Gioielli architettonici ed artistici della Bassa Valsesia


Publiziert von paoloski , 25. März 2014 um 15:00.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:23 März 2014
Wandern Schwierigkeit: T1 - Wandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 3:30

Con l'inizio della primavera il FAI, Fondo Ambiente Italiano, organizza le ormai tradizionali "Giornate di Primavera" in cui diversi monumenti, molti dei quali normalmente non visitabili, vengono aperti gratuitamente al pubblico. 
Il tempo in realtà fa pensare più all'inverno che alla bella stagione ma accontentiamoci. Con mia moglie Anna al mattino abbiamo visitato la chiesa romanica di San Pietro a Gemonio ed il chiostro di Sant'Antonino a Luvinate; per il pomeriggio decidiamo di spingerci in Piemonte: sul sito del FAI avevo scoperto un paio di luoghi molto interessanti in provincia di Novara: l'abbazia di San Nazzaro Sesia ed il borgo di Carpignano Sesia.
Con l'A26 da Varese a San Nazzaro ci vuole poco più di mezz'ora, alle 14 siamo già sul posto. Attraversiamo Biandrate e proseguiamo verso la nostra meta, il paesaggio intorno è costellato di campi e di risaie, solo le Alpi innevate all'orizzonte interrompono la vastità della pianura. Fatti pochi chilometri ecco un'imponente torre di mattoni che sovrasta un nucleo di basse abitazioni. Siamo arrivati, parcheggiamo davanti al Municipio e ci dirigiamo verso la torre, e l'ingresso dell'abbazia. Il primo impatto è notevole: una grande costruzione di mattoni scuri che mi ricorda un po' Sant'Ambrogio a Milano,
Entriamo subito anche per sottrarci al vento micidiale che ci sferza e ci uniamo al gruppo che sta iniziando la visita. Il nostro cicerone ci illustra in breve la storia di questo edificio, fondato intorno al 1040 da Riprando, vescovo di Novara con l'aiuto dei fratelli Adalberto e Guido e del nipote Ottone, Conti di Biandrate e vassalli dell'Imperatore.
Prima dell'abbazia fu costruita la torre con funzioni militari e strategiche: il luogo si trova infatti all'incrocio fra la Via Regia, che collegava Milano e Torino, e la Via Biandrina che collegava Biandrate con i possedimenti dei conti in Alta Valsesia (Val d'Otro e Alpe Mud fra gli altri) e su cui si svolgeva la transumanza. Il sito è anche molto prossimo ad alcuni dei guadi del fiume Sesia.
Sorgendo lungo il percorso di due strade importanti presso l'abbazia vi era anche un hospitalis per accogliere viandanti e pellegrini.
I monaci benedettini chiamati a gestire l'abbazia fecero un lavoro immenso di bonifica di queste terre, allora paludose e soggette alle piene ed ai cambiamenti di corso del Sesia, con la costruzione di rogge e canali scolmatori, e per questa loro attività esigevano una decima dalle popolazioni locali.
Il periodo di massima potenza e splendore dell'abbazia si ebbe intorno alla metà del '400 quando abate fu Antonio Barbavara che ampliò e ristrutturò completamente il complesso monastico.
In seguito iniziò una lunga fase di declino che raggiunse il suo apice con Napoleone che alienò alcune porzioni del complesso, ancora oggi parti dell'abbazia sono di proprietà privata,.
I restauri a cura dello Stato e di alcune fondazioni iniziarono nel 1957 ed oggi è stato ripristinato la stato che il complesso aveva a metà del '400.
Entriamo nella chiesa che ha forme di transizione fra il Romanico ed il Gotico, vi si trovano solo due affreschi ma entrambi notevoli: un San Nazzaro a cavallo attorniato da quattro altri santi ed una Madonna col Bambino ed i santi Sebastianio ed Agata di fattura decisamente non usuale. In questa giornata è possibile visitare anche il porticato superiore del chiostro, normalmento non accessibile, dove si trovano un ostello con una decina di posti e le abitazioni di alcuni preti delle parrocchie circostanti.
In ultimo raggiungiamo la torre, che sembra più alta dei suoi 33 metri. Frammisti ai mattoni con cui è costruita si trovano diverse pietre di epoca romana , a testimonianza di quanto il luogo fosse comunque abitato ben prima dell'arrivo dei monaci.
Decisamente una bella scoperta quella di questa abbazia che più che per le singole parti, comunque notevoli, ci ha colpito per l'armonia dell'insieme.

Seconda tappa del nostro tour nella Bassa Valsesia è il paese di Carpignano Sesia, a qualche chilometro da San Nazzaro. Qui è possibile visitare il compesso del castello, risalente al X secolo ( sebbene, come la desinenza del paese in -ano fa intuire, anche qui i primi insediamenti risalgono all'epoca romana)
Il nucleo più antico del paese era interamente racchiuso fra le mura e circondato da un fossato. Oggi il palazzo della famiglia dei Calpiniano, a cui succedettero i conti di Pombia Varallo e poi quelli di Biandrate, è sede della Biblioteca ma fra quelle che erano le mura rimangono diverse case medioevali costruite in sassio di fiume con la tecnica della spina di pesce. Oltre alle abitazioni civili vi è anche la chiesa di San Pietro eretta all'inizio del XI secolo come cappella signorile ed alla fine di quel secolo donata dai Biandrate alla Chiesa Cattolica in seguito alla prima crociata in cui morì uno dei conti.
Fra il 1140 ed il 1141 la chiesa fu donata al priorato di Castelletto Cervo che faceva capo all'abbazia di Cluny in Borgogna. I monaci di Castelletto Cervo trovarono anche rifugio nel castello di Carpignano durante il XIII e XIV secolo quando il loro priorato venne più volte gravemente danneggiato nel corso dei frequenti scontri fra i signori locali. Con il declino di Cluny alla fine dl XIV secolo questi abbandona i numerosi monasteri italiani. Fino al '500 la chiesa era ancora in buone condizioni poi con il '600 inizio il declino, fu adibita a lazzaretto ed al termine dell'epidemia i muri vennero coperti di calce per essere disinfettati. Fortunatamente questa procedura è reversibile ed oggi gli affreschi sono nuovamente visibili. Nell'ottocento la chiesa venne adibita ad usi agricoli finchè nel 1871 venne alienata e divisa fra vari compratori che l'adibirono a deposito e cantina.
Fu solo con gli studi di Paolo Verzone, a partire dal 1928, che si ebbe la riscoperta di questo monumento che venne infine acquistato dal Municipio e restaurato.
Al di là della chiesa è interessante l'intero nucleo antico di Carpignano, costituito da case medioevali costruite in ciottoli di fiume e preservato, pur con qualche mancanza e stravolgimento.

Lasciata Carpignano seguendo la Via Biandrina in direzione di Ghemme, facciamo una breve sosta a circa 1 Km dal paese dove si trova la piccola chiesa di Santa Maria di Lebbia, una chiesetta di fondazione romanica ma ricostruita fra il '300 ed il '400 in forme tardogotiche.
E' chiusa ma all'interno si vedono gli affreschi dell'abside raffiguranti un'Ultima cena e l'altare in cotto della fine del'600. Anche questa è costruita in ciottoli di fiume disposti a spina di pesce inframmezzati da conci in cotto.

Ultima tappa è la ricerca della bellissima cascina che abbiamo notato varie volte percorrendo l'A26. Grazie ad alcune foto esposte nella biblioteca di Carpignano abbiamo scoperto trattarsi della Cascina Cattanea di Ghemme, risalente al 1400 e conservatasi nelle sue forme originarie.
Dopo qualche giro a vuoto in Ghemme riusciamo finalmente a trovarla: è veramente notevole, lo stato di conservazione non è ottimale ma è un notevole esempio di fattoria fortificata medioevale, il complesso che sembra diviso in due proprietà di cui una è un agriturismo, è circondata da mura in ciottoli di fiume e conserva due notevoli torri difensive a due angoli del perimetro murario.

Viste le condizioni meteorologiche odierne non era proprio il caso di recarsi in montagna ma siamo comunque molto soddisfatti del nostro tour alla scoperta di insospettabili gioielli a pochi chilometri da casa.

Tourengänger: paoloski, annna


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