Ponte dell'Orco
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Come previsto anche oggi la giornata lascia molto a desiderare. Temendo nei rientri anticipati decidiamo di fare un giro veloce in Valsugana per toglierci una curiosità che è anni che ci portiamo dietro.
A Ivano-Fracena scendono poche gocce ma la giornata è bigia bigia. Lasciamo l’auto nei pressi di un parchetto di Fracena, all’imbocco della strada per il Rifugio Lefre, sentiero 329.
La salita con solo qualche strappetto arriva velocemente al bivio per il Ponte dell’Orco. Fino a qui si tratta di sterrata o comodo sentiero. I circa 15/20 minuti per il Ponte dell’Orco invece sono di sentiero stretto e a tratti un poco esposto e oggi scivoloso per cui ci vuole un poco di attenzione. Perdiamo circa 100 m di quota e aggiriamo le pendici del Monte Lefre fino ad arrivare sotto l’imponente arco. C’è da restare senza fiato nel vedere ciò che la natura ha creato.
L’arco è lungo 72,5 m, largo 4,5 m. La luce dell’arco interno è di 60 m e lo spessore minimo dell’arcata centrale di 12 m per un’altezza dal suolo di 50 m. E’ incredibile e sembra che alle spalle di questo ponte se ne stia formando un altro più piccolo.
Come tutti questi monumenti naturali anche questo ha la sua leggenda che narra di un pastorello, perdutosi tra le numerose balze rocciose del Monte Lefre mentre tornava al paese con il gregge. Pur di salvarsi vende l’anima al diavolo il quale incarica un orco di gettare un ponte sul punto più impervio del vallone, permettendo così al pastorello e al suo gregge di rientrare al paese, in cambio cos’abbia voluto il diavolo non si sa!
Dopo le doverose foto di rito torniamo a Fracena facendo una deviazione alla chiesetta del 1500 di San Vendemmiano, dove purtroppo quello che è evidente sono le numerose firme e scritte dei soliti Idioti che non possono fare a meno di lasciare il segno del loro passaggio.
Torniamo alla macchina e ci dirigiamo a Castello Ivano, purtroppo un cartello di proprietà privata, divieto di accesso e area video sorvegliata ci consigliano di non varcare il cancelletto aperto, peccato perché da fuori sembra ancora in buone condizioni!
Schiviamo parecchi ingorghi nel rientro a partire dall’entrata in autostrada a Trento Nord entrando noi a Trento Sud, all’uscita ad Affi proseguiamo per Verona, qualche km e soldino in più ma così evitiamo la colonna in uscita e peggio ancora il rientro a Peschiera. Poco dopo Brescia un cartello annuncia ben 89 minuti per fare Bergamo-Milano Est che solitamente in 30 si fa, il mistero è presto detto, 5 km di coda dopo Trezzo per incidente che fortunatamente evitiamo perché tutto si risolve poco prima del nostro arrivo. Il rientro termina felicemente uscendo dal peduncolo evitando così gli oltre 2 km di coda al casello!
Dati GPS: Dislivello 394 m; km 5,70
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