La Strada del Duca, il Canale Muzza e l'Oratorio di San Biagio in Rossate
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Sconsigliabile intraprendere l'escursione in piena estate, in particolare quando imperversa l'anticiclone africano. Che sudata ragazzi!
E' una facile escursione in MTB che, se si esclude il tratto che costeggia il Fiume Adda, può essere affrontata anche con una normale bicicletta da turismo equipaggiata con pneumatici larghi.
Non presenta difficoltà ed il dislivello è praticamente inesistente. Il valore indicato nella "scheda dell'escursione" (rilevato dal GPS), è il frutto di un continuo su e giù impercettibile, e delle due rampe del cavalcavia sulla ferrovia. Dimenticavo: c'è anche la breve rampa che da Bocchi scende al fiume.
Si svolge per la massima parte su percorsi ciclabili protetti, su strade sterrate interpoderali o di argine, e su strade secondarie con scarso traffico nei giorni non lavorativi. Queste ultime sono di larghezza ridotta e, se percorse in gironi normali, richiedono particolare attenzione per i veicoli commerciali che le percorrono a folle velocità. Il tratto lungo il corso dell'Adda è su sentiero facile con un paio di guadi. L'Adda, al contrario del Ticino, non è frequentata da insetti pungitori: non è necessario fare uso di Autan o similari.
Il tratto lungo il fiume Adda, da Bocchi, può essere trascurato; non è particolarmente bello ed è avulso dal giro. Perché l'ho fatto? La mia idea iniziale era quella di raggiungere il ponte di Spino d'Adda, per passare sulla sponda est e rientrare da Rivolta d'Adda. IL secondo guado però era impraticabile per la profondità dell'acqua, così ho dovuto abortire l'idea e tornare sulle mie tracce.
Oltre all'attraversamento di un insospettabile ambiente agricolo così prossimo a Milano, l'escursione presenta anche interesse storico.
LOCALITA' DI PARTENZA. Pioltello (m 123).
ATTREZZATURA. MTB o una robusta bicicletta da turismo a ruote larghe.
DIFFICOLTÀ. Facile. Non ci sono salite e anche gli sterrati sono buoni.
QUOTA MASSIMA: m 130, sul cavalcavia della linea ferroviaria Milano-Venezia.
QUOTA MINIMA: m 79, a Bocchi, lungo l'Adda.
SVILUPPO: km 63,5.
Brevi informazioni storiche.
Si percorre un tratto (circa km 2.8) della Strada del Duca, così chiamata perché serviva, nel 1700, al duca Gabrio Serbelloni per muoversi all'interno dei propri poderi, ricalca il percorso di un'antica centuriazione romana. Lambisce la Riserva naturale delle Sorgenti della Muzzetta (non visitabile).
Si percorre un lungo tratto dell'argine del Canale Muzza, che prende origine a Cassano d'Adda, sotto il cast ello, e si reimmette nell'Adda a Castiglione d'Adda dopo circa km 40. È il canale italiano con maggiore portata ed il primo artificiale costruito nel nord Italia; dicono anche uno dei primi in assoluto in tutto il mondo.
Anticamente, almeno fino a Paullo, la Muzza era un ramo naturale dell'Adda, che disperdeva gradualmente le sue acque nella pianura, rendendo la zona più simile ad una palude che confondeva i suoi specchi d'acqua con quelli dell'antico e mitico Lago Gerundo.
Quando i Romani presero possesso di queste terre, il proprietario di questi terreni, un certo Tito Mutio, attuò un primo tentativo di bonifica. Fece fabbricare uno sbarramento sul fiume nei pressi dell'attuale Paullo, e una derivazione che rendesse possibile l'irrigazione delle sue proprietà. Queste acque vennero denominate "acquae Mutiae" cioè appartenenti alla famiglia Mutia. Le acque eccedenti dalla diga proseguivano fino al fiume Lambro attraverso un canale di scolo corrispondente all'attuale colatore Addetta.
Un primo progetto di bonifica fu attuato verso il 1150, rendendo disponibile un esteso territorio di terra fertile e coltivabile rendendo indispensabile le operazioni di irrigazione.
Fra il 1220 ed il 1230 circa, fu realizzata la parte del Canale Muzza a valle di Paullo. Tale costruzione triplicò la lunghezza del canale e corrisponde al percorso attuale. Il prolungamento della Muzza completò la bonifica del territorio e contribuì al prosciugamento del Lago Gerundo.
(Per la storia completa: http://www.muzza.it/gest/documenti/28-storiaenaturadelcanalemuzza.pdf ).
Purtroppo la nuova arteria stradale, della quale non voglio mettere in discussione l'utilità (anzi la ritengo necessaria), andrà a ferire profondamente questo angolo agreste alle porte di Milano. Il restauro della chiesetta non compenserà sicuramente la ferita inferta.
(Per chi volesse approfondire l'argomento: https://it.wikipedia.org/wiki/Oratorio_di_San_Biagio_in_Rossate ; http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LO620-00068/ ; https://www.tangenziale.esterna.it/territorio/psa/psa-3-muzza-san-biagio-di-rossate/).
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