Area didattica lungo il sentiero La Valletta - Alpe Pisciarotto.
Secondo il Lavizzari si sfruttavano giacimenti di limonite sia polverulenta che compatta dello spessore di 1 m, nel quarzite micaceo corroso.

L’attività industriale sull’Alpe Valletta ebbe fine già verso la metà del diciannovesimo secolo. La “spiegazione che il Sindaco del Comune di Sant’Antonio dà nel 1895 ha dell’avventuroso: la gente del paese aveva vociferato nientemeno che di sabotaggio! “Se si vuol prestar fede ai racconti de’ nostri avi, detto forno dovette andare in disuso in conseguenza degli inganni usati. Si asserisce che i capi del maglio di Pisciarotto, ricevuto (segretamente) una mancia dai padroni del maglio di Dongo (Italia) i primi non facevano più cuocere abbastanza il ferro di modo che subito, appena usato, si rompeva e gli avventori non ne facevano più acquisto”. Franscini dice che un incendio avesse distrutto gli stabilimenti nel 1831; Lavizzari accenna: “Sia per la qualità della sostanza, sia per altre ragioni...”.
Fonte: “Ricchezze del suolo ticinese”, Ilse Schneiderfranken, IET, Bellinzona, 1943, pag. 151.


 
 

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