Nel suo più famoso libro “Escursioni nel Canton Ticino”, 1863, il naturalista di Mendrisio Luigi Lavizzari, riferisce ciò che i cacciatori della Valle di Blenio gli raccontarono sull'aquila.

"Riferiscono i cacciatori che l’aquila non suole affrontare la capra e la camoscia adulte, ma non rare volte vi romba d’intorno molto da vicino, fino a che questi animali seguendo l’istinto loro si spingono sugli ultimi orli delle balze in angusta posizione. L’aquila allora assale quei timidi animali, investendoli cogli artigli nel capo e strepitando colle ali, onde incutere spavento e confusione; pel che facilmente cadono in burroni inaccessibili, ove rimangono preda del nemico. I cacciatori che vegliano sul volo delle aquile lungo le vette de’ monti, scoprono talvolta il loro nido, entro cui stanno due aquilotti e più spesso un solo. Da quel momento il nido diviene la fonte di una piccola industria pel cacciatore, il quale ogni giorno sottrae qualche pernice, fagiano o lepre, che le aquile adulte facilmente procacciano agli aquilotti".
 
 

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