Osservatorio ornitologico di Passo Spino
Il fenomeno della migrazione e l’inusuale concentrazione spaziale di uccelli cui essa da luogo, sono stati sfruttati sistematicamente dall’uomo durante la sua storia. Nelle province di Bergamo e di Brescia, si hanno testimonianze della presenza di impianti adibiti alla cattura degli uccelli migratori, come i roccoli, le brescianelle e le passate, a partire dal XVII secolo. Gli uccelli venivano catturati in reti dette “tramagli”, con l’ausilio di vegetazione adibita alla mimetizzazione delle reti, nonché degli “zimbelli”, individui vivi posti
in gabbie nei pressi delle reti con lo scopo di richiamare con il canto il maggior numero di migratori: quest’attività è conosciuta
con il nome di uccellagione o aucupio. Sul finire dell’800 ha inizio in Europa l’attività dell’inanellamento, che consiste nella cattura,
nella marcatura con anelli metallici e nel successivo rilascio degli uccelli. Il primo anello fu posto da un professore danese
sulla zampa di uno Storno. In Italia l’inanellamento arrivò nel 1929, quando fu attivo l’Osservatorio Ornitologico del Garda. In quegli anni l’inanellamento conviveva con l’aucupio: parte degli individui catturati infatti veniva ancora trattenuta per scopi alimentari.
L’arrivo dell’inanellamento ha portato un notevole sviluppo nello studio delle migrazioni, che ha cominciato ad essere affrontato
con rigore scientifico, contribuendo in modo decisivo alla comprensione di questo affascinante fenomeno. Ha permesso
per esempio di determinare le rotte seguite dai migratori, individuare i quartieri di riproduzione e svernamento delle diverse
popolazioni, stabilire la durata dei voli e l’influenza che su di essi hanno le condizioni meteorologiche. La cattura degli uccelli,
effettuata senza arrecare loro alcun danno, permette infatti di esaminare accuratamente i singoli individui: in questo modo si possono ricavare informazioni precise su età, sesso, dimensioni corporee, condizioni del piumaggio e peso, ottenendo quindi anche
preziose indicazioni sullo stato di salute generale dell’individuo. Prima del rilascio, alla zampa dell’animale viene apposto un
anello metallico contrassegnato da un numero che lo identifica come una targa, rendendolo riconoscibile in caso di successive
ricatture
 
 

Kommentar hinzufügen»