Man mano mi alzo di quota la fatica si moltiplica. Quando arrivano le folate più intense sono costretto a fermarmi, per evitare di farmi travolgere; e sì che non sono leggerino ed ho sempre uno zaino molto pesante. Il freddo gelido paralizza i muscoli facciali e la punta delle dita, ancorché protette dai guanti, inoltre fa scaricare in fretta le batterie dei miei dispositivi, in particolare dell’action cam piazzata sulla pettorina. Spesso mi devo piegare come un chifer e sono costretto a protendere la testa in direzione del vento, come se fosse la prua di una nave. Questa posizione sollecita gli adduttori e i lombari e crea una fatica supplementare.
I tre sciatori che mi precedono usano, come fanno i ciclisti in gruppo, la tecnica del ventaglio: si dispongono sfalsati, quello con la stazza maggiore sta più a nord, per contrastare il vento laterale.
 
 

Kommentar hinzufügen»