Pizzo Tignaga
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Tra le numerose cime poste al confine tra Valle Anzasca e Valsesia il Pizzo Tignaga e' una di quelle piu' "facilmente" raggiungibili (o comunque alla mia portata) garantendo una vista notevole sul Monte Rosa ed un ampio panorama circolare. La via piu' breve parte da Carcoforo in Val Sermenza: io scelgo invece Fobello in Val Mastallone in modo da compiere anche un itinerario circolare con la "digressione" al Tignaga. In salita seguo il sentiero 517 che parte, dal parcheggio, sulla destra per il Colle d' Egua via Alpe e Colle Baranca. Si incrociano altri itinerari n particolare quelli per Bannio da Colle Baranca e quello per la Valle Olocchia circa 20 minuti prima del Colle d' Egua
Dal Colle appare gia' il Monte Rosa ma non bisogna perdere troppo tempo perche' il Tignaga dista ancora 2 ore: percio' dal Colle si risale la ripida china erbosa sulla destra che porta a valicare un primo rilievo. Dopo una breve discesa la salita riprende su un pendio piu' ampio con qualche elementare roccetta fino al Cimonetto dal quale appare il Tignaga e migliora di molto la vista sul Rosa a tal punto che viene la tentazione di chiudere l' ascesa al Cimonetto (2494 mt.) tanto piu' che il proseguimento richiede dapprima di perdere quota fino ad una selletta a quota 2430 e poi ci si abbassa sul lato Valsesia (tracce discontinue di sentiero + qualche ometto) fino a riprendere la cresta oltre un intaglio evidente: proprio la risalita sulla cresta rappresenta il punto piu' critico e forse io lo complico perche' ad un certo punto non vedo piu' ometti (se non molto molto piu' in su) e mi ritrovo ad affrontare improbabili passaggi su rocce inframmezzate ad erba ... Nel complesso si tratta di pochi metri ma proprio ostici che valgono la classificazione da me scelta (T5- - tiene conto anche della scivolosita' dell' erba) e una volta di nuovo in cresta non resta che l' ultimo pendio ampio di roccette per arrivare abbastanza in breve in cima.
Una sosta prolungata in vetta e' d' obbligo per ammirare al meglio l' ampio panorama; c'e' anche un libro di vetta dal quale risulta che quest'anno ci sono solo 12 firme ... poco piu' di una al mese ...
In discesa si vedono meglio gli ometti che riportano al punto critico ... come prevedevo non sono in grado di scendere da dove sono salito anche perche' non riconosco immediatamente i vari tratti.
Scopro pero' 2 cose:
1 - esiste un sentiero che scende in Valle Olocchia (segnalato sulla cima del Tignaga) verso Est; oggi e' un po' innevato ma pur ripido sembra, a prima vista, abbastanza praticabile; giunti sul pianoro sottostante e' possibile gudagnare una sella che riporta sull' itinerario del Colle d' Egua (vedi sopra)
2 - proseguendo un poco a sud sulla cresta, fino al salto che precede l' intaglio, una traccia erbosa in discesa verso Nord permette una discesa non particolarmente disagevole; occorre fare solo attenzione nello scegliere i tratti meno ripidi ... ripeto ... si tratta di pochi metri.
Passata la zona critica decido di non seguire l' itinerario dell' andata ma di restare in costa sotto il Cimonetto ... : scelta inizialmente valida ma di cui poi mi pento trovandomi a traversare su ripidi pendii erbosi per sentierini probabilmente creati dal passaggio di animali; dopo l' ennesimo traverso la qualita' della traccia migliora e in breve sono al Colle d' Egua (probabilmente dovevo stare molto piu' basso e forse molto piu' a Ovest ...)
Comincia ad essere tardi: scarto quindi l' idea di salire al Cimone per scendere alla Bocchetta degli Strienghi a favore del sentiero che, inizialmente in costa, dal Colle d' Egua, lato Carcoforo, raggiunge, con brevi salitelle, la Bocchetta in questione a 2347 mt. .
La discesa verso Fobello e' inizialmente piuttosto ripida su ampi pendii erbosi senza un preciso sentiero: tenere come riferimento i tetti di Alpe Addiaccio. Da qui il sentiero (515) e' un po' piu' evidente: traversa un torrente e fino a quota 1500 e' piuttosto ripido; in seguito costeggia a lungo il torrente (Rio delle Piane) ... talmente a lungo che devo ricorrere alla frontale per gli ultimi 30 minuti di cammino in cui, per tornanti, il sentiero si abbassa fino alle case che precedono il parcheggio.
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Note - commenti finali:
la vista sul Rosa vale da sola tutta la gita; meno entusiasmante e' la salita al Colle d' Egua per il sentiero "walser" che passa dal Colle Baranca non tanto per il tipo di sentiero (ben tenuto) quanto per il paesaggio un po' anonimo (ma non datemi troppo retta: chi scrive considera anonima anche la Val d' Otro che invece molti considerano incantevole anche solo per gli edifici). Salendo da Carcoforo si impiega meno tempo (e c'e' anche il Rif. Majerna del CAI Boffalora Ticino) ma si deve tornare per l' itinerario di salita. Salendo da Fobello al Colle d' Egua si puo' forse risparmiare tempo raggiungendo direttamente, dal bivio per Valle Olocchia, una selletta a destra del Colle d' Egua e da li proseguire al Cimonetto oppure prendere il bivio in Valle Olocchia e, scesi al pianoro, risalire verso il Tignaga (vedi punto 1- sopra).
Dal Colle appare gia' il Monte Rosa ma non bisogna perdere troppo tempo perche' il Tignaga dista ancora 2 ore: percio' dal Colle si risale la ripida china erbosa sulla destra che porta a valicare un primo rilievo. Dopo una breve discesa la salita riprende su un pendio piu' ampio con qualche elementare roccetta fino al Cimonetto dal quale appare il Tignaga e migliora di molto la vista sul Rosa a tal punto che viene la tentazione di chiudere l' ascesa al Cimonetto (2494 mt.) tanto piu' che il proseguimento richiede dapprima di perdere quota fino ad una selletta a quota 2430 e poi ci si abbassa sul lato Valsesia (tracce discontinue di sentiero + qualche ometto) fino a riprendere la cresta oltre un intaglio evidente: proprio la risalita sulla cresta rappresenta il punto piu' critico e forse io lo complico perche' ad un certo punto non vedo piu' ometti (se non molto molto piu' in su) e mi ritrovo ad affrontare improbabili passaggi su rocce inframmezzate ad erba ... Nel complesso si tratta di pochi metri ma proprio ostici che valgono la classificazione da me scelta (T5- - tiene conto anche della scivolosita' dell' erba) e una volta di nuovo in cresta non resta che l' ultimo pendio ampio di roccette per arrivare abbastanza in breve in cima.
Una sosta prolungata in vetta e' d' obbligo per ammirare al meglio l' ampio panorama; c'e' anche un libro di vetta dal quale risulta che quest'anno ci sono solo 12 firme ... poco piu' di una al mese ...
In discesa si vedono meglio gli ometti che riportano al punto critico ... come prevedevo non sono in grado di scendere da dove sono salito anche perche' non riconosco immediatamente i vari tratti.
Scopro pero' 2 cose:
1 - esiste un sentiero che scende in Valle Olocchia (segnalato sulla cima del Tignaga) verso Est; oggi e' un po' innevato ma pur ripido sembra, a prima vista, abbastanza praticabile; giunti sul pianoro sottostante e' possibile gudagnare una sella che riporta sull' itinerario del Colle d' Egua (vedi sopra)
2 - proseguendo un poco a sud sulla cresta, fino al salto che precede l' intaglio, una traccia erbosa in discesa verso Nord permette una discesa non particolarmente disagevole; occorre fare solo attenzione nello scegliere i tratti meno ripidi ... ripeto ... si tratta di pochi metri.
Passata la zona critica decido di non seguire l' itinerario dell' andata ma di restare in costa sotto il Cimonetto ... : scelta inizialmente valida ma di cui poi mi pento trovandomi a traversare su ripidi pendii erbosi per sentierini probabilmente creati dal passaggio di animali; dopo l' ennesimo traverso la qualita' della traccia migliora e in breve sono al Colle d' Egua (probabilmente dovevo stare molto piu' basso e forse molto piu' a Ovest ...)
Comincia ad essere tardi: scarto quindi l' idea di salire al Cimone per scendere alla Bocchetta degli Strienghi a favore del sentiero che, inizialmente in costa, dal Colle d' Egua, lato Carcoforo, raggiunge, con brevi salitelle, la Bocchetta in questione a 2347 mt. .
La discesa verso Fobello e' inizialmente piuttosto ripida su ampi pendii erbosi senza un preciso sentiero: tenere come riferimento i tetti di Alpe Addiaccio. Da qui il sentiero (515) e' un po' piu' evidente: traversa un torrente e fino a quota 1500 e' piuttosto ripido; in seguito costeggia a lungo il torrente (Rio delle Piane) ... talmente a lungo che devo ricorrere alla frontale per gli ultimi 30 minuti di cammino in cui, per tornanti, il sentiero si abbassa fino alle case che precedono il parcheggio.
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Note - commenti finali:
la vista sul Rosa vale da sola tutta la gita; meno entusiasmante e' la salita al Colle d' Egua per il sentiero "walser" che passa dal Colle Baranca non tanto per il tipo di sentiero (ben tenuto) quanto per il paesaggio un po' anonimo (ma non datemi troppo retta: chi scrive considera anonima anche la Val d' Otro che invece molti considerano incantevole anche solo per gli edifici). Salendo da Carcoforo si impiega meno tempo (e c'e' anche il Rif. Majerna del CAI Boffalora Ticino) ma si deve tornare per l' itinerario di salita. Salendo da Fobello al Colle d' Egua si puo' forse risparmiare tempo raggiungendo direttamente, dal bivio per Valle Olocchia, una selletta a destra del Colle d' Egua e da li proseguire al Cimonetto oppure prendere il bivio in Valle Olocchia e, scesi al pianoro, risalire verso il Tignaga (vedi punto 1- sopra).
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