A tutto c'è un limite... Monte Armelio. Appennino Piacentino.
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E no ragazzi, non è che posso sempre raccontarvi di “uscite” borderline… finchè mi segue Mauro, Piero o il gruppo Patrigang è una cosa, ma oggi c’è Nadia e qua non si può sgarrare, o perlomeno si cerca di preparare l’escursione con la dovuta dovizia di particolari onde evitare divagazioni ad minchiam. Non ci voglio nemmeno pensare quale sarebbe il mio fio se dovessi perdermi per sentieri, ma sicuramente come prima ritorsione mi manderebbe in “cassa integrazione a zero ore” per una quindicina di giorni, e su queste cose non si scherza se si vogliono evitare tragedie familiari! Ma andiamo con la descrizione va…
Lasciata l’auto in prossimità di Forno di Sotto (foto 1), risaliamo per meno di cento metri la strada asfaltata che porta a Forno di Sopra, ed in prossimità di una strada sterrata che si stacca sulla sinistra ci immettiamo senza dubbi aiutati anche dalla segnaletica Cai (163).
La bella carrareccia prosegue con numerosi ed innocui saliscendi e dopo 30/40 minuti di cammino, ci troviamo davanti ad una biforcazione; ignoriamo il sentiero 161 che sulla destra risale ripidamente il M. Armelio e puntiamo dritti alla località Boioli che raggiungiamo 10 minuti dopo.
Raggiunta la piccola strada asfaltata, giriamo a destra prendendo in direzione Coli, fatti un centinaio di metri, viriamo decisamente a destra (foto 4) imboccando l’evidente sentiero che oltrepassa un piccolo torrente. In questo tratto guadagniamo un po’ di quota senza troppa fatica oltrepassando le costruzioni di Case Barche e Case Martini, e dopo una decina di minuti e raggiungiamo l’abitato di Marubbi dove ritroviamo l'asfalto.
Attraversato l’abitato, sulla destra si stacca un comodo sentiero (segnato) che prosegue quasi in falsopiano, si fanno un paio di curve e si perde quota per qualche metro oltrepassando un piccolo rio, dopo pochi minuti di cammino impattiamo con l’ennesima facile biforcazione che ritroveremo al ritorno dall’Armelio (foto 8); seguendo la segnaletica Cai 161 e l’evidente sagoma del M. Armelio, proseguiamo a destra oltrepassando un campo coltivato a fienagione e in assoluta tranquillità ci portiamo in prossimità delle prime rocce.
Aiutati dalla fitta bollatura ci divertiamo a risalire le pendici del Monte, ed una volta giunti sulla comoda cresta, continuiamo ancora per qualche minuto su impercettibili saliscendi che attraversano un micro-bosco, pochi metri ancora in salita ed eccoci arrivati sulla panoramica Croce del M. Armelio. Purtroppo oggi non è una bella giornata di sole, anzi, da ovest scuri nuvoloni stanno prendendo sempre più spazio nel cielo, decidiamo allora di mangiare velocemente scattando nel frattempo qualche foto, pochi minuti di riposo e via.
Percorso a ritroso il sentiero sino alla famosa biforcazione posta in prossimità del campo coltivato, ed invece di girare a sinistra per Marubbi prendiamo con decisione la carrareccia che a destra guadagna un micron di quota per poi subito dopo, perdere decisamente quota sino a giungere in 15 minuti all’abitato di Forno di Sopra, ancora pochi minuti ed eccoci alla nostra macchina. Il bel sentiero che abbiamo imboccato alla biforcazione non è bollato, voi per non sbagliare strada seguite i cartelli posti sugli alberi dove c’è scritto “addestramento cani” e non avrete nessun problema a raggiungere il parcheggio.
Nota 1): Divertente giro ad anello buono per tutte le gambe ( a parte la ripida ma breve salita all’Armelio); boschi, prati e rocce sono gli ingredienti giusti per questo bel tracciato che si può affrontare in tutte le stagioni tranne che d’estate. Se avete tre orette a disposizione questa montagnetta vi regalerà belle soddisfazioni.
Nota 2) : Oggi niente facili battute, vi lascio direttamente alla prosa del nostro amico Eric…
FATTA.
M’immetto sul sentiero spianato su una chiatta,
la via è quella giusta direi che è proprio esatta,
e penso che son figo se calzo la ciabatta.
Fatta,
i muscoli son duri mi sembrano di latta,
li palpo e li maneggio mettendoci l’ovatta,
adesso si sto meglio e aggiungo una cravatta.
Fatta,
che bella quella cima non è una roba astratta,
ci salgo zitto zitto col passo di una gatta,
ma Nadia stai attenta che in terra c’è una blatta!
Se scivolo per terra ci sbatto la culatta e in fondo io mi dico : che cazzo ce l’ho FATTA!
A a Prochaine! Menek, Nadia e Olmo
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