L'Eremo di San Valentino-

La tradizione racconta che buona parte degli abitanti di Gargnano per sottrarsi al flagello della peste, che nel 1630, si era propagata anche nel territorio della riviera e che aveva mietuto ben 400 vittime, nella popolazione di 3000 anime esistenti in tutto il territorio comunale , si rifugiò tra le roccie di monte Comero e dietro al Denervo, a gruppi staccati.

Terminato il contagio si fabbricò la Chiesetta, e come adempimento al voto dei superstiti, che erano qui rifugiati, nella fessura di roccia a picco sul lago. Oltre alla piccola cappella il fabbricato si compone di una sacrestia, di due stanzette, di un ripostiglio; una sorgente d'acqua scaturiva dalla roccia viva e alimentava la piccola cisterna di raccolta dell'acqua piovana.

Nel 1842 era giunto in questa grotta , Geremia Palladini, proveniente da Cassone di Brenzone, forse renitente agli obblighi militari sotto la dominazione Austriaca del tempo o forse per nascondersi per qualche motivo che non fu mai rivelato.

Venne soprannominato "el Romet de San Valentì" e la sua figura caratteristica , ritratta in un profilo vero del 1859, lo raffigura, come si vedeva passare di paese in paese, col suo bastone e la sacca, per andare alla questua.

Alla ricorrenza di San Valentino, il 14 febbraio di ogni anno, dalla Parrocchia di Sasso, moveva un devoto pellegrinaggio in processione, sfidando la neve, la strada ghiacciata e i disagi del freddo, per portarsi sul luogo a assistere alla Messa.

Abbandonata all'incuria del Tempo, quasi senza tetto, semi diroccata, la Chiesetta fu restaurata nel 1970 per merito dell'Ing. Alberto Cita, affrontando notevoli difficoltà di trasporto e di manodopera, nelle quali si prodigava Emilio Baruffaldi, coadiuvato da generosi prestatori di lavoro e continuata in seguito da Mario Montenovi e da altri appassionati cultori. Tra le macerie, fu rinvenuta la pala dell'altare dell'epoca, raffigurante S.Valentino ai piedi della Madonna col Bambino. L'altare era di legno dorato, riccamente intagliato ed arricchito da candelieri lignei ; parecchi quadretti di Ex voto, sulle pareti, testimoniavano la fede e la riconoscenza della popolazione.

Il 14 febbraio 1971, terminati i lavori, si svolge la cerimonia della inaugurazione : erano 11 anni che non si celebrava più ed ufficiò Mons.Primo Adami Arciprete di Gargnano con il parroco di Navazzo Don Franco Della Torre , colla presenza della famiglia dell'Ing. Cita, munifico promotore dell'opera, del coro "Monte PIzzoccolo" di Toscolano e col concorso di tutta la popolazione di Sasso, Musaga e delle altre località vicine.

Questo candido punto che spicca tra i grigi massicci e i cupi cipressi, sembra ancor oggi elevare negli spazi celesti, il suo inno di gratitudine a Dio.

Ora è affidata alla pietà e alla civiltà dei visitatori, la conservazione di questo piccolo ma significativo gioiello prealpino, che dall'altezza di 700 metri sul livello del lago, domina a perdita d'occhio, il panorama vastissimo.

 
 

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