“Il giorno dopo, mentre salivamo al rifugio Mezzalama […] Camminavamo su una morena che sembrava fatta di sabbia. Una lingua di ghiaccio e detriti si spingeva fin sotto di noi, molto più in basso rispetto al sentiero. Era percorsa da rivoli d’acqua che si raccoglievano in un laghetto opaco, metallico, gelido fin dall’aspetto.
Quell'acqua lì, - disse mio padre, - non viene mica dalla neve di quest'inverno. È neve che la montagna ha conservato per chissà quanto tempo. Magari l'acqua di adesso viene da un inverno di cent'anni fa.”

Da Paolo Cognetti, Le otto montagne, Einaudi, 2016, pag. 42.
 
 

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