Roseto (747 m) - Rosèd.
“Al diavolo i proverbi, pensavo, e me ne andavo; a quel tempo con la forza che avevo non era una gerla di letame che mi potesse dare fastidio, ma mi faceva grama la bocca anche il nome di Roseto quando, gettato il nuovo mucchio in fila agli altri, guardavo in giro la fatica che avevano fatto i nostri vecchi a mettere insieme abbastanza terra per non morire di fame: avevano tirato in piedi cascine e sentieri in posti impossibili, costruito chilometri di muri nei prati e per le sòstene, drizzati ripari contro il fiume e i torrenti, portata persino la terra sopra i massi più grossi per farci un orto o il prato di una manata di fieno: era una pazienza di secoli, e poi nel tempo di un’ave cadeva la frana e la piena rompeva gli argini spazzava i coltivi portava via le stalle intere con dentro il fieno e le vacche.”
Da "Il fondo del sacco", pag. 21.
 
 

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