Mi rendo conto di trovarmi alla meta programmata solo grazie al navigatore GPS dello smartphone. Non ci sono infatti né omini di pietre né croci di vetta né cartelli segnaletici né cippi confinali. Si tratta dunque di un monte allo stato naturale, la cui cima non è per niente demarcata. Il versante orientale, completamente boschivo, permette a malapena di intravedere il Lago di Como, almeno fino a quando spunteranno le foglie degli alberi. Per contro, sul lato occidentale, a soli cinque metri dal crinale, il panorama è decisamente remunerativo e giustifica i 17 minuti di salita.
 
 

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