Piz Turba (3018 m) da Juf

Dopo il Gletscherhorn, felicemente conquistato il 22 luglio scorso, ritorno nelle Alpi del Platta per salire un altro tremila che sulla carta dovrebbe essere alla mia portata (T4). Il Piz Turba è soprattutto un’apprezzata meta scialpinistica, con partenza da Bivio; vado a scoprirlo in piena estate!

Il toponimo “Turba”, termine molto musicale, che per assonanza dovrebbe far mettere le ali, ha il significato di torba. La Val Turba si estende ad Est del pizzo, congiungendosi con la Val Maroz.

Inizio dell’escursione: ore 6.25

Fine dell’escursione: ore 13.55

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1021 hPa

Temperatura alla partenza: 3°C

Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3800 m

Temperatura al rientro: 17°C

Alba: 6:17

Tramonto: 20:37

Parto alle 6:25 dal paesino di Juf, colonizzato dapprima dai romani e a partire dal 1292 dai Walser: 6 famiglie, 24 abitanti, 27 edifici per lo più di legno con tetto in piode. La Val d’Avers è ancora quasi intatta, poco antropizzata. Si ha l’impressione che negli ultimi trecento anni poco sia cambiato. Già nel 1742 il parroco protestante Nicolin Sererhard, autore di una descrizione di tutti i comuni dei Grigioni, a proposito della Val Avers ebbe a scrivere: “Una regione selvaggia, difficilmente paragonabile a qualsiasi altra per selvatichezza”.

La meteo non è entusiasmante: frescolino, per non dire freddo, e banconi di nebbia in quota. Seguo il sentiero sul fondovalle dello Juferalpa in direzione SE per circa 1,7 km fino a quota 2185 m, dove ad un bivio lascio il fondovalle e piego a sinistra verso Mutt (2252 m). Il sentiero è cosparso di deiezioni; una mandria di manzette pascola su questo ripido pendio. Sono ancora relativamente minute: avranno un anno di vita. Prima di essere fecondate dovranno raggiungere almeno i 400 kg (18 mesi).

Il morale non è altissimo: il bancone di nebbia ristagna, non ha intenzione di dissolversi. E pensare che diversi istituti di previsioni meteo mostravano per oggi pieno sole. Dopo circa un’ora e mezzo di cammino arrivo al segnavia poco sotto la Fuorcla da la Valletta. Da qui via il sentiero prosegue in direzione Sud, con alcuni tratti in leggera discesa. Dopo un chilometro e mezzo di rilassante cammino raggiungo il valico Forcellina (2672 m). Non si vede molto. Ciò nonostante, grazie alla buona preparazione della gita a tavolino e ai numerosi omini di pietra trovo immediatamente il percorso per il Piz Turba. In barba alla canicola perdurante in città, qui sono indotto a calzare i guanti. Dopo circa un quarto d’ora di marcia dal valico esco finalmente dal bancone di nebbia. È un’altra vita: adesso posso apprezzare pienamente l’escursione. Risalgo affioramenti di roccia, sfasciumi, nevai e quello che resta del Turbagletscher.


                                                          Turbagletscher

Gli ultimi 150 m per raggiungere il crinale sono i più faticosi. Il nevaio è troppo gelato per essere risalito liberamente; ho i ramponi, ma non ho voglia di toglierli dallo zaino. Lo aggiro alla destra su un ripido fianco di detriti cedevoli. Una volta arrivato sulla cresta Ovest della cima non ci sono più problemi; percorro ancora circa 180 m poi posso affermare Piz Turba geschafft! Ci sono volute circa 3 h e 30 min. Finalmente risplende un bel sole, che mi permette di osservare nitidamente numerose cime, a cominciare dal Piz Mäder (3001 m) e dal Piz Piot (3053 m), a poche centinaia di metri in linea d’aria.

Manca il libro di vetta, ma non sia mai detto che non lasci i saluti e la massima del giorno agli amici di Hikr!  L’ispirazione mi è data dal fragore dello Juferrhein nascente:

“Un grande fiume fa meno rumore di un piccolo fiume”.

L’ottavo 3000 m del 2013 è nel carniere, o, per meglio dire, nelle memorie fotografiche, in quella del GPS e nell’hard disk del mio cervello. Il “Pizzo torba” merita sicuramente la visita anche in estate.

Ulteriore tremila conquistato nella Valle d’Avers: il quarto in due anni. Nelle condizioni odierne questa cima potrebbe essere raggiunta anche dalle famiglie, a condizione che si disponga di buoni scarponcini sull’ultimo tratto con nevai ancora gelati.

Tempo totale: 7 h 30 min

Salita: 3 h 30 min

Tempi parziali

Juf (2126 m) – Forcellina (2672 m): 2 h 15 min

Forcellina (2672 m) – Piz Turba (3018 m): 1 h 15 min

Dislivello in salita: 985 m

Sviluppo complessivo: 13,5 km

Difficoltà: T3+

Coordinate Piz Turba: 766.605 / 142.180

Copertura della rete cellulare: dopo Forcellina numerose zone senza campo; buona dalla sella alla vetta.

Libro di vetta: no