Cavalcata di cime in Valchiusella
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Seguendo le previsioni meteo con Vincenzo decidiamo per andare in "zona" Ivrea . La sera precedente, apro la cartina, cerco qualcosa e vedo la possibilità di un bel giro che tocca molte cime, partendo da Traversella.
Tra l'altro non vogliamo stare in quota, non sapendo bene le condizioni (visto che ha piovuto fino a poco fa).
Quindi, senza troppi calcoli accendiamo la proposta.
La giornata inizialmente è bella e saliamo tranquillamente per il sentiero 719. Ma già durante la salita qualche nebbia copre la visuale e sembra voler prendere il sopravvento. Arriviamo al Rifugio Chiaromonte e la visibilità è molto scarsa.
Per fortuna sono solo nuvole di passaggio e poco dopo il panorama si riapre.
Raggiungiamo per prati la Bocchetta del Lupo da cui parte la lunga cresta. Saliamo la prima elevazione (quota 2162) il punto più alto del giro ma senza nome.
Il percorso prosegue senza particolari difficoltà, toccando Cima Vallone, Cima Bracca, Cima Biolley, Punta del Pianello, Punta di Pian dei Francesi.
La giornata sembra stabile al bello e non è tardi, quindi decidiamo di effettuare la variante ipotizzata la sera precedente in un impeto di masochismo, per allungare il tragitto.
Dal Col Naverano scendiamo al Colle Pian del Muli per salire il Monte Cavallaria, che non è una gran cima, se non per il fatto che è praticamente l'angolo tra la Val d'Aosta e il Piemonte. Profilo che si vede ogni volta che si percorre l'autostrada in direzione Aosta.
Dalla cartina vediamo che il sentiero passa molto vicino a Cima Le Colme .... mica vorrai lasciare fuori questa vetta? Certo che no!
Tagliamo per prati e poi per cresta, e senza sentiero raggiungiamo la cima e poi, sempre per la dorsale continuiamo la salita fino al Monte Gregorio, dove inizia ufficialmente la nostra discesa.
Siamo un po' cotti, il dislivello si fa sentire (anche se al momento non sapevamo ancora di aver fatto così tanto). La dorsale sembra bella e, in effetti, il primo tratto scivola via velocemente, fino alle ultime due elevazioni, il Monte Bitogno e subito dopo la Torretta delle Cime (queste ultime due non meritano proprio il titolo di cima ... ma sulla cartina sono segnate così).
Dalla Torretta il percorso si fa più complicato e faticoso, dovendo passare tra sassi ed erba che creano un sacco di buchi non facilmente visibili e che mettono a serio rischio le caviglie. Arriviamo comunque sani e salvi a Pian Campiglia dove ci attende il "rientro" alla macchina per una strada abbastanza lunga e con qualche sali-scendi che ci impegnerà ancora per un'ora.
Puntuali come un orologio, siamo alla macchina alle 17:30, proprio un attimo prima che faccia buio, decisamente soddisfatti per il gran giro.
Tra l'altro non vogliamo stare in quota, non sapendo bene le condizioni (visto che ha piovuto fino a poco fa).
Quindi, senza troppi calcoli accendiamo la proposta.
La giornata inizialmente è bella e saliamo tranquillamente per il sentiero 719. Ma già durante la salita qualche nebbia copre la visuale e sembra voler prendere il sopravvento. Arriviamo al Rifugio Chiaromonte e la visibilità è molto scarsa.
Per fortuna sono solo nuvole di passaggio e poco dopo il panorama si riapre.
Raggiungiamo per prati la Bocchetta del Lupo da cui parte la lunga cresta. Saliamo la prima elevazione (quota 2162) il punto più alto del giro ma senza nome.
Il percorso prosegue senza particolari difficoltà, toccando Cima Vallone, Cima Bracca, Cima Biolley, Punta del Pianello, Punta di Pian dei Francesi.
La giornata sembra stabile al bello e non è tardi, quindi decidiamo di effettuare la variante ipotizzata la sera precedente in un impeto di masochismo, per allungare il tragitto.
Dal Col Naverano scendiamo al Colle Pian del Muli per salire il Monte Cavallaria, che non è una gran cima, se non per il fatto che è praticamente l'angolo tra la Val d'Aosta e il Piemonte. Profilo che si vede ogni volta che si percorre l'autostrada in direzione Aosta.
Dalla cartina vediamo che il sentiero passa molto vicino a Cima Le Colme .... mica vorrai lasciare fuori questa vetta? Certo che no!
Tagliamo per prati e poi per cresta, e senza sentiero raggiungiamo la cima e poi, sempre per la dorsale continuiamo la salita fino al Monte Gregorio, dove inizia ufficialmente la nostra discesa.
Siamo un po' cotti, il dislivello si fa sentire (anche se al momento non sapevamo ancora di aver fatto così tanto). La dorsale sembra bella e, in effetti, il primo tratto scivola via velocemente, fino alle ultime due elevazioni, il Monte Bitogno e subito dopo la Torretta delle Cime (queste ultime due non meritano proprio il titolo di cima ... ma sulla cartina sono segnate così).
Dalla Torretta il percorso si fa più complicato e faticoso, dovendo passare tra sassi ed erba che creano un sacco di buchi non facilmente visibili e che mettono a serio rischio le caviglie. Arriviamo comunque sani e salvi a Pian Campiglia dove ci attende il "rientro" alla macchina per una strada abbastanza lunga e con qualche sali-scendi che ci impegnerà ancora per un'ora.
Puntuali come un orologio, siamo alla macchina alle 17:30, proprio un attimo prima che faccia buio, decisamente soddisfatti per il gran giro.
Tourengänger:
Andrea!
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Kommentare (9)