La basilica di Sant'Abbondio venne edificata sul luogo di una preesistente chiesa paleocristiana intitolata ai santi apostoli Pietro e Paolo, costruita da Amanzio, morto nel 448, terzo vescovo di Como dopo Felice e Provino e predecessore di Abbondio, attuale patrono della Diocesi di Como.
Da un viaggio a Roma, Amanzio riportò alcune reliquie degli apostoli Pietro e Paolo e per esse fece edificare una nuova chiesa, 1000 metri circa fuori le mura, oltre il fiume Cosia, lungo la Via Regina.

La basilica fu dedicata a Sant'Abbondio ed elevata a cattedrale nell'818. Servì da sede della cattedra vescovile sino al 1013 quando il vescovo Alberico, già cancelliere dell'imperatore Enrico II, la trasferì all'interno delle mura. L'edificio venne, quindi, affidato ai monaci benedettini, i quali, fra il 1050 ed il 1095, riedificarono la chiesa in stile romanico. Il 3 giugno 1095 la nuova basilica fu consacrata da papa Urbano II.

La basilica presenta cinque navate assai slanciate. A sviluppare il senso di altezza e verticalità contribuiscono anche due notevoli campanili gemelli posti nella zona absidale, soluzione piuttosto comune nella zona renana, ma eccezionale in Italia. La prossimità della città alle vallate alpine - importanti vie di comunicazione con l'Oltralpe - ha garantito una reciproca influenza del romanico espresso al di qua e al di là delle Alpi: allo stesso modo si spiega il forte verticalismo dell'interno della basilica, che dimostra, peraltro, la vitalità - ancora agli inizi del II millennio - della tradizione tardo-antica (soprattutto nella facciata, in cui tanto i contrafforti quanto delle tozze semicolonne evidenziano la partizione interna delle navate). La chiesa ospita poi bassorilievi romanici e una serie completa di affreschi della metà del Trecento. Sotto l'altare maggiore si conservano le reliquie del patrono.

Accanto alla basilica, il monastero medioevale è stato restaurato ed è la sede della facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi dell'Insubria.

Le strutture della basilica paleocristiana, scoperte durante i lavori di restauro avviati nel 1863, sono ancor oggi segnate nel pavimento della chiesa con lastre di marmo scuro, mentre in corrispondenza delle antiche aperture è posto del marmo chiaro.
 
 

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