Non ho mai amato il tratto di strada che da Sant’Anna conduce all’interno della Val Pontirone. A tutt’oggi l’avrò percorso con l’auto non più di tre o quattro volte.
Il versante scende a picco sulla Lesgiüna tanto che già nel lontano 1834, Stefano Franscini né “La Svizzera Italiana”, Edizione Banca della Svizzera Italiana, a pagina 654, scrive di Pontirone:

… In tutto il suo territorio non vi è orma di piano né pianerottolo; e si pare che cadendo l’uomo non possa arrestarsi che nel fondo ad orridi burroni. Molti de' suoi abitanti posseggono terreni ed anche abitazioni a Biasca e vi passano il verno. Quasi tutti aggiungono alle agrarie e pastorali fati¬che, quella del condurre i legnami dai più elevati e scoscesi monti infino alla riva de' fiumi per le così dette sovende o seguende, e vi acquistarono la rinomanza di non minor ingegno che ardimento…
 
 

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