La ricetta alla quale accenni è una vera delizia, quindi sostengo il tuo proposito di degustazione.
In più, ieri sera sono venuto a conoscenza di un secondo modo di preparazione (al forno): non appena riuscirò a trovare degli esemplari altrettanto belli farò da cavia, e se l'esperimento riesce, ti saprò dire.
Grazie Fabio,
non essendo un cuoco provetto, non vorrei causare intossicazioni alimentari a me e ai famigliari. Ho sentito che alcune persone si sono avvelenate con delle mazze di tamburo non cucinate sufficientemente.
siso
Sempre che non fossero esemplari di Amanita Pantherina; come è successo di recente da qualche parte attorno a Como.
Come si possa prendere un' Amanita Pantherina per una Lepiota Procera, poi, non lo capisco proprio; ma così, secondo i giornali,è successo.
Poi, tutti i funghi hanno un grado di tossicità, ma una cotoletta di mazza di tamburo è un piatto da non lasciarsi sfuggire.
Bel giretto, complimenti!
Ciao
Paolo
Le ho provate e non ne sono rimasta entusiasta. Forse a cotoletta (o al forno come ci farà sapere Tapio) sono migliori ma fritte assorbono troppo olio.
Un piccolo consigio: raccogliete già aperte! Quando sono chiuse le puoi mettere in un vaso con l'acqua e aspettare che si aprano, ma assorbono acqua e credo ci rimetta il gusto.
In ogni caso: Buon Appetito!!!
S.
Posso assicurare che prese fresche, consumate in giornata nel modo appropriato sono buonissime.
A me piacciono a cotoletta come dice Silvia, ma sono buone anche alla griglia con olio e prezzemolo, come una bistecca.
Qualche consiglio da parte mia: Raccolta: raccogliete quando sono APERTE, magari di buona pezzatura ma sempre fresche e che non hanno preso pioggia.
Sono funghi delicati, se possono essere raccolti al ritorno, meglio, il trasporto di solito li rovina.
E' difficile confonderle con le specie simili, due dettagli: hanno sempre l' anello sul gambo, e provate ad odorarle, hanno un profumo tipico, quasi di mandorla tostata, l'odore e l'anello sono elementi unici.
I puristi e gli esteti storceranno il naso, ma a me piacciono tantissimo anche le mazze di tamburo "chiuse" (cucinate "a cotoletta"): per ovviare all'inconveniente a cui accennava heliS basta non immergerle nell'acqua, bensì tagliarle in due o tre parti (certo, si otterranno dei "bocconcini" anzichè "una bistecca" come con la mazza aperta): secondo me il gusto è quasi sempre migliore di quello della mazza aperta, perché normalmente sono più fresche.
Per la ricetta al forno, non appena avrò fatto la prova, la metterò a disposizione di tutti :-))
Grazie Fabio,
siamo tutti curiosi di sapere come nascerà il tuo nuovo piatto. In mancanza dei profumi virtuali, ci delizierai con le foto...
A presto,
siso
A beneficio degli interessati trascrivo qui un secondo metodo di preparazione delle mazze di tamburo. Mantengo l'indeterminatezza sulle dosi degli ingredienti così da lasciar libero sfogo alla voglia di leggerezza (o meno) del gustoso piatto. Ecco:
In una pirofila, dopo aver portato il forno alla temperatura d'uso, adagiare:
mazze di tamburo, olio, prezzemolo, aglio tritato (se piace), un po' di passata di pomodoro, pangrattato e parmigiano (sale e pepe a piacere).
Cuocere per circa 10 minuti, non oltre, altrimenti le mazze "appassiscono"
Io ho avuto occasione di assaggiarle ieri sera e a mio giudizio sono una valida alternativa alle mazze impanate (a cotoletta), quantomeno un po' più leggere. Certo che se si abbonda con l'olio, allora questa caratteristica viene meno.
Foto del piatto, purtroppo, per dimenticanza, non ne ho fatte, comunque nella relazione che apparirà a breve c'è comunque una foto di due esemplari, quando ancora stavano nel prato...
Grazie anche a te Giorgio!
Certo che di fronte ai tuoi boleti trovati in Val Calanca, le mazze di tamburo fanno una figura barbina, quasi da parenti poveri.
Comunque le proverò.
Ciao,
siso
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