Qui la neve, anche se in quantità inferiore rispetto all’anno scorso, imporrebbe l’uso delle racchette. Gli ultimi trecento metri che ci separano dalla capanna sono inevitabilmente contraddistinti da improvvisi sprofondamenti, accompagnati da urla, sia per la sorpresa sia per la fatica richiesta nel risollevarsi. L’unica a non sprofondare è la leggiadra Anna. Con i suoi passi composti e armoniosi supera indenne il tratto insidioso.
 
 

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