Rifugio Starlaresc da Sgióf (1880 m)


Publiziert von siso , 5. Oktober 2014 um 18:50.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum: 4 Oktober 2014
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Poncione Piancascia   CH-TI 
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1225 m
Strecke:Parcheggio Piee (740 m) – Pianèsc (819 m) – Màtar (1290 m) – Rifugio Starlaresc da Sgióf (1880 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2 – uscita Bellinzona Sud – Gordola – Valle Verzasca – Brione.
Unterkunftmöglichkeiten:Rifugio Starlaresc da Sgióf.
Kartennummer:C.N.S. No. 1292 – Maggia - 1:25000.

Escursione nel comune di Brione Verzasca  ,   in una giornata umida e nebbiosa.

Oggi dovrò rinunciare alle foto panoramiche: la fotografia della parete del Poncione d’Alnasca sarà per un’altra volta.

Il rifugio, con 10 posti letto, appartiene ai “Copadroni Starlaresc”; presumo che si tratti di un’associazione analoga al patriziato, ma non ne ho la certezza.

 

Inizio dell’escursione: ore 7.30

Fine dell’escursione: ore 14.25

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1019 hPa

Temperatura alla partenza da Piee: 14°C

Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3100 m

Temperatura al Rifugio Starlaresc alle 10.40: 10°C

Temperatura al rientro a Piee: 21°C

Velocità media del vento: 0 km/h

Sorgere del sole: 7.26

Tramonto del sole: 18.58

 

Brione Verzasca è nota ai turisti e agli amanti dell’arte, soprattutto per lo straordinario ciclo di affreschi gotici visibili nella chiesa di Santa Maria Assunta. Sarà una tappa d’obbligo al rientro dall’escursione.

Lo stemma comunale, ratificato nel 1952, è costituito da un castello sostenuto da un leone sulla destra e riflette quello della famiglia di Giovanni Gada, benefattore che nel 1635-1644 istituì l’omonimo beneficio in favore di una scuola e della chiesa del villaggio.

 

Percorrendo la valle nella semioscurità del mattino, nella mia mente riecheggiano le parole dello scrittore Piero Bianconi (1.6.1899 – 5.6.1984), lette ieri sera come preparazione alla gita.

 

“La Verzasca è tra le più selvagge valli delle Prealpi, senza sbocco, serrata entro nude montagne torreggianti che incutono spavento a chi vi capiti dal piano. Oggi è facile arrivarci, la strada è agevole alle ruote dell’automobile; un tempo era impresa ardua per il forestiero percorrere il faticoso sentiero in bilico su precipizi, tra forre e burroni. Eppure quel sentiero era continuamente percorso dalla gente della valle, con il poco bestiame; i verzaschesi erano in continuo movimento, una specie di nomadismo circolare li portava senza posa dalla montagna al piano, dall’ombra della valle al sole del vigneto fuori della stretta gola di Tenero dalla quale sbucavano impetuose le acque: era un continuo migrare alla faticata ricerca di sostentamento, dal formaggio al vino, dalle castagne alla polenta, per integrare l’avarizia della dura terra. Questo incessante correre sul cerchio delle stagioni, e mutar domicilio, spiega come l’architettura rustica in Verzasca sia estremamente elementare: già la casa per l’uomo della terra non è che notturno riparo a distendere le stanche ossa, ma quando invece di una le case sono due o magari tre (contando la rudimentale cascina sull’alpe) si intende che la cura che se ne può avere è minima. Tanto che si vorrebbe pensare che in così scabro cantuccio di mondo l’anonima fatica delle generazioni non abbia lasciato traccia, che non vi esista segno di storia o d’arte. Eppure, se la casa del singolo era misera e disadorna, lo sforzo collettivo si concentrava su quella che è la casa di tutti, sulla chiesa, per farla più bella e ornata.”

 

Lasciato il parcheggio nella frazione di Piee, prima del rettilineo che immette nel villaggio di Brione, mi incammino sul sentiero di fronte alla fontana. In circa dieci minuti raggiungo il bellissimo agglomerato di Pianèsc (819 m), 7 rustici in pietra naturale, con la variante di una baita di colore rosso vinaccia: gradevole! Fervono i lavori di mungitura e di accompagnamento delle mucche nei pascoli recintati. Da qui via non vedrò più anima viva per circa 7 ore. Dopo la radura inizia la dura salita nel bosco: il sentiero non mi concederà più tregua, se non per breve traverse e per una discesa di circa 250 m. La temperatura mite e l’elevato tasso d’umidità mi fanno trasudare tutte le birrette bevute in settimana…

È la giornata delle salamandre: ne ho viste diverse già sul sentiero; per contro non scorgo l’agognata parete del Poncione d’Alnasca, mascherata dalle nuvole e dalla nebbia bassa.

In un’ora e un quarto raggiungo la panchina presso la baita Màtar, a 1290 m di quota. Anche da questo pregevole belvedere non si vede nulla; per fortuna neppure l’impressionante precipizio che si apre a pochi metri dal sentiero.

Proseguo in direzione Ovest, in discesa, per un dislivello di una cinquantina di metri, fino a superare un primo riale, per poi raggiungere, poco dopo, il versante orografico sinistro del vallone che scende dal Lago Starlaresc. A circa 1240 m di quota mi imbatto in un bivio: il sentiero bianco/blu per la capanna sale a destra. Noto con piacere che il percorso è stato curato in parecchi tratti a beneficio della sicurezza dei viandanti: cordine di corrimano, scale di legno e di pietra, pioli metallici, catene e catenelle.

Dopo decine di risvolti pervengo al pianoro posto a circa 1800 m di quota. Le nuvole e la nebbia si diradano, concedendomi qualche raggio di sole. Osservo con interesse i magnifici macigni, alcuni dei quali sfruttati dagli alpigiani come tetto per costruire degli sprügh, ossia dei ripari per il bestiame, delimitati e chiusi da muretti a secco. A volte tali ripari erano destinati agli alpigiani stessi: uno squallido interno da far ritornare questa povera gente, per necessità, alle condizioni di vita dei trogloditi.

Il paesaggio diventa sempre più bello: il lariceto si è già parzialmente colorato di giallo, le zone umide hanno assunto tonalità rossicce, gli affioramenti di roccia sono ricamati di numerosi rivoli. Mi immergo a cuore aperto in questo straordinario scenario, affrontando l’ultima erta, che in circa 400 m lineari conduce al Corte di Starlaresc (1880 m). La capanna, non custodita, è una parte dell’ex stalla del corte. Uno steccato di legno impedisce alle bestie di avvicinarsi all’edificio. Il locale che funge da cucina e refettorio è semplice, ma funzionale; forse è un po’ meno curato rispetto a quello che ho visitato recentemente al Rifugio Alpe Costa.
 

                                     Rifugio Starlaresc da Sgióf (1880 m)
 

Delle schede plastificate, appese alle pareti, informano che il Lago del Starlaresc da Sgióf è colonizzato da ben 11'700 anni, in pratica dal Pleistocene, dal tritone alpestre (Ichthyosaura alpestris).

Questo anfibio urodelo, per la verità, è diffusissimo in numerosi laghetti alpini, per esempio ai laghetti di Taneda; ciò che rende speciale questo lago è la neotenia: un fenomeno evolutivo per cui negli individui adulti di una specie permangono le caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche delle forme giovanili. Nel Lago del Starlaresc da Sgióf  troviamo delle condizioni ottimali per osservare questo fenomeno: alcuni giovani tritoni, allo stadio larvale, bloccano la metamorfosi mantenendo le branchie per tutta la vita, così che possano vivere permanentemente nell’acqua respirando appunto con queste strutture. Pare che il fenomeno sia da ricondurre alla carenza di iodio nella dieta, associata alla profondità del lago, che consente loro di rimanere in attività per tutto l’anno, anche sotto la coltre di ghiaccio.

Per conservare questo gioiello naturalistico è indispensabile evitare qualsiasi immissione di pesci di qualsiasi specie, che farebbero scomparire l’intera popolazione di tritoni in pochissimo tempo.
 

La nebbia che lambisce l’alpeggio mi induce a rinunciare alla preventivata salita fino al Passo Deva (2036 m), a soli 30 minuti di cammino dal rifugio.

Riprendo quindi il cammino di ritorno, circa 4,5 km, che percorro in circa 2:25 h, con numerose pause fotografiche.

Arrivato a Brione Verzasca non mi perdo la chicca artistica, costituita dagli affreschi gotici di Scuola Giottesca Riminese del secolo XIV.
Secondo lo storico dell’arte Bernhard Anderes, la chiesa parrocchiale di Brione, insieme con le chiese di Santa Maria dei Ghirli a Campione d’Italia  e di Stugl, nei Grigioni, contiene gli affreschi altogotici di stile giottesco più importanti della Svizzera.

 

Escursione in Val Verzasca alla scoperta di un piccolo rifugio privato in un pregevole ambiente naturalistico. Luogo ideale per abbinare il piacere della camminata a quello della fotografia, alle preziosità della biologia e dell’arte, nonché a quelle delle specialità dei grotti della valle.

 

Tempo di salita: 3:05 h

Tempo totale: 6 h 55  min

Tempi parziali

Parcheggio Piee (740 m) Màtar (1290 m): 1:15 h

Màtar (1290 m) Rifugio Starlaresc da Sgióf (1880 m): 1:50 h

Rifugio Starlaresc da Sgióf (1880 m) Parcheggio Piee (740 m): 2:25 h

Dislivello in salita: 1225 m

Sviluppo complessivo: 8,9 km

Difficoltà: T3

Coordinate Rifugio Starlaresc da Sgióf: 703'000 / 125'625

Copertura della rete cellulare: buona, fatta eccezione per la zona ovest del lago.

 

Percorso: Parcheggio Piee (740 m) – Pianèsc (819 m) – Màtar (1290 m) – Rifugio Starlaresc da Sgióf (1880 m).

 

Accesso alla località di partenza:

Autostrada A2 – uscita Bellinzona Sud – Gordola – Valle Verzasca – Brione.

Possibilità di alloggio: Rifugio Starlaresc 

 

Numero delle carte geografiche:

C.N.S. No. 1292 – Maggia - 1:25000.

Tourengänger: siso


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Kommentare (6)


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Daniele66 hat gesagt:
Gesendet am 5. Oktober 2014 um 20:59
Penso che non ci sia un angolo di Svizzera che tu non ci sia stato....Complimenti Daniele66

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 5. Oktober 2014 um 21:21
Ciao Daniele!
La Sizzera è sì piccola, ma le sue montagne e le valli sono innumerevoli...
Buona settimana,
siso.

Felix hat gesagt:
Gesendet am 6. Oktober 2014 um 07:53
interessante, sentimentale e emozionante il tuo rapporto!

saluti

Felix

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 6. Oktober 2014 um 20:13
Grazie Felix, troppo buono!
Cari saluti dal Ticino,
siso.

Simone86 hat gesagt:
Gesendet am 8. Dezember 2015 um 19:55
splendide zone, questa via di salita non la conoscevo, molto interessante e ben attrezzata. Ottime descrizioni!

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 9. Dezember 2015 um 13:12
Grazie Simone,
si tratta di un rifugio poco noto, ubicato in una zona splendida!
Merita sicuramente la visita.
Ciao,
a presto.
siso


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