Indicazione posta a destra del sentiero che costeggia le pendici del Bric Camulà (a 760 metri di quota) della via GUASTAVINO al Monte Rama.

INFO:

DESCRIZIONE DELLA VIA:
Si possono contare 10 tiri di corda:

1 - Si attacca una bella placca articolata di roccia scura, alta una trentina di metri: all'inizio la placca è piuttosto abbattuta (III°+), poi si raddrizza decisamente, diventando più esposta ed impegnativa (IV°+).
Un ultimo passo un po' più difficoltoso, subito a destra di una spaccatura diagonale (V°) consente di raggiungere il piccolo pianerottolo di sosta (spit e catena);

2 - Si supera un breve muretto a sinistra (III°+) poi si prosegue per una placchetta abbattuta delimitata a sinistra da una paretina verticale (II°+).
Si attacca poi un bellissimo diedro per la verticale placca di destra, con arrampicata esposta ed elegante (IV°) uscendone a sinistra, con breve passo appena più impegnativo (IV°+), sulla sommità del primo risalto (spit e catena);

Si scende un breve pendio erboso e poi un canalino di pochi metri fino alla base del successivo risalto (15 metri).

3 - Si attacca il risalto per bella placca, all'inizio un po' erbosa, poi più compatta (III°+) fino ad uscire su una cengia erbosa, alla base di una fascia rocciosa verticale (catena e spit di sosta);

Qui due possibilità:

4a - E' la variante tracciata più recentemente da L. Guastavino, che rende la via più omogenea.
Immediatamente sopra la sosta si attacca un muretto (all'inizio passo di V°-), poi per una cornice che sale in diagonale a sinistra fino ad una bella placca inclinata.
Si scala la placca, dotata di ottime lame (IV° e IV°+) salendo leggermente in diagonale a sinistra: raggiunto un minuscolo terrazzino erboso, si scala un ultimo basso gradino e si esce su di un ripiano erboso.
In fondo a sinistra si trova la sosta con catena, a pochi passi dal sentiero della "Via Diretta";

4b - Altrimenti, traversando a sinistra sulla cengia erbosa per una decina di metri, fino alla base di un caminetto nero, si ritrovano gli spit.
Si entra nel caminetto di roccia nera e se ne esce a sinistra, vincendo uno strapiombetto (V°).
Si attacca poi la placca di fronte, con passi delicati ed impegnativi (V°+, esposto).
Più in alto si raggiunge un'esile cornice che sale a sinistra, dove vegeta un piccolo pino: si sale la placca sovrastante, molto tecnica e delicata (V°+ continuo, con un passo di 6a subito sopra la cornice), per uscire su placche un po' più abbattute (IV°+) che guidano fino alla base dell'ultima breve paretina.
Risalita la paretina (passo di V°) si esce pochi metri sotto il sentiero della "Via Diretta" (sosta con spit e catena).

Si segue il sentiero verso sinistra per una cinquantina di metri, incontrando due possibili varianti, di difficoltà simili:

Variante "di destra": è la prima che si incontra scendendo, e attacca a pochi metri dal sentiero (cordino arancione su un albero e sul primo spit). Attenzione alla roccia, che tende a rimanere bagnata a lungo dopo le piogge.

5a - Si risale una bella placconata abbattuta (III°) fino sotto un camino bagnato. Si sale allora a sinistra, risalendo un muretto di roccia all'apparenza sabbiosa ma in realtà solida (IV°, V°-) fino ad una catena di sosta (posizione un po' scomoda);

6a - Si traversa facilmente verso sinistra, per placche appoggiate (III°) fino alla base di un bel muro di roccia nera, che si sale con arrampicata tecnica e delicata (IV°+, un passo di V°-) un po' in diagonale verso destra, fino ad uscire su un comodo ripiano erboso alla base della Prima Torre (catena e spit di sosta), dove ci si ricongiunge con la Variante "di sinistra";

Variante "di sinistra": si incontra alcune decine di metri più in basso della variante precedente.
È segnalata da un grosso ometto e dal solito cordino arancione su un albero. Risalito il ripido pendio per una breve scomoda traccia, si incontra alla base delle rocce lo spit con cordino arancione, pochi metri a destra dell'attacco della "Via Centrale del Vecchio" (freccia gialla).

5b - Si attacca la placconata verticalmente: ad un primo tratto appoggiato (III°) ne segue un secondo più verticale (passo di IV°), fino ad un comodo terrazzo di sosta con grossa catena;

6b - Si prosegue direttamente verso l'alto (II°) fino alla base di un diedro inclinato verso sinistra: si rimonta la faccia sinistra del diedro (all'inizio IV°+, poi IV°), per poi uscirne verso destra con passo un po' più impegnativo (V°-). Risalendo in diagonale placche ripide ma appigliate (III°+) si esce sul comodo ripiano erboso alla base della Prima Torre (catena e spit di sosta), dove ci si ricongiunge con la Variante "di destra";

Subito sopra la sosta partono due varianti nettamente più difficili (6c e 6c+).

7 - Dalla sosta si sale a sinistra una rampa inclinata (III°+) che più in alto si raddrizza alquanto, diventando paretina.
Si scala la paretina sfruttando le numerose solidissime lame (IV°) uscendo su una comoda cengia erbosa (sosta con catena alla base di un bel diedrino squadrato, tiro in comune con la "Via Centrale del Vecchio");

A sinistra c'è un altro tiro molto difficile e verticale (6b? 6c?).

8 - Si attacca il diedrino, leggermente strapiombante ma molto ammanigliato (IV°+), poi si esce a sinistra su placca inclinata (III°+) e salendo in diagonale verso sinistra si raggiunge l'ampia cengia erbosa ai piedi della verticale parete della Seconda Torre (sosta con catena e spit presso un gradino).

Risalito il breve gradino, ci sono 4 possibilità:

9a - Si sale la via di destra sulla parete verticale della Seconda Torre, con difficoltà inizialmente di V°, poi più in alto fino al 6a+;

9b - Si sale la via di sinistra, che presenta una partenza di 6b, poi diventa più facile (V°, V°-) fino alla sommità della Seconda Torre (sosta con catena);

9c - Si attacca la via di destra (V°) poi, quando gli spit si avvicinano con quelli della via di sinistra, si segue quest'ultima (V°, V°-) fino alla sommità (in questo modo si evitano i tratti più ostici delle due vie, ottenendo un tiro molto bello ed elegante);

9d - Spigolo Manni: si continua per cengetta erbosa alla base della parete della Seconda Torre verso sinistra, fino ad aggirarne lo spigolo (corda fissa: se si sceglie questa opportunità, conviene sostare qui per evitare che la corda tiri troppo).
Qui una freccia in legno sulla parete indica la "variante Manni", a destra di un nuovo tiro più difficile (V°+/6a) attrezzato a spit: si sale per la verticale parete, seguendo la dirittura dei chiodi gialli, che presto portano a scavalcare lo spigolo verso destra e poi a risalirlo (IV°, IV°+).
Con arrampicata esposta ed elegantissima si risale tutto lo spigolo (un passo di V°- in alto) e si esce sulla sommità della Seconda Torre (sosta su catena);

Si scende brevemente per un pendio erboso alla base dell'ultima placca rocciosa triangolare.
Anche qui due possibilità:

10a - Dall'estremità destra della placca sale un tiro spittato che, un po' in diagonale verso sinistra, rimonta le placche nei pressi dello spigolo fino all'ampio prato sulla sommità (III°+/IV°);

10b - Giunti alla base della placca, si scende per pochi metri nel canalino a sinistra e si risale la placca rocciosa nel centro, dapprima per rocce facili (III°), poi lungo una cengetta verso sinistra (IV°), infine con un ultimo passaggio delicato (6a) fino in cima.

DISCESA:
dall'uscita della via si possono seguire i segnavia bianchi della "Via Centrale del Vecchio" che, con arrampicata discontinua di II° e III°, conducono ai pendii erbosi sotto la cima del Monte Rama.
Oppure, seguendo i cordini arancioni legati intorno ai tronchi degli alberi, si scende ripidamente a destra per terreno erboso e qualche roccetta che richiede attenzione (alcune corde fisse) fino ad un poggio erboso ben evidente già dall'alto, da dove una breve traversata in discesa verso sinistra riporta sull'avvistabile sentiero della "Via Diretta", seguendo il quale si guadagna la vetta del Monte Rama in una ventina di sudati minuti.
Da qui, seguendo a ritroso il percorso dell'avvicinamento, nuovamente a Pratorotondo (h 1,30 dall'uscita della via).

TEMPO TOTALE:
h 8,00 circa (di cui h 5,00 circa per la via)

DISLIVELLO:
250 mt. circa di arrampicata

DIFFICOLTA’:
D- (D+ seguendo la variante più difficile al 4° tiro)

MATERIALE UTILE:
casco, corda da 60 m, 12 rinvii, cordini

PERIODO CONSIGLIATO:
marzo - aprile

COMMENTI:
Bellissima via, molto continua ed elegante, sicuramente la più bella finora tracciata sulle placche del Monte Rama.
Essendo poi una via ancora in evoluzione, sono possibili ulteriori varianti magari ancora più belle ed estetiche.
La roccia, grazie anche al grande lavoro dell'apritore, è quasi ovunque buona. Meritevole anche solo una delle due sezioni della via, sopra o sotto il sentiero.
L'approccio partendo da Sant'Anna di Lerca ("Via Diretta al Monte Rama") risulta un poco più faticosa ma grosso modo equivalente per tempi di marcia.
 
 

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