Sulla via del ritorno il sentiero costeggia il Rio Pogallo. Su questo corso d’acqua veniva praticata la “flottazione”, che consisteva nel costruire dighe provvisorie realizzando invasi in cui veniva immesso il legname tagliato, la diga veniva poi rimossa di colpo e la massa d’acqua trascinava il legname fino al Lago Maggiore (meglio non trovarsi nel letto del torrente!)
 
 

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