M. Toraggio - M. Pietravecchia, anello ligure-francese
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Bel giro molto panoramico sul confine italo-francese. Dal rifugio Allavena (Colla Melosa) si sale sulla sterrata fino ad un secco tornante dove si stacca il sentiero. C'è un abbeveratoio e un rubinetto avaro. Il sentiero scende fino ad innestarsi sulla Via degli Alpini, realizzata tra le due guerre, quando i francesi erano il nemico. La Via taglia nel primo tratto il versante Sud del Pietravecchia, per lunghi tratti letteralmente inciso nel calcare, con balconate affacciate sulla valle del Nervia con vista fino al mare, verso Ventimiglia.
Si arriva al vallone dell'Incisa dove la Via scende per poi risalire nell'ultimo tratto verso il Passo; qui l'inverno scorso una frana ha distrutto in parte lo stupendo lavoro di restauro sui muretti a secco che sostengono la Via, fatto dal CAI di Bordighera. Si sale comunque senza difficoltà fino a ritrovare, prima di raggiungere il Passo, il tratto della Via degli Alpini che taglia il versante W del Toraggio, anche questo spettacolare.
Da qui al Passo di Fonte Dragurina dove si stacca la traccia per la vetta del Toraggio, ripida, non segnata se non con qualche sbiadita tacca nella parte terminale, con un po' di roccette appena esposte sotto la cima. Alcuni strati calcarei con Nummuliti davvero grosse.
In vetta (1971 m senza altre cime simili in prossimità se non il Pietravecchia) la vista è notevole: a Sud la valle del Nervia fino al mare, dietro le Alpi con in evidenza la Rocca dell'Abisso.
Si scende per la stessa via (l'alternativa è una traccia sul versante francese con canaponi andati e uso improprio del deretano) fino al Passo Dragurina, sullo spartiacque tra valle Nervia e Val Roja, per proseguire sul versante francese del Toraggio. Qui un bel lariceto allevia dal sole a picco. Si raggiunge così il Passo dell'Incisa dal lato opposto rispetto al primo passaggio per proseguire sul versante Nord del Pietravecchia, tra larici e ciuffi di lavanda selvatica, fino al Passo della Valletta. Da qui si imbocca la sterrata che riconduce all'Allavena o, al primo tornante in discesa, il sentiero che accorcia non poco e riporta in prossimità dell'inizio della Via degli Alpini.
Bel giro, poco più di 6 ore in tutta calma.
Si arriva al vallone dell'Incisa dove la Via scende per poi risalire nell'ultimo tratto verso il Passo; qui l'inverno scorso una frana ha distrutto in parte lo stupendo lavoro di restauro sui muretti a secco che sostengono la Via, fatto dal CAI di Bordighera. Si sale comunque senza difficoltà fino a ritrovare, prima di raggiungere il Passo, il tratto della Via degli Alpini che taglia il versante W del Toraggio, anche questo spettacolare.
Da qui al Passo di Fonte Dragurina dove si stacca la traccia per la vetta del Toraggio, ripida, non segnata se non con qualche sbiadita tacca nella parte terminale, con un po' di roccette appena esposte sotto la cima. Alcuni strati calcarei con Nummuliti davvero grosse.
In vetta (1971 m senza altre cime simili in prossimità se non il Pietravecchia) la vista è notevole: a Sud la valle del Nervia fino al mare, dietro le Alpi con in evidenza la Rocca dell'Abisso.
Si scende per la stessa via (l'alternativa è una traccia sul versante francese con canaponi andati e uso improprio del deretano) fino al Passo Dragurina, sullo spartiacque tra valle Nervia e Val Roja, per proseguire sul versante francese del Toraggio. Qui un bel lariceto allevia dal sole a picco. Si raggiunge così il Passo dell'Incisa dal lato opposto rispetto al primo passaggio per proseguire sul versante Nord del Pietravecchia, tra larici e ciuffi di lavanda selvatica, fino al Passo della Valletta. Da qui si imbocca la sterrata che riconduce all'Allavena o, al primo tornante in discesa, il sentiero che accorcia non poco e riporta in prossimità dell'inizio della Via degli Alpini.
Bel giro, poco più di 6 ore in tutta calma.
Tourengänger:
Agrimensore K
Communities: Hikr in italiano
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