Sasso Bianco (1645 m)
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Per l’ultimo giorno di vacanza, prima di riprendere il tran tran quotidiano anche nel 2012, mi sciroppo un lungo anello transfrontaliero attorno alla Valle Breggia, sul versante orientale del Monte Generoso. Partenza e arrivo: Scudellate (906 m).
Inizio dell’escursione: ore 8:05
Fine dell’escursione: ore 15:40
Temperatura alla partenza: 5°C
Temperatura al rientro: 16°C
Arrivo a Scudellate poco prima delle otto. Parcheggio al solito posto, che anche questa volta ho la fortuna di trovare libero, sotto il curvone dell’osteria. Il Sole non è ancora sorto. Il primo paese della Valle di Muggio ad essere illuminato dal Sole sarà Roncapiano (975 m), alle 8:20. Così come mi è capitato più volte al mattino, anche oggi a Scudellate non incontro nemmeno una persona: si riposano tutti; il silenzio è assoluto.
Circa 20 m dopo la cappella dedicata a Sant’Antonio, seguo il segnavia con l’indicazione “Alpe di Sella – Monte Generoso”. In tre minuti di salita arrivo al casello del Roccolo Merì. Si tratta di una massiccia costruzione di calcare, poggiata direttamente sulla roccia.
Alcune feritoie permettevano all’uccellatore di controllare la situazione a 360°.
Superato l’alpeggio abbandonato di Pianella (1126 m), affronto il serpeggiante sentiero, qui ancora libero dalla neve, che mi conduce alla panoramicissima Alpe di Sella (1191 m). Anche in questo luogo le cascine sono parzialmente diroccate. Ben due nevère (che servivano alla conservazione del latte prima della lavorazione) e una cisterna per l’acqua arricchiscono comunque l’insediamento. Poche decine di metri sopra l’alpe raggiungo il confine di stato.
A quota 1224 m, si trova infatti la deviazione per l’Alpe Squadrina (1250 m). Per la prima volta percorro questo sentiero, un tempo sicuramente molto frequentato da guardie di confine e da spalloni. Da qui posso già ammirare la meta odierna: il Sasso Bianco, che raggiunsi con le pelli di foca l’11 dicembre 2010. Ora cominciano le chiazze di neve, che in lunghi tratti del percorso sono rimpiazzate da ghiaccio vivo; neanche a farlo apposta, proprio nei punti più impervi, come nella Valle di Erbonne, nella Valle Squadrina e nella Valle Erba Fredda. Provvidenziali i ramponcini da passeggio, che saggiamente ho deciso di mettere nello zaino poco prima della partenza. Ovviamente, i tempi di percorrenza dei segnavia, in queste condizioni non sono rispettati. Dopo un’ora di prudente e poco rilassante camminata raggiungo l’Alpe Squadrina. Qui il Sole riscalda l’ambiente e lo spirito. Poco dopo l’alpe mi viene la tentazione di risalire il costolone, puntando direttamente alla quota 1455 m, così come avevo previsto studiando il percorso a tavolino. L’analisi del terreno mi suggerisce, più prudentemente, di non abbandonare il sentiero e di proseguire in direzione dell’Alpe di Pesciò di sotto, allungando di molto il percorso. Dai 1260 m di quota devo ora risalire l’alpeggio di Pesciò, innevato. A 1330 m di quota raggiungo il sentiero con neve battuta dai numerosi escursionisti che da Orimento salgono verso il Monte Generoso. Da qui via non ci sono più preoccupazioni per la scelta del percorso. Piano piano il bosco si dirada, fino a sparire del tutto permettendomi una visione perfetta della meta. La giornata è serena e il favonio è ancora debole. La neve diventa sempre più bella, quasi farinosa. Rinuncio a montare le ciaspole, in quanto la traccia mi permette di continuare senza. Dal terrazzo sopra la Grotta dell’Orso punto diritto alla meta. Mi rimangono 200 m di dislivello, sul ripidissimo costolone che normalmente offre delle discese bellissime con gli sci. Ora il vento si intensifica. Alle 12:20, dopo 4 h e 15 min di camminata raggiungo la cima sciabile del Monte Generoso: Sasso Bianco geschaftt!
Il favonio qui è fortissimo! Alcune folate mi fanno letteralmente barcollare. Tento di realizzare il filmato a 360°, ma con scarsi risultati: con questo vento è impossibile mantenere un minimo di stabilità.
Affronto la discesa, senza trascurare la Cima della Piancaccia (1610 m), una deviazione di pochi minuti alla quale non si può rinunciare, per via del panorama che questo cocuzzolo offre.
Seguo poi il sentiero che scende in direzione del Barco dei Montoni (1350 m). È il tratto più piacevole dell’escursione odierna. La neve farinosa e il paesaggio incantevole affascinano tutti.
Ad Orimento (1275 m) mi concedo un piatto caldo e una birra, ad un passo dal focolare: che piacere, come ai vecchi tempi. Non mi sembra vero, ho un breve flash nostalgico pensando a quando ero bambino: allora il focolare era una realtà quotidiana.
Riprendo il cammino seguendo il sentiero alto che scende ad Erbonne. Si tratta anche questa volta di un sentiero “alternativo”, poco sicuro, non riportato sulla carta topografica 1:25000, che sbuca all’estremità superiore del ripidissimo pratone posto alle spalle di Erbonne. È la prima volta che lo percorro, ma sarà anche l’ultima. Molto meglio scendere lungo il sentiero normale, che inizia sotto, o per essere più precisi, ad ovest delle baite decadenti della Cascina Genzago. Non si deve rispettare l’ingannevole segnavia sulla palina metallica!
Ad Erbonne posso finalmente togliere i ramponcini da passeggio. Sono stati la chicca della giornata. Oggi li ho veramente apprezzati; in particolare mi hanno tolto da situazioni ostiche, alla presenza di ghiaccio vivo, negli impervi versanti della Valle di Erbonne e della Valle Squadrina, entrambe a bacio. Per contro, le ciaspole oggi sono rimaste sullo zaino.
Tempo di salita: 4 h 15 min
Tempo totale: 7 h 35 min
Tempi parziali
Scudellate (906 m) – Alpe di Sella (1191 m): 1 h
Alpe di Sella (1191 m) – Alpe Squadrina (1250 m): 1 h
Alpe Squadrina (1250 m) – Alpe Pesciò (1368 m): 1 h 15 min
Alpe Pesciò (1368 m) – Sasso Bianco (1645 m): 55 min
Sasso Bianco (1645 m) – Cima della Piancaccia (1610 m): 10 min
Cima della Piancaccia (1610 m) – Alpe d’Orimento (1275 m): 1 h 10 min
Alpe d’Orimento (1275 m) – Erbonne (943 m): 55 min
Erbonne (943 m) – Scudellate (906 m): 25 min
Dislivello teorico in salita: 813
Sviluppo complessivo: 15,9 km
Difficoltà: T3, con alcuni tratti di T3+
SLF: <1
Libro di vetta: no
Copertura della rete cellulare: discreta, con qualche zona d’ombra.
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