Les Diablerets - Refuge de / Rifugio di Pierredar (2293 m)
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Le onde di roccia da milioni di anni ballano; sono ai loro piedi, in estasi.
Tanto vi ammirai ieri, salendo alla Palette, tanto pregustai il toccarvi con i piedi, oh! almeno solcare l' onda più vicina ai prati...
Sorelle siete del circo glaciale di Gavarnie (Pirenei francesi), uno splendore minerale che vorrei toccare con gli occhi un giorno, del Creux du Van (Giura, cantone di Neuchâtel) e del Cirque du Fer à Cheval (Samoëns, Alta-Savoia), meraviglie rocciose danzanti già accarezzate più volte!
Sorelle di pietra danzano sulla terra a centinaia, migliaia di chilometri di distanza le une dalle altre, danzano da milioni di anni! Bastano i nostri occhi a onorarle?
Bianco-blu? Bianco-rosso?
Bianco-Blu! Bianco-Blu! Per male che vada, torno sui miei passi e seguo Bianco-Rosso!
Il cartello bianco-blu recita: "Pierredar par le Drudy".
Rude, "Pierredar", senza nemmeno il suo titolo di rifugio!
"Drudy", quanto rude suona! Lo cantileno mentalmente più volte, accento rude sulla ipsilon finale!
Rude, minaccioso, misterioso, di che Inferi parla?
Della mia paura del Vuoto?
La mia vecchia cartina recita: "Le Drudy", con l' articolo a precedere la rude parola. Il luogo non è marcato con una crocetta, sembra seguire una falesia semi circolare.
Sulla cartina nuova di zecca, zac! scomparso! scomparso il nome!
Drudy, misteriosamente soppresso!
Negli Inferi, pure tu?
Senza difficoltà la ripida salita sino all' Attacco del Drudy, a 1800 metri circa.
Recita il cartello giallo quadrilingue: "Rischio di caduta massi. Proibito fermarsi."
Oddio, gli Inferi, di già? al primo passo?
Non ho portato il casco. E indietro non torno. Almeno per il momento, visto che dal cartello minaccioso non si vede ciò che mi aspetta dietro alla prima curva, a pochi metri.
Non ho portato il casco: pazienza. Una preghiera. Avrà valore di casco, sono fiduciosa.
Ma cosa nasconde la prima curva?
Falesie di una bellezza e verticalità meravigliose.
"O Herz! sei endlich stille!
Was schlägst du so unruhvoll?...
Wir wollen es mutig ertragen,
Solang nur die Träne noch rinnt..."
Ernst Schulze (1789-1817)
Messo in musica da Franz Schubert
Falesie di una bellezza e verticalità vertiginose: O cuore! taci infine! Che batti sì ansioso?
Batte il cuore, ma senza ansietà. Non scorrono lacrime.
Canto, silenzioso mantra, la melodia di Schubert, una delle sue più meravigliose, perla tra le perle, decine di volte cantata in pubblico col batticuore...
Nient' altro voglio dire: parli silenziosamente l' amico Schubert, batta silenzioso il cuore, occhi muti a riempirsi di sublime.
Si, mi sono fermata per scattare qualche foto. Col batticuore: e se precipitassero massi?
Si, il tempo dello scatto, e solamente il tempo di uno scatto, tremò, un poco, no, non il cuore, tremarono le gambe, ma solo un poco...
La bellezza, più potente della paura...
Si, il sentiero che segue le volute delle falesie alla loro base è molto aereo, esposto su centinaia di metri di vuoto. Largo al minimo 20 centimetri, su terreni misti, sia terra, sia scisti, sia roccette, sia erba. Da non avventurarcisi se bagnato. Stranamente non nella sua prima parte, ma nella successiva, reso più sicuro da corde d' acciaio. Bollenti! oggi, col sole!
Appena sfiorate.
Osservo, ammiro farfalle, insetti: volano tranquilli, succhiano fiori dolci, senza paura del vuoto.
Osservo e ammiro insetti, bruchi: strisciano tranquilli, nemmeno un millimetro basta loro a strisciare, senza paura del vuoto.
Molti i tornanti del sentiero, sempre nuova verticalità.
Si schiude ora la vista sul circo glaciale dei Rochers de Champ: nuova bellezza, il Sortilegio tanto agognato ieri dalla Palette!
Danzano le onde di rocce, da milioni di anni un meraviglioso ballo che empie gli occhi di stupore...
Sino al rifugio, solo roccia sotto gli scarponi. Scricchiolio di ghiaia, morene, rumorino dolcemente rissoso, come a sfregare cartine di caramelle: certo! qui si sono ritirati ghiacciai, milioni di anni fa!
Non riesco a staccare gli occhi dai Sortilegi, le onde rocciose che immobili si animano e danzano.
Il rifugio: come camaleonte di roccia, mimetizzato tra le rocce.
Innumerevoli, le sfumature dei grigi: che pittore, a riprodurle sulla tela?
"Du bist die Ruh,
Der Friede mild,
Die Sehnsucht du
Und was sie stillt.
Ich weihe dir
Voll Lust und Schmerz
Zur Wohnung hier
Mein Aug und Herz..."
Friedrich Rückert (1788-1866)
Messo in musica da Franz Schubert
Nient' altro voglio dire: parli silenziosamente l' amico Schubert.
(Raccomando l' ascolto delle melodie con la voce del tenore Peter Schreier, struggente interprete. Profonda, rugosa, l' apparente semplicità della sua interpretazione. Al pianoforte, per "An mein Herz", Graham Johnson. Per "Du bist die Ruh", Walter Olberz)
Sei il riposo,
La dolce pace,
La melancolia, tu
E ciò che l' ammutolisce...
Tanto vi ammirai ieri, salendo alla Palette, tanto pregustai il toccarvi con i piedi, oh! almeno solcare l' onda più vicina ai prati...
Sorelle siete del circo glaciale di Gavarnie (Pirenei francesi), uno splendore minerale che vorrei toccare con gli occhi un giorno, del Creux du Van (Giura, cantone di Neuchâtel) e del Cirque du Fer à Cheval (Samoëns, Alta-Savoia), meraviglie rocciose danzanti già accarezzate più volte!
Sorelle di pietra danzano sulla terra a centinaia, migliaia di chilometri di distanza le une dalle altre, danzano da milioni di anni! Bastano i nostri occhi a onorarle?
Bianco-blu? Bianco-rosso?
Bianco-Blu! Bianco-Blu! Per male che vada, torno sui miei passi e seguo Bianco-Rosso!
Il cartello bianco-blu recita: "Pierredar par le Drudy".
Rude, "Pierredar", senza nemmeno il suo titolo di rifugio!
"Drudy", quanto rude suona! Lo cantileno mentalmente più volte, accento rude sulla ipsilon finale!
Rude, minaccioso, misterioso, di che Inferi parla?
Della mia paura del Vuoto?
La mia vecchia cartina recita: "Le Drudy", con l' articolo a precedere la rude parola. Il luogo non è marcato con una crocetta, sembra seguire una falesia semi circolare.
Sulla cartina nuova di zecca, zac! scomparso! scomparso il nome!
Drudy, misteriosamente soppresso!
Negli Inferi, pure tu?
Senza difficoltà la ripida salita sino all' Attacco del Drudy, a 1800 metri circa.
Recita il cartello giallo quadrilingue: "Rischio di caduta massi. Proibito fermarsi."
Oddio, gli Inferi, di già? al primo passo?
Non ho portato il casco. E indietro non torno. Almeno per il momento, visto che dal cartello minaccioso non si vede ciò che mi aspetta dietro alla prima curva, a pochi metri.
Non ho portato il casco: pazienza. Una preghiera. Avrà valore di casco, sono fiduciosa.
Ma cosa nasconde la prima curva?
Falesie di una bellezza e verticalità meravigliose.
"O Herz! sei endlich stille!
Was schlägst du so unruhvoll?...
Wir wollen es mutig ertragen,
Solang nur die Träne noch rinnt..."
Ernst Schulze (1789-1817)
Messo in musica da Franz Schubert
Falesie di una bellezza e verticalità vertiginose: O cuore! taci infine! Che batti sì ansioso?
Batte il cuore, ma senza ansietà. Non scorrono lacrime.
Canto, silenzioso mantra, la melodia di Schubert, una delle sue più meravigliose, perla tra le perle, decine di volte cantata in pubblico col batticuore...
Nient' altro voglio dire: parli silenziosamente l' amico Schubert, batta silenzioso il cuore, occhi muti a riempirsi di sublime.
Si, mi sono fermata per scattare qualche foto. Col batticuore: e se precipitassero massi?
Si, il tempo dello scatto, e solamente il tempo di uno scatto, tremò, un poco, no, non il cuore, tremarono le gambe, ma solo un poco...
La bellezza, più potente della paura...
Si, il sentiero che segue le volute delle falesie alla loro base è molto aereo, esposto su centinaia di metri di vuoto. Largo al minimo 20 centimetri, su terreni misti, sia terra, sia scisti, sia roccette, sia erba. Da non avventurarcisi se bagnato. Stranamente non nella sua prima parte, ma nella successiva, reso più sicuro da corde d' acciaio. Bollenti! oggi, col sole!
Appena sfiorate.
Osservo, ammiro farfalle, insetti: volano tranquilli, succhiano fiori dolci, senza paura del vuoto.
Osservo e ammiro insetti, bruchi: strisciano tranquilli, nemmeno un millimetro basta loro a strisciare, senza paura del vuoto.
Molti i tornanti del sentiero, sempre nuova verticalità.
Si schiude ora la vista sul circo glaciale dei Rochers de Champ: nuova bellezza, il Sortilegio tanto agognato ieri dalla Palette!
Danzano le onde di rocce, da milioni di anni un meraviglioso ballo che empie gli occhi di stupore...
Sino al rifugio, solo roccia sotto gli scarponi. Scricchiolio di ghiaia, morene, rumorino dolcemente rissoso, come a sfregare cartine di caramelle: certo! qui si sono ritirati ghiacciai, milioni di anni fa!
Non riesco a staccare gli occhi dai Sortilegi, le onde rocciose che immobili si animano e danzano.
Il rifugio: come camaleonte di roccia, mimetizzato tra le rocce.
Innumerevoli, le sfumature dei grigi: che pittore, a riprodurle sulla tela?
"Du bist die Ruh,
Der Friede mild,
Die Sehnsucht du
Und was sie stillt.
Ich weihe dir
Voll Lust und Schmerz
Zur Wohnung hier
Mein Aug und Herz..."
Friedrich Rückert (1788-1866)
Messo in musica da Franz Schubert
Nient' altro voglio dire: parli silenziosamente l' amico Schubert.
(Raccomando l' ascolto delle melodie con la voce del tenore Peter Schreier, struggente interprete. Profonda, rugosa, l' apparente semplicità della sua interpretazione. Al pianoforte, per "An mein Herz", Graham Johnson. Per "Du bist die Ruh", Walter Olberz)
Sei il riposo,
La dolce pace,
La melancolia, tu
E ciò che l' ammutolisce...
Tourengänger:
micaela
Communities: Hikr in italiano
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