Val Maira? Dov'è?...Mi metto a cercare in rete e una frase attira la mia attenzione:
Con questo lavoro ho cercato di far conoscere un paradiso, farlo apprezzare senza rumori, esser di stimolo a chi sa gioire per un fiocco di neve, per viver pienamente la Val Maira, in piena libertà e senza ferirla, apprezzandone il delicato isolamento nel fascino dell’abito invernale.”Dddd
Poche righe, ma quanto basta per farmi venir voglia di andare, così quando Marco mi propone di far parte della "cordata di scoperta" accetto all'istante!
Le cose da vedere sono tante, ma il tempo a disposizione poco...e così decidiamo un paio di mete.
Quella di oggi avrebbe dovuto essere un'altra ma la pista battuta (ogni tanto non dispiace faticare un pò di meno) e una discussione sulla filosofia del viaggio e della meta, ci fanno cambiare destinazione in corso d'opera...e così, ciaspolati, saliamo al Monte Cassin.
La salita è semplicissima, si percorre dapprima il sentiero per Prato Rotondo, poi per Viviere ed infine per Prato Ciorliero, a questo punto si segue la lunga valle che sale fino al passo della Gardetta, data l'ora la zona è tutta in ombra e il vento è glaciale...ma sulla vetta del Cassin c'è ancora il sole...
Saliamo in fretta, sfidando il freddo e le raffiche di vento e poco prima della vetta veniamo premiati: il vento cala e il paesaggio è fantastico...un'enorme sella dove la neve è stata ricamata dal vento.
Marco è rimasto un pò indietro, mi fermo ad aspettarlo...raggiungere la vetta per me non è una gara e mi piace farlo con accanto le persone con cui ho condiviso la salita.
La cima del Cassin è poco più di una cresta e la vista spazia a 360°, facciamo un pò di foto e mentre ci prepariamo per la discesa del canale mi rendo conto di aver perso la frontale...Marco non sente ragioni e torna indietro a cercarla, di sicuro è caduta quando ci siamo fermati a mettere le giacche pesanti.
Resto in vetta a sistemare gli zaini, intanto che il sole tramonta, Marco torna con la frontale, ora possiamo scendere per lo splendido canale del Cassin, con pendenza attorno ai 40°. La neve è per lo più dura e quindi con i ramponi camminiamo agevolmente, sprofondando solo di tanto in tanto, i colori del tramonto lasciano il posto a quelli dell'ora blu e infine al buio mentre noi arriviamo alla fine del canale e ritroviamo la via percorsa al mattino, anche qui la neve è dura, per cui decidiamo di tenere i ramponi e gustandoci ogni attimo della lunga discesa, alle 19.30 siamo all'auto.
Grazie, Marco, spero che questa gita arricchisca il tuo viaggio quanto ha arricchito il mio.
Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
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