Chüebodenhorn (3070 m)
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Vista da Sky
Finalmente dopo tantissimo tempo, riusciamo a combinare una giornata in montagna insieme col mio socio lupo7.
La meta che ci proponiamo è ambiziosa.. il Chüebodenhorn. Io l’ho già salito in estate, ma d’inverno è tutta un’altra cosa..
Le previsioni del tempo sono buone, almeno fino al pomeriggio. Alla partenza da All’Acqua ci sono -17°C.. Prepararsi è un problema !
Ci dirigiamo verso Piansecco seguendo il sentiero nel bosco. Arrivati alla capanna, seguiamo degli scialpinisti, che però poi proseguono per il Rotondo. Abbandoniamo quindi la loro traccia e ci dirigiamo, con un lunghissimo traverso in neve fresca, verso sinistra.
Il mio socio è un po’ lento, ma non si ferma mai.. Io sto davanti a battere e mi fermo ogni tanto per aspettarlo.. Nel frattempo, ci sorpassano un po’ di scialpinisti, alcuni saliti con una traccia più diretta della nostra. Al Gerenpass, lupo7 si ferma. Per lui è un grande risultato già essere arrivato fin qui. Io sono un po’ in dubbio.. fermarmi anch’io o proseguire per una delle cime intorno.. il Chüebodenhorn o la cima P2815 del Poncione di Cassina Baggio. Il mio socio mi dice di fare il primo, mentre lui intanto sarebbe disceso con calma.
Parto quindi per il Chubo.. La salita è più dura di quello che prevedevo.. Arrivato ad un certo punto tolgo le ciaspole e metto i ramponi. Arrivo in vetta ! Due chiacchiere con un ragazzo e poi scendo subito. Il mio amico mi aspetta (se tardavo, gli ho detto di aspettarmi a Piansecco..).
Per il primo tratto tengo su i ramponi e piccozza (e seguo la discesa degli scialpinisti), poi però metto le ciaspole perché sprofondo. Arrivo in un punto in cui la pendenza diventa importante (38°). Mi fermo, mi preparo, parto.. ma dopo un metro incomincio a scivolare.. Con la neve dura, le ciaspole di traverso non frenano. Il GPS segnalerà 20 km/h. 100 m di dislivello più sotto, un pianoro. Lo vedo. Mi fermo, miracolosamente. Dei ragazzi francesi mi chiedono come sto. Neanche un graffio, ma adrenalina a mille. Con le gambe tremanti, scendo al Gerenpass. Arrivato lì, mi dico, è fatta. Mai più.
La discesa a Piansecco, fatta seguendo una traccia più diretta, è rilassante. Il mio amico, un po’ in apprensione per me, mi chiama mentre sto scendendo. Decisamente, avevamo sottostimato il tempo della mia salita.. Quasi 400 m di dislivello, dal Gerenpass alla cima, non sono uno scherzo.. Lo raggiungo in capanna, poi da lì la discesa a valle lungo la direttissima.
Penso che attaccherò i ramponi al chiodo.. Una cima in più non vale la vita..
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