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Omini di vetta del Pizzo Taneda (2667 m).
Il toponimo Pizzo Taneda deriva da “tana”, ossia “cavità nel terreno”.
Mi è difficile ipotizzare di quale cavità si tratti. Potrebbero essere i bacini d’acqua (in zona ci sono ben 38 laghetti), oppure grotte (siamo in prossimità di una zona carsica), oppure miniere. Importanti filoni di galena (PbS) argentifera, già conosciuti nel 1700, si trovano sull’altipiano del Corandoni tra la Val Piora e la Valle Cadlimo, a 2550 m. Nel 1816, Giuseppe Antonio Giosuè di Quinto ebbe la concessione per l’esplorazione delle “miniere di piombo con indizio d’argento” della Valle Cadlimo.
Le analisi eseguite nel 1904 rivelarono che si potevano ottenere in media solo 280 g di argento per tonnellata.
I pochi mesi sgombri da neve nei quali si poteva lavorare e la grande distanza dai mezzi di trasporto resero vani i tentativi di sfruttare in modo redditizio il giacimento.
L'ultima concessione d'esercizio è stata chiesta il 1. gennaio 1943 dal Sig. Gian Pietro de Ry di Lugano.
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