capanna Garzonera: epica impresa in solitaria nel "DESERTO" bianco!


Publiziert von Alberto , 12. April 2018 um 16:58.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum: 2 April 2018
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT3 - Anspruchsvolle Schneeschuhwanderung
Zeitbedarf: 4:00
Aufstieg: 605 m
Abstieg: 45 m
Strecke:p. ore 8,06 Nante 1423 m. - Segna 1500 m. - al bivio si scende a sinistra (vi è una casa gialla a sinistra) passando vicino alla piccola diga (a sinistra) e sotto le case di Ressiga che stanno a monte (a destra) - al successivo bivio proseguire diritto (a destra si sale a Ravina a sinistra si scende al ponte Camperitt/Calcascia 1464 m. per poi andare a Giof o per prendere il sentiero ufficiale per la Garzonera) fino all'acquedotto m.1500 - attraversare il ponticello nei pressi di Cassina di Prato m.1613 - Pian Taiöi m.1670 - attraversare il ponticello - proseguire diritto in salita per il bosco: seguendo tale direzione si perviene alla quota 1819 dove s'incrocia il sentiero proveniente dalla strada che sale da Giof in direzione Pian Taiöi m.1670 / Cassin - oppure tenersi il più possibile a destra dove si forma la ben visibile valletta che termina a monte nei pressi del Rifugio Garzonera 1973 m. arrivo ore 11.55
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano prendere l'autostrada per Como,seguire le indicazioni per il Gottardo,uscita per Airolo,seguire le indicazioni della cantonale per la val Bedretto,al tornante proseguire diritto per Nante
Unterkunftmöglichkeiten:rifugio Garzonera: struttura con grandi pentole per gruppi numerosi - ben attrezzata con legnaia interna e wc - unico locale dotato di una cucina a legna - stufa da riscaldamento a legna e piccola cucina a gas (2 fuochi) - acqua all'interno (nel periodo invernale la si recupera alla fonte esterna) - luce tramite pannello solare - wc funzionante anche in inverno usando l'acqua della fonte esterna IN INVERNO, IN BASE ALL'INNEVAMENTO SI CONSIGLIA IL PERCORSO SICURO CHE SI PRENDE DAL PONTE di Pian Taiöi m.1670
Kartennummer:C.N.S. n° 1252 – Ambrì - Piotta - 1:25000; C.N.S. n° 266 S – Valle Leventina - 1:50000

Per la 2 giorni dovevo essere sicuro delle previsioni che non siano pessime ma oltre a ciò,considerando le abbondanti nevicate e che la neve sarebbe giunta anche sotto i 1200 m.,dovevo valutare bene la situazione e scegliere tra la capanna Al Legn o la Garzonera: l'idea che più mi attrae per vedere quanta neve ha messo alla Garzonera,devo ammettere che mi allettava,per evitarmi sofferenze ulteriori,rischiando di giungere a Nante e dovermi trovare a battere neve a go go,telefono alla responsabile e mi risponde il nipote.

Mi dice che per Pasqua vi saliranno 10 escursionisti,quindi la traccia c'è e la capanna la troverò già calda e magari anche la facilità di recuperare l'acqua alla fonte invernale...fantastico,più fortunato di così non si può: prende il mio nominativo e mi dice che non vi è problema per pernottare su martedì,nessuno al momento aveva riservato...cade la linea,richiamo e mi risponde la signora Coppa a cui spiego e ci lasciamo augurandoci una buona Pasqua.

Di buon ora parto e in zona Airolo vedo che gli alberi sono bianchi e un po di neve fresca è scesa anche sui prati che fiancheggiano l'autostrada,prendo la strada per Nante con i suoi muraglioni a lato strada e giunto al paese riesco a parcheggiare in centro: certamente la situazione non era quella del 21 gennaio 2018 quando ero in compagnia di Giovanni e MariaRita ma,la neve che ho visto accatastata e all'inizio del percorso dove vi è la fattoria,vi assicuro che per la stagione e in particolare per il mese in atto,non l'avevo mai vista.

Alla partenza sono le ore 8,06 e la strada innevata è stata battuta dal piccolo gatto delle nevi: la strada è decisamente più larga della sede,quindi è meglio stare attenti nel procedere,restando un po più verso monte: giunto a Segna vedo il gatto delle nevi e quantitativi di neve mai visti (considerando che la zona l'ho frequentata spesso nel corso degli anni e in particolare con la neve e con qualsiasi situazione meteorologica,posso fare delle considerazioni più che ragionevoli).

Procedendo giungo al bivio dove il gatto delle nevi,invece di procedere sulla strada ha preso a battere il percorso sicuro che passa davanti la cappellina,questo perché il tratto di strada è soggetto a valanghe...infatti la si vede benissimo e anche se l'avesse battuta,personalmente non l'avrei fatta: è incredibile come un semplice sentiero sia diventato una larga strada (magari è salito alla Garzonera...non male l'idea).

Procedo lungo la strada ben battuta e giunto al bivio dove si stacca quella che sale a Ravina,con stupore noto che quella non era battuta (al contrario della volta precedente) mentre lo era quella che procedeva verso l'acquedotto dove vi giungo con la solita tempistica dei 45 minuti: qui il gatto delle nevi ha fatto la sua rotonda per ritornare alla base.

Devo ammettere che non ho mai visto un servizio del genere,solitamente vi passavano le motoslitte,mentre ora non passano,molto probabilmente c'è stato un divieto e nel contempo un accordo con qualcuno e mi piacerebbe saperlo,giusto per capire.

Ora devo capire se vi è la traccia (perché ho visto una bella traccia che scendeva al ponte sul Calcascia dal quale si prende il sentiero ufficiale per la Garzonera...ma non ho visto una traccia che si diramasse in tale direzione costeggiando parte del torrente) salendo noto delle vecchie tracce,al momento sembra che vi siano passati in tanti,seguendola mi pare già di conoscerla...infatti passa proprio vicino all'albero con dei grandi buchi: ma è la traccia che avevamo battuto il 21 gennaio e altri vi han seguito il tracciato.

Spero che non termini...ecco che si comincia a intravedere il termine del bosco,sì,la traccia prosegue e chi ha deciso di proseguire ha fatto un arzigogolo tra le piante per poi giungere al ponticello che non ho mai visto così sommerso dalla tanta neve: qui il sole martella di brutto e solitamente il tratto che dal ponticello sul Calcascia quota 1613 - al ponte di Pian Taiöi m.1668 in tale periodo scarseggia o il manto bianco è decisamente di spessore più contenuto...ma oggi assolutamente è sorprendentemente ABOMINEVOLE!!!!

Guardo davanti a me e non vedo la traccia che solitamente segue il limitare sinistro del bosco ma,prende decisamente a destra per poi fare una lunga curva e tornare al limitare del bosco (probabilmente non aveva le idee ben chiare chi ha battuto la traccia) procedo verso il pascolo e mi fermo ad osservare ciò che sta di fronte a me: rimango sorpreso mica poco...il cartello che sta vicino al ponte è sepolto,ma è la prima volta che mi accade una cosa del genere,ma la cosa peggiore è il non vedere la traccia del percorso sicuro che sale su nel bosco...ma nemmeno sulla strada (che sarebbe da incoscienti).

Non capisco,la traccia prosegue ancora diritto,poi,sempre in lontananza vedo che prende a destra e...mondo ladro si interrompe!!!!!!

Ma questa è una grande fregatura,ma i 10 che dovevano salire da dove diavolo son passati?

Ostrega!: vuoi vedere che sono saliti dalla strada che sale a Giof (gli sci alpinisti fanno quella) quindi ora mi trovo in un abominevole casino di neve e devo decidere se affrontare i restanti poco più di 300 metri da battere (che non sono pochi...in particolare se affrontati in solitaria senza avere l'appoggio di qualcuno che dia il cambio).

Sono le ore 9,44,avevo fatto un calcolo approssimativo di 3 ore per giungere in capanna e in teoria,1 ora e 15 minuti da qui è più che sufficiente se il percorso fosse battuto...mha! Ci provo,è vero che l'idea è di pernottare e quindi c'è tempo,però...magari se mi dirigo più verso la traccia che sale da Giof,è facile che trovo la battuta,almeno quella degli sci alpinisti,non è molto,ma se sono in tanti un aiutino me lo da,è una cosa da considerare.

Forza "Bradipo delle Alpi" mettici il tuo impegno e vai senza troppo indugiare,affronta "l'Oceano bianco" e immergiti (parola più che consola al caso) nel suo candido manto...azz...ma quanta neve farinosa sto comprimendo?

Non mi sembra di essere consapevole di ciò che sto facendo,davanti a me,nei tratti un poco inclini riesco ad avere un faccia a faccia con la neve,verticalmente,i gioielli al fresco e ci mancava poco che pure le ascelle si rinfrescassero: devo essere diventato masochista!

E' proprio vero,più si va in la con l'età è più ci si rincoglionisce (di casi ne abbondano he he he,mi consolo) e non si pensa minimamente di fare dietro front,sempre avanti alla ricerca di quella speranza nel trovare la traccia dei mitici 10 (ma da dove diavolo sono passati...forse avranno preso l'elicottero e si sono lasciati calare,più facile): oramai le speranze si sono affievolite,sono in zona dove si dovrebbe vedere il passaggio di qualcuno ma,nulla.

La coltre nevosa è tanta,dal passo "bradipesco" passo a quello del camaleonte...quasi immobile per la massa di neve che devo spostare e comprimere poi,visto che dopo aver battuto affondo ancora,decido di adottare una tecnica che provo sul campo per la prima volta:

tornare a casa? può essere un idea ragionevole!

chiedere il cambio?...a chi?

mandarmi a fan...questa potrebbe essere un'idea da prendere in considerazione (non nego di averla adottata)!

Ho solo migliorato la tecnica di avanzamento e devo dire che ha funzionato e ne ho tratto vantaggio subendo meno contraccolpi da sfondamento.

Sono a 1900 m. e vedo la zona dove è ubicata la fonte invernale: decido di passare vicino per constatare la condizione dello scavo...ho la certezza che devo farmi il mazzo per andare a prendere l'acqua,passiamo oltre e pensiamo a ciò che è più utile,non prima di salire alla bandiera e ammirare il superbo e stupendo panorama che mi circonda.

Sono le ore 11,55,sono riuscito ad arrivare alla Garzonera,battendo in solitaria gli ultimi 300 m. di salita con l'abbondante neve che è scesa nella settimana che va dal 25 al 30 marzo: ma non è finita!!!!

La Garzonera la vedo decisamente "sepolta" e inviolata,nessuna traccia di essere umano è presente in loco,mi dirigo verso la struttura e...azz...ma qui c'è da scavare per liberare l'entrata: guardo la massa nevosa che si trova davanti le finestre quasi "otturate" dalla coltre bianca,la parte culminante raggiungeva l'altezza della tavola in legno recante la scritta del rifugio,mentre la parte del tetto,in particolare quella dell'entrata invernale,superava i 2 metri, IMPRESSIONANTE e nel contempo PREOCCUPANTE.

Dunque,sono arrivato e ora c'è da prendere una decisione in merito al da farsi: se decido di iniziare a scavare per entrare e rimanere a dormire,c'è un secondo problema da risolvere per forza e non per scelta,ed è quello di liberare i comignoli completamente sepolti senza bisogno di verifica.

Oppure,mangiare qualcosa,prendere un po di sole,riposarsi un poco e scendere: sono arrivato e questo può bastare...sì,però che senso ha dopo tutta la fatica fatta nell'aprire la strada (anche a coloro che seguiranno) per poi rinunciare alla 2 giorni?

Le giornate sono lunghe,ho tutto il tempo per decidere di rientrare qualora decido di lasciar perdere,quindi comincio a scavare per liberare l'entrata invernale: sono le 12,03 e alle ore 12,25 i lavori di scavo per liberare l'entrata hanno termine,ma è solo la prima parte,ora si deve scavare per "riesumare" i comignoli,mentre ecco passare uno sci alpinista che procede oltre salutandomi.

Ore 12,19: sondando la neve scopro la posizione del primo comignolo e comincio a scavare togliendo il metro di neve che lo ricopre...ore 12,40,i 2 comignoli sono riportati alla luce...ore 13,00 sono all'interno della struttura dove vi sono + 1° grado e mangio una barretta di cioccolato,poi accendo le 2 stufe e alle ore 13,46 verifico la funzionalità dei comignoli risalendo sul tetto a controllare anche se ben lo si capiva dal tiraggio delle stufe che andavano alla grande...perfetto!!!!!

Ma i lavori non sono finiti,serve acqua per fare da mangiare,lavare e per il wc: non ho la ben che minima voglia di andare a scavare per prelevare l'acqua,prendo la neve che è più vicina anche se la resa è decisamente scarsa dato che è molto farinosa...i lavori procedono incessantemente,instancabile proseguo nel prelevare neve fino a riempire i 2 grandi pentoloni oltre la metà,uno per l'acqua calda e l'altro per quella fredda (che ovviamente ne rimane abbondantemente anche per coloro che vi saliranno i giorni successivi: io ho trovato le pentole...una a secco e l'altra con 1 cm. di acqua,i primi fortunati che saliranno quassù,troveranno acqua in abbondanza per preparare il pranzo).

Ebbene,alla fine dei lavori sono rimasto soddisfatto per il fatto che ancora una volta sono riuscito ad affrontare tutte le sorprese del caso che ho trovato e che non avevo mai pensato di affrontare e riuscire a risolvere COMPLETAMENTE da SOLO: sicuramente non sarò l'unico ma,leggendo il registro non vi è passato nessun 'altro solitario che abbia trovato le stesse condizioni ma,solo gruppi,alcuni trovando già la traccia fatta dai predecessori,quindi posso ritenere la cosa UNICA nel suo genere,almeno per quanto riguarda l'aprile 2018,che sa di incredibilmente e abominevolmente imbiancato da un ulteriore coltre bianca e farinosa che non ricordo di aver mai veduto.

Verso le 14,00 ecco giungere altri ciaspolatori: una coppia di Tesserete e un gruppo di 7 ragazzi/e del comasco che se non avessero trovato la battuta,sarebbero rientrati a casa data la partenza tardiva...MAI PARTIRE TARDI!

Si sono informati su questa capanna per l'intenzione di fare una due giorni,su consiglio della signora Coppa il caso era di rimandare quando vi sarebbe stata la traccia e quindi facilità di accesso: la giornata di oggi era per esplorare la zona e fortunatamente di poter vedere l'interno della struttura in cui vi pernotteranno.

Per qualcuno di loro è la prima volta affrontare i percorsi innevati,per altri è la prima capanna in autogestione: gli ho dato qualche altro suggerimento inerente a strutture raggiungibili senza rischi ma sempre tenendo in considerazione che le tempistiche variano a seconda del quantitativo di neve e se vi è la traccia.

Verso le 15,00 ripartono e io riprendo a recuperare ancora neve da far sciogliere...l'instancabile "Bradipo delle Alpi" ancora una volta è riuscito a fare ciò che nessuno avrebbe mai creduto potessi riuscirvi...ma nemmeno io ha ha ha!!!

 

Alla prossimaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!


Tourengänger: Alberto


Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen


Kommentare (5)


Kommentar hinzufügen

Francesco hat gesagt:
Gesendet am 12. April 2018 um 19:46
.......Grande capanat !!!

Alberto hat gesagt: RE:
Gesendet am 21. April 2018 um 14:32
Ciao Francesco: ogni tanto a fo un ov fora del cavagnoo!...e non è finita...

turistalpi hat gesagt:
Gesendet am 13. April 2018 um 12:07
Ciao Alberto e complimenti per la tua estenuante escursione solitaria.....deve essere stata effettivamente molto stancante. Se posso permettermi, mi pare che anche tu abbia superato ormai i 50 anni......dico solo di curare la tua salute evitando anche sforzi al limite. Certo che a fine escursione essere riuscito a tornare indenne da malanni può essere una forte gratificazione....ma come detto occhio agli anni che passano e purtroppo te lo dice che ormai è ben oltre i 70 ed a cui deve spiacere non riuscire a fare cose che hai fatto tu. Unica consolazione che continuo ad andare per monti in sicurezza ed anche in solitaria. Auguri sempre di buona salute in mantagna!! Ciao
Enrico

Alberto hat gesagt: RE:
Gesendet am 21. April 2018 um 14:28
ciao Enrico: è vero che gli anni passano, scorrono come l'acqua di un fiume, è anche vero che prima o poi si devono fare rinunce a dir poco difficili: basta esserne consapevoli e Tu ne sei un grande esempio. Fai ciò che ti puoi permettere senza oltrepassare quella soglia di cui ci si può dover pentire e rischiare di non poter raccontare la propria avventura. Andare in montagna in sicurezza è la priorità che bisognerebbe mettere sempre al primo posto, conoscere le proprie capacità fisiche (inerenti alla resistenza fisica più che alla forza) e saper rinunciare a certe mete quando il fisico non è più portato a superarle senza portare qualche problema nel tempo. Al momento riesco a fare ancora cose che molti della mia età e anche molto più giovani, non ci penserebbero minimamente di fare, ma, è tutta una questione di aver voglia. Certamente essere un gruppo affiatato, che collaborano tutti i componenti, renderebbe decisamente più facile il tutto, ma, bisogna essere anche pronti per affrontare le difficoltà che la natura ci mette dinnanzi anche quando si è soli, un piacere che sembra quasi irreale ma posso assicurare che alla fine appaga le più estenuanti fatiche!

ciao Enrico e tanti auguri per le tue escursioni da fare invidia anche ad un 50 enne come me: tu sei arrivato oltre i 70 anni...io non so se ci arriverò!

turistalpi hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. April 2018 um 20:40
Grazie Alberto.....e tanti auguri perché senz'altro ci arriverai e bene a scarpinare oltre i 70.....mentre è difficile che io riesca allora a leggere ancora le tue interessanti relazioni....ma se ci sarò occhio ai miei commenti ai tuoi reports (scherzo....). Ancora tanti auguri di BUONA SALUTE IN MONTAGNA!!!!
ciao Enrico


Kommentar hinzufügen»