Voluto dal primo Re di Sardegna dopo il Trattato di Utrecht del 1713 il forte non fu mai coinvolto in battaglia. Eretto a difesa del nuovo regno e come deterrente alle incursioni francesi, il forte diventò presto anche prigione di stato. Con l'occupazione napoleonica diventò uno dei più importanti luoghi di pena francesi, imprigionando nelle celle del "Padiglione Ufficiali" del Forte San Carlo (qui ben visibile in primo piano) noti uomini politici e religiosi, come il cardinale Pacca (segretario di Papa Pio VII), lo scrittore De Maistre e tantissimi altri. Dopo la caduta di Napoleone continuò ad essere un grande reclusorio militare e prigione politica e nel 1883 salì al forte come vittima della restaurazione anche Vincenzo Gioberti. Teatro di alcuni episodi della lotta partigiana nell'ultimo conflitto, verso la fine degli anni '40 fu definitivamente abbandonato dall'esercito italiano.
 
 

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