Il carbonaio raccoglieva e tagliava una grande quantità di legna della stessa lunghezza (per lo più di faggio), la trasportava fino alla piazza e infine in modo ordinato l'ammucchiava.
Il cumulo veniva ricoperto con sterpaglie fresche, frasche e uno strato di terriccio, avendo la cura di lasciare una bocca aperta nella parte superiore del cono per l'accensione del fuoco.
La fiamma veniva alimentata grazie ad uno spazio vuoto lasciato al di sotto del mucchio che molto lentamente disidratava e carbonizzava la legna dall'alto verso il basso. Il camino, una volta ravvivato, veniva coperto con del terriccio, per evitare di bruciare la legna. Il poiat veniva sorvegliato di continuo per evitare la formazione di avvallamenti nel centro.
Il processo si concludeva quando il fumo da nero diventava bianco e poi azzurrino. I tempi variavano da pochi giorni a più di una settimana e dipendevano della qualità della legna e dalla grandezza dei rami e della carbonaia. II termine poiatt usato in molti dialetti, potrebbe derivare dall'estrema cura con cui veniva eseguita la combustione, proprio come si fa con un pulcino.
 
 

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