Cabane de Valsorey CAS (3030 m)

Decisione last second per la meta di oggi. Non so cosa fare.. una vetta, una capanna..? Parto da casa tardissimo, con destinazione Corne de Sorebois.. poi, in macchina, cambio completamente programma : perché fare una cima insignificante in una valle in cui sono stato mille volte, e non tornare invece in un posto in cui sono stato anni fa e che mi aveva affascinato – la cabane du Vélan ?

Arrivo alla partenza alle 10 e mezza, un’ora veramente inconsueta ! La meta, come ho detto, è la cabane du Vélan, ma ho la tentazione di andare alla cabane de Valsorey : alla prima, ci sono già stato, a quest’ultima no. L’unica cosa è che la guida dà 3h30’ invece di 2h15’.. Parto forte, allora. Il ginocchio, picchiato ieri, gira bene, grazie ad un antiinfiammatorio svizzero miracoloso, per cui al bivio decido di puntare per la cabane de Valsorey. Come c’era da aspettarsi..! Alla fine sono alla capanna in 2h32’.. Purtroppo, e lo sapevo già, da qui non c’è molto da andare avanti.. Vedo con un po’ di invidia cordate scendere dal Grand Combin.. chissà se mai riuscirò a farlo..? Prendo un tè in capanna, sgranocchio qualche dolce che mi sono portato da casa, ammiro il panorama e scendo a valle. Durante la salita mi ero studiato il Petit Vélan, una possibile meta futura. Scendendo, raggiungo un giovanotto. Lo saluto in francese e lui mi risponde con un ciao. Solitario come me, gli chiedo da dove viene. Mi racconta che ha fatto Combin de Valsorey e de la Tsessette. Rimango affascinato e mi faccio raccontare i dettagli della sua salita (a tratti, un po’ folle..). Passato dal famigerato e pericolosissimo Corridor, ha incontrato difficoltà tremende nel salire al Col du Meitin.. Chiacchieriamo a lungo.. è un gran conoscitore della zona (anche se dice di spaziare dalle Alpi Marittimi ai Monti Tauri..) ed è un piacere parlarci assieme. Scendendo, senza volere prendo un sentiero diverso da quello di salita : il vecchio sentiero con catene e due scalette.

Per l’ennesima volta, eccomi attorno al Grand Combin, montagna che amo. Di qui, roccioso e scuro, completamente diverso dalla massa glaciare che si ammira da Panossiére.