunti nei pendii sotto l’Alpe Campo, dove, vista l’ora già tarda, abbiamo deciso di invertire la rotta per tornare all’Alpe Vesina, dove siamo giunti alle 13.
Lì ci siamo finalmente riposati ed abbiamo mangiato al caldo sole, anche se la neve presente non ci ha permesso di usare al meglio gli spazi esterni, il tavolo e le panchine.
Durante questa sosta il nostro amico Giuseppe ci ha fatto un po’ preoccupare, perché non stava bene, probabilmente a causa dell’acqua fredda che aveva bevuto poco prima ma poi, dopo la lunga sosta, si è lentamente ripreso ed abbiamo iniziato la discesa.
Alla fine abbiamo percorso una distanza superiore ai 20 km e superato un dislivello di 800 m, praticamente sempre con le ciaspole, camminando per più di sei ore: un bel battesimo delle ciaspole per Paolo e Giuseppe che le hanno messe per la prima volta…
Nessun avvistamento di ungulati, anche se abbiamo trovato qualche traccia nella neve; meteo eccezionale.
Sempre bella questa zona, meritevole di ritorno per salire sul Legnone, scendendo poi da un altro itinerario con il giusto allenamento.
Purtroppo sapevamo di trovare il rifugio chiuso, perché quando ho telefonato sperando di trovarlo aperto il mercoledì (come avveniva negli anni scorsi), la sig.ra Serena mi ha detto che sarebbe salita per aprirlo solo se saremmo stati almeno una decina, ma oggi eravamo di meno.
Ma lo scenario da favola e la quiete più assoluta che si godono in questi luoghi, passando dalla estesa faggeta ai prati e gli alpeggi in quota, ci hanno convinti ad andarci lo stesso.
Iniziata la camminata un po’ prima delle nove (purtroppo il viaggio in auto per arrivare sul posto è piuttosto lungo e il traffico del mattino è intenso), abbiamo iniziato subito la salita sulla neve della stradina, che mi aspettavo di trovare già molto battuta, ma invece non era praticamente passato nessuno, cosa che ha reso veramente dura la salita, effettuata per lunghissimi tratti con la necessità di battere la pista e chi va con le cisapole sa la fatica che si fa.
A causa della lunghezza del percorso e della difficoltà della progressione, il nostro gruppo si è inevitabilmente frazionato, ma poi ci siamo ricongiunti nei pendii sotto l’Alpe Campo, dove, vista l’ora già tarda, abbiamo deciso di invertire la rotta per tornare all’Alpe Vesina, dove siamo giunti alle 13.
Lì ci siamo finalmente riposati ed abbiamo mangiato al caldo sole, anche se la neve presente non ci ha permesso di usare al meglio gli spazi esterni, il tavolo e le panchine.
Durante questa sosta il nostro amico Giuseppe ci ha fatto un po’ preoccupare, perché non stava bene, probabilmente a causa dell’acqua fredda che aveva bevuto poco prima ma poi, dopo la lunga sosta, si è lentamente ripreso ed abbiamo iniziato la discesa.
Alla fine abbiamo percorso una distanza superiore ai 20 km e superato un dislivello di 800 m, praticamente sempre con le ciaspole, camminando per più di sei ore: un bel battesimo delle ciaspole per Paolo e Giuseppe che le hanno messe per la prima volta…
Nessun avvistamento di ungulati, anche se abbiamo trovato qualche traccia nella neve; meteo eccezionale.
Sempre bella questa zona, meritevole di ritorno per salire sul Legnone, scendendo poi da un altro itinerario con il giusto allenamento.
Tourengänger:
imerio
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