Ciao Floriano,

a mia conoscenza l'unica zona del Ticino (a dire il vero è già Italia) in cui si estraeva il ferro, è la valle che scende dal Passo del San Jorio verso Porlezza.

Sul versante italiano, poco sotto il rifugio CAI, ci sono tutt'ora diversi resti di fucine, dato che il ferro veniva lavorato direttamente sul posto, prima di essere trasportato a valle. A Carena (val Morobbia) trovi invece il maglio, dove il ferro veniva forgiato.

Esiste un itinerario che parte da Carena ed arriva a Porlezza, denominata appunto "Via del Ferro" (riferimento: http://www.gpvm.ch/06_viadelferro.htm).

In val Cadlimo vi è una zona ferrosa, ma i costi di estrazione e trasporto hanno bloccato ogni idea di utilizzarlo in modo industriale (fine '800-inizio '900). Il laghetto Miniera è il centro di questa zona ferrosa, ma anche sul sentiero in valle si vede molto bene il rosso nelle rocce. Anche la Greina, per un certo periodo (attorno al 1950) è stata soggetta ad uno studio di fattibilità estrattiva. Per fortuna che nessuno dei due progetti è andato in porto!!!

In generale, geologicamente, ci sono diverse vene ferrose che attraversano le nostre alpi, ad onda, che scendono in profondità e risalgono quasi in superficie, ma la concentrazione media di materiale è troppo bassa per poterla utilizzare con i criteri estrattivi odierni. Se ne vede una bella vena salendo dal Quarnei al laghetto Cadabi, ad esempio...

E' possibilissimo che nel Medio Evo, data la scarsità di questo materiale, e l'alto prezzo di vendita (il famoso detto "trovare un ferro di cavallo" indica una grossa fortuna per il valore del materiale), venisse estratto anche laddove la sua concentrazione era bassa, richiedendo così molto lavoro per ottenerne pochi chili. La posizione della striscia, però, parla a sfavore di questa ipotesi, per la sua collocazione in una zona estremamente impervia: lo scavo del materiale avrebbe dovuto aver luogo sopra il punto d'origine, e dalla foto mi sembra piuttosto improbabile. Potrebbe invece darsi che vi sia una vena quasi in superficie, e che l'erosione naturale abbia portato a valle il materiale, che si è ossidato (ma è solo un'ipotesi).

Le alpi ticinesi sono formate prevalentemente da strati di granito e gneis, con inserti rari di altre rocce (come la dolomia saccaroide, quarzo, ecc.), e geologicamente sono molto anziane. Il ferro ha formato uno strato di deposito sul fondale marino relativamente tardi, e per questo motivo è più facile trovarlo in zone formatesi recentemente (dal punto di vista temporale geologico :-).

Ciao

Grazie per il tuo approfondito intervento: conosco bene la "via del ferro" in Val Morobia avendo fatto diverse escursioni in quella zona.
Ti faccio notare che le strisce rosse ( non so se hai notato una più piccola sulla destra) guardandole con il binocolo provengono da grotte che Oliviero dice potrebbero essere scarichi di vecchie miniere.
Ciao

Hai ragione, ingrandendo la foto sono riuscito a vederla...

Il museo della valle di Lottigna ha una sezione dedicata alla lavorazione del ferro, e Stefano Franscini, nel libro "La Svizzera Italiana" cita questa attività.

Potrebbe essere... ma penso che in questo caso sarà stato unicamente per uso locale. Fa impressione, ad ogni modo, rendersi conto di quante risorse mancassero, e a cosa fossero disposti per di averne un po'

il depliant sul Lago Retico dice che in Val Camadra c'erano anche varie miniere d'oro...
...ci armiamo tutti di piccone? ;)
saluti!

... o di setaccio e lo cerchiamo nel Brenno ... ahaha

Ciao

In effetti il rosso potrebbe essere cinabro, o solfuro mercurico (HgS), che ha appunto una colorazione rossa. Il mercurio veniva (e purtroppo viene ancora) utilizzato per l'estrazione dell'oro...