Strahlbann, Cima 2781 m per la cresta SSE, Cima 2761 m per la cresta W
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Un ulteriore contributo per la conoscenza dello Strahlbann
La costiera dello Strahlbann, lunga circa 2,5 km, separa la Valle di Bosco Gurin dalla Val Calnègia.
Tapio l’ha appena visitata due volte e l’ha descritta bene e appassionatamente nelle sue relazioni su hikr del 16.9.2012 e del 21.9.2012 (scusate, ma non so fare il rinvio diretto).
Oggi, giornata umida e nebbiosa con qualche squarcio di sole, sono salita alla Cima principale 2781 m per la cresta SSE e alla Cima 2761 m per la cresta W (cima già raggiunta per il crestone NNE da Michael Kropac e Katharina Conradin il 3.6.2011, con ritorno per la stessa via, e descritta nella bella guida, appena uscita, “Ticino Keepwild climbs – 125 Routen im Tessiner Gneis zum selber Absichern, 3–6b”, Topo.verlag, di Christoph Blum, Katharina Conradin, Michael Kropac e Daniel Silbernagel).
La via trovata da Giuseppe Brenna per salire alla Cima 2781 m (descritta al numero d’itinerario 366 nella sua grandiosa enciclopedia, ossia la Guida delle Alpi ticinesi e mesolcinesi) è semplicemente geniale e stupenda. Immerge totalmente nella grandezza della montagna e andrebbe presa come via di base nei corsi di alpinismo. Anche se l’ho fatta in discesa, la descrivo come via iniziale e in salita.
Da segnalare ancora questo: in una sua conferenza, Giuseppe Brenna aveva detto di essere salito sulla cresta W della Cima 2781 m per un canalino del versante sud e che le ostiche difficoltà di alcune torri della cresta lo avevano costretto ad interrompere la sua esplorazione solitaria. Era anche salito alla Cima 2781 m direttamente per il versante sud-ovest ma, per un problema tecnico, la via non era stata riportata nella Guida (infatti in essa manca il numero 367).
Da SE e per la cresta SSE
Difficoltà: F+, eventualmente PD
La parete SE “cede quell’attimo sufficiente per permettere di passare facilmente”. Portatisi sotto la parete SE, si vede bene la rampa a placche che taglia questa parete e che si conclude dove c’è la cresta SSE. L’ambiente è maestoso e impressionante. Dicevo dei corsi di alpinismo proprio perché questa via può far capire ai giovani come può essere strutturata la montagna e in quale mondo ci si può ritrovare quando la si affronta. All’inizio si sale per un canaletto. (Tapio è salito per il ripido canale a sinistra che porta alla bocchetta sulla cresta SSE). Questo canaletto porta alle placche soprastanti, che si attraversano con ascesa graduale verso sinistra fino alla cresta SSE. Le foto che allego sono esplicite. Le alpiniste e gli alpinisti esperti attraversano queste placche camminando e senza far uso delle mani. Io ho appoggiato la mano sinistra solo due volte scendendo per il citato canaletto. La difficoltà F+ mi sembra quindi corretta. Certo che se uno si discosta un po’ dalla linea più facile, trova certamente sulle placche difficoltà del tipo PD.
La parte terminale della cresta SSE è ripida e in gran parte erbosa.
Per la cresta SSE, Via Onore al popolo Walser
Difficoltà PD, con qualche passaggio di III
Come sappiamo, Bosco Gurin è terra di lingua tedesca. Numerose sono le tracce lasciate dal grande popolo Walser proveniente dal Vallese e dalla Val Formazza. Anche nei toponimi. Purtroppo, c’è chi si dimentica della storia e banalizza tutto. Su numerosi cartelli turistici della zona si parla di Lago Melo e Lago Pero (semmai, si dovrebbe parlare di mela e pera), invece di Schwarzsee e Uessera See. La via della cresta SSE è dedicata al grande popolo Walser.
La parte iniziale della cresta è larga e si può salire a piacimento su rocce o erba. Più sopra la cresta si affila e il percorso si fa obbligato. Anche qui si possono ricercare difficoltà superiori. La parte terminale è comune con quella descritta precedentemente, che proviene da SE.
Cima 2761 m, per la sua cresta W
Difficoltà PD
Dalla Cima 2781 m si segue fedelmente la cresta di collegamento, a tratti esposta ed affilata. Si giunge così di fronte alla Cima 2781 m, che si annuncia magnificamente con un roccioso slancio appuntito. Si può scalare la bellissima lama, oppure si può aggirare questo tratto a sinistra.
Dalla cima si vede bene il Torrione 2751 m circa, con un becco strapiombante (vedi una delle foto annesse che mostra “la sfinge” vista dal basso), descritto da tapio il 16.9.2012.
Da questa cima riprendo la via dell’andata. Dopo un po’, dalla cresta provo a inoltrarmi nel versante sud per vedere se ci sia una possibilità di collegamento con la cresta ESE del Torrione 2751 m circa. Vista la giornata umida, dopo un centinaio di metri di puro e continuo T6, ritengo che su questo tipo di terreno oggi sia troppo rischioso continuare e pertanto ritorno alla cima principale.
La costiera dello Strahlbann, lunga circa 2,5 km, separa la Valle di Bosco Gurin dalla Val Calnègia.
Tapio l’ha appena visitata due volte e l’ha descritta bene e appassionatamente nelle sue relazioni su hikr del 16.9.2012 e del 21.9.2012 (scusate, ma non so fare il rinvio diretto).
Oggi, giornata umida e nebbiosa con qualche squarcio di sole, sono salita alla Cima principale 2781 m per la cresta SSE e alla Cima 2761 m per la cresta W (cima già raggiunta per il crestone NNE da Michael Kropac e Katharina Conradin il 3.6.2011, con ritorno per la stessa via, e descritta nella bella guida, appena uscita, “Ticino Keepwild climbs – 125 Routen im Tessiner Gneis zum selber Absichern, 3–6b”, Topo.verlag, di Christoph Blum, Katharina Conradin, Michael Kropac e Daniel Silbernagel).
La via trovata da Giuseppe Brenna per salire alla Cima 2781 m (descritta al numero d’itinerario 366 nella sua grandiosa enciclopedia, ossia la Guida delle Alpi ticinesi e mesolcinesi) è semplicemente geniale e stupenda. Immerge totalmente nella grandezza della montagna e andrebbe presa come via di base nei corsi di alpinismo. Anche se l’ho fatta in discesa, la descrivo come via iniziale e in salita.
Da segnalare ancora questo: in una sua conferenza, Giuseppe Brenna aveva detto di essere salito sulla cresta W della Cima 2781 m per un canalino del versante sud e che le ostiche difficoltà di alcune torri della cresta lo avevano costretto ad interrompere la sua esplorazione solitaria. Era anche salito alla Cima 2781 m direttamente per il versante sud-ovest ma, per un problema tecnico, la via non era stata riportata nella Guida (infatti in essa manca il numero 367).
Da SE e per la cresta SSE
Difficoltà: F+, eventualmente PD
La parete SE “cede quell’attimo sufficiente per permettere di passare facilmente”. Portatisi sotto la parete SE, si vede bene la rampa a placche che taglia questa parete e che si conclude dove c’è la cresta SSE. L’ambiente è maestoso e impressionante. Dicevo dei corsi di alpinismo proprio perché questa via può far capire ai giovani come può essere strutturata la montagna e in quale mondo ci si può ritrovare quando la si affronta. All’inizio si sale per un canaletto. (Tapio è salito per il ripido canale a sinistra che porta alla bocchetta sulla cresta SSE). Questo canaletto porta alle placche soprastanti, che si attraversano con ascesa graduale verso sinistra fino alla cresta SSE. Le foto che allego sono esplicite. Le alpiniste e gli alpinisti esperti attraversano queste placche camminando e senza far uso delle mani. Io ho appoggiato la mano sinistra solo due volte scendendo per il citato canaletto. La difficoltà F+ mi sembra quindi corretta. Certo che se uno si discosta un po’ dalla linea più facile, trova certamente sulle placche difficoltà del tipo PD.
La parte terminale della cresta SSE è ripida e in gran parte erbosa.
Per la cresta SSE, Via Onore al popolo Walser
Difficoltà PD, con qualche passaggio di III
Come sappiamo, Bosco Gurin è terra di lingua tedesca. Numerose sono le tracce lasciate dal grande popolo Walser proveniente dal Vallese e dalla Val Formazza. Anche nei toponimi. Purtroppo, c’è chi si dimentica della storia e banalizza tutto. Su numerosi cartelli turistici della zona si parla di Lago Melo e Lago Pero (semmai, si dovrebbe parlare di mela e pera), invece di Schwarzsee e Uessera See. La via della cresta SSE è dedicata al grande popolo Walser.
La parte iniziale della cresta è larga e si può salire a piacimento su rocce o erba. Più sopra la cresta si affila e il percorso si fa obbligato. Anche qui si possono ricercare difficoltà superiori. La parte terminale è comune con quella descritta precedentemente, che proviene da SE.
Cima 2761 m, per la sua cresta W
Difficoltà PD
Dalla Cima 2781 m si segue fedelmente la cresta di collegamento, a tratti esposta ed affilata. Si giunge così di fronte alla Cima 2781 m, che si annuncia magnificamente con un roccioso slancio appuntito. Si può scalare la bellissima lama, oppure si può aggirare questo tratto a sinistra.
Dalla cima si vede bene il Torrione 2751 m circa, con un becco strapiombante (vedi una delle foto annesse che mostra “la sfinge” vista dal basso), descritto da tapio il 16.9.2012.
Da questa cima riprendo la via dell’andata. Dopo un po’, dalla cresta provo a inoltrarmi nel versante sud per vedere se ci sia una possibilità di collegamento con la cresta ESE del Torrione 2751 m circa. Vista la giornata umida, dopo un centinaio di metri di puro e continuo T6, ritengo che su questo tipo di terreno oggi sia troppo rischioso continuare e pertanto ritorno alla cima principale.
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barbara2
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