Miniere della Passata
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Escursione ai piedi del massiccio del Resegone, una delle mete più frequentate del lecchese, grazie anche ad una miriade di sentieri e raccordi che coprono capillarmente tutto il territorio. Questa volta il tragitto alla base della vetta manzoniana è un espediente per andare a visitare le vecchie miniere di galena della Passata (che prendono il nome da un vicino valico fra le province di Lecco e Bergamo, ovvero fra il Granducato di Milano e la Repubblica di Venezia). La vena di solfuro di piombo venne scoperta alla fine del '800 e sfruttata ad esaurimento per poche decine di anni; durante il secondo conflitto mondiale ci fu una ripresa dell'attività - con ammodernamento dei servizi (mai entrati in uso e ora scomparsi nella vegetazione) - e relativa constatazione della reale carenza di materia prima. La visita è liberamente possibile lungo un percorso attrezzato con catene corrimano.
Dal piazzale di parcheggio 600m si entra fra i cespugli lungo un sentierino che si porta sotto la verticale della funivia: qui si imbocca un breve ma sassosissimo percorso che scende ad una strada asfaltata. La si segue verso destra finchè termina contro il cancello di un agriturismo. Si prosegue a sinistra lungo una bellissima mulattiera selciata che sale nel bosco - a sinistra la deviazione per la ferrata Gamma 1 al Pizzo d'Erna e a destra il bivio per Campo de Boi - fino al piccolo agglomerato di case rurali di Costa 784m; lo si attraversa e si raggiunge il Rifugio Stoppani 890m. Si continua sulla mulattiera alternando salite a falso piani e oltrepassando la Fonte del Cop e la Baita del Palazzetto 950m; poco oltre il facile guado del torrente Bione, al bivio non segnalato, si procede a sinistra con qualche roccetta fino allo "svincolo" del Piano del Fieno 1167m, importante snodo di sentieri. Si imbocca il sentiero che traversa a saliscendi le pendici del Resegone: attraversati alcuni valloni secondari e quello - più marcato - della Val Còmera, si raggiunge l'ultima salita nel bosco che si conclude al Passo del Fòo 1284m (Ristoro Ghislandi). Da qui si scende rapidamente in traverso fino al Rifugio Alpinisti Monzesi 1173m, posto al bordo del canalone di Val Negra. Si transita sul terrazzo del rifugio e si imbocca il sentiero per la Passata: con un nuovo saliscendi si raggiunge in breve il piazzale d'ingresso delle miniere. Attorniate da qualche rudere di costruzioni tecniche o abitative dei minatori, si aprono alcune gallerie, fra le quali vari assaggi e perforazioni franate; la miniera vera e propria - della quale c'è un'illustrazione in pianta all'ingresso - è un po' labirintica su più livelli, ma le attrezzature agevolano il percorso e l'orientamento. E' naturalmente indispensabile una buona sorgente di luce personale.
Ritorno per la via di andata.
Dal piazzale di parcheggio 600m si entra fra i cespugli lungo un sentierino che si porta sotto la verticale della funivia: qui si imbocca un breve ma sassosissimo percorso che scende ad una strada asfaltata. La si segue verso destra finchè termina contro il cancello di un agriturismo. Si prosegue a sinistra lungo una bellissima mulattiera selciata che sale nel bosco - a sinistra la deviazione per la ferrata Gamma 1 al Pizzo d'Erna e a destra il bivio per Campo de Boi - fino al piccolo agglomerato di case rurali di Costa 784m; lo si attraversa e si raggiunge il Rifugio Stoppani 890m. Si continua sulla mulattiera alternando salite a falso piani e oltrepassando la Fonte del Cop e la Baita del Palazzetto 950m; poco oltre il facile guado del torrente Bione, al bivio non segnalato, si procede a sinistra con qualche roccetta fino allo "svincolo" del Piano del Fieno 1167m, importante snodo di sentieri. Si imbocca il sentiero che traversa a saliscendi le pendici del Resegone: attraversati alcuni valloni secondari e quello - più marcato - della Val Còmera, si raggiunge l'ultima salita nel bosco che si conclude al Passo del Fòo 1284m (Ristoro Ghislandi). Da qui si scende rapidamente in traverso fino al Rifugio Alpinisti Monzesi 1173m, posto al bordo del canalone di Val Negra. Si transita sul terrazzo del rifugio e si imbocca il sentiero per la Passata: con un nuovo saliscendi si raggiunge in breve il piazzale d'ingresso delle miniere. Attorniate da qualche rudere di costruzioni tecniche o abitative dei minatori, si aprono alcune gallerie, fra le quali vari assaggi e perforazioni franate; la miniera vera e propria - della quale c'è un'illustrazione in pianta all'ingresso - è un po' labirintica su più livelli, ma le attrezzature agevolano il percorso e l'orientamento. E' naturalmente indispensabile una buona sorgente di luce personale.
Ritorno per la via di andata.
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