Il sentiero si sviluppa dapprima di fianco al torrente, su un terreno privo di piante. Alla quota di 1200 m, subito dopo una baita, entra nel bosco e ci rimane quasi fino al terrazzo dell’Alpe di Cògnora. Presumo che la manutenzione di questo percorso sia alquanto onerosa. Si incontrano infatti centinaia di gradini di legno o di pietra, fissati con tondini di acciaio nervato. L’aspetto meno piacevole è legato al fatto che in diversi punti il sentiero si sviluppa sull’orlo di precipizi. A volte c’è un corrimano a monte, con catena o fune metallica, ma in altri tratti rimangono solo pali senza fune o nessuna protezione. Morale della favola: secondo me il sentiero non si addice alle famiglie con bambini e ragazzini.
 
 

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