Como - Monte Generoso, 1701 - No carbon - Per la Val di Muggio, Erbonne, Casasco


Publiziert von Nevi Kibo , 24. Oktober 2011 um 23:10.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:22 Oktober 2011
Mountainbike Schwierigkeit: WS - Gut fahrbar
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   I   Gruppo Monte Generoso 
Zeitbedarf: 8:45
Aufstieg: 1700 m
Abstieg: 1700 m
Strecke:Como - Valico Pizzamiglio - Vacallo - Morbio - Scudellate - Erbonne - Pian delle Alpi - Orimento - Vetta Monte Generoso - Orimento - Bolla Leoni - Carolza - Ermogna - Pian delle Alpi - Erbonne - Scudelatte - Como
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Como per Monteolimpino, Ponte Chiasso o per Tavernola, Maslianico
Kartennummer:CNS 5007 Locarno-Lugano

Come gli sci, la mountain bike permette discese più rapide dalle montagne, con minori problemi a ginocchia e tendini; così, ultimamente, spinto dalle insistenze di Pancho, l’ ho ripresa in considerazione dopo tanti anni e, nel giro di pochi mesi, mi ci sono affezionato.
In realtà non si tratta di mountain biking duro e puro: c'è tanto asfalto nell'approccio.
Il guaio è che la prospettiva di spostarsi più rapidamente porta a controbilanciare l'accorciarsi dei tempi con la dilatazione delle aspirazioni, portando a sfruttare la versatilità del mezzo per fondere in un unico atto avvicinamento e  "impresa".

Aggiungi la passione per la salita e l’idea che una vetta in cima all’itinerario ci sta bene e ti ritrovi a tornare a casa più tardi e non del tutto riposato.

Como/Generoso, no carbon.

Dovevamo essere in tre, ma all’ultimo momento, Pancho rinuncia causa sintomi influenzali; così alle nove e venti circa parto da casa con Schiep.

Dopo una breve picchiata attraversiamo il Breggia, guadagniamo il valico di Pizzamiglio, entriamo in Svizzera ed è subito salita. Di quelle dure. 

Non mi prende di sorpresa perchè ormai la conosco bene: l’avevo fatta una quindicina d’anni fa in una mitica Como/Rifugio Venini, poi più nulla fino al Risveglio 2011: a far data dai primi di luglio, è la settima volta che risalgo la val di Muggio. A Vacallo per direttissima, poi a Morbio, Caneggio, Bruzella, verso Scudellate per Cabbio e Muggio. Già a Morbio, il peggio è passato e la salita non è mai troppo dura, intervallata com'è da tratti pianeggianti e brevi discese. Non troppo gradite, invero: l’estate è definitivamente alle spalle e il freddo si fa sentire.

Dopo 15 chilometri, tornati sulla destra orografica del Breggia, impennata finale, quattro tornanti e sbuchiamo nel piazzale di Scudellate (910).

Attraversiamo il paese e risaliamo una ripida rampetta in cemento che porta al sentiero che con saliscendi, (più scendi che sali), nel bosco, porta al ponte che riattraversa il Breggia ed il confine italo svizzero (898).

Dal ponte, per scala in pietra e prato, saliamo rapidamente a Erbonne, riguadagnando l’asfalto (960). Ancora saliscendi, (più sali che scendi), fino a Pian delle Alpi.

L’idea, da qui, era di prendere la mulattiera che, passando da Ermogna e Carolza, incrocia, poco sotto la Bolla Leoni, la strada che sale da Casasco e da lì raggiungere l’Alpe Grande per poi salire a Orimento, aggirando così il Crocione ad est. Ma ci facciamo ingolosire da un indicazione “Orimento” e da una fantomatica mulattiera “pedalabile” che, (forse), taglia da sud a nord il versante Ovest del Crocione dirigendosi direttamente a Orimento. Forse. Noi, dopo aver messo a repentaglio i polpacci, presi di mira da due ringhiosi botoli pastore che non gradiscono l’invasione dei loro territori, troviamo solo un sentiero, abbastanza incerto, raramente pedalabile, quasi tutto nel bosco.

L’impressione è che il passaggio a ovest, dal punto di vista ciclabile, non ci sia, a meno di alzarsi molto per prati e andare ad agganciare la mulattiera che passa sopra il limite del bosco. Noi restiamo una settantina di metri più in basso e il bosco ci tocca, ma, anche se è quasi tutta a spinta (e anche se ci prende più tempo che la Como Erbonne), la Erbonne/Orimento non è poi così tragica. Alla fine sempre avventura è. 

Ad un quarto alla una attraversiamo la sbarra di Orimento (1280). Di sole non se ne parla, ma in compenso arrivano buone notizie da Pancho: non che stia molto meglio, ma è salito in valle in auto ed è intento ad imbiancare la baita. A noi, di pennelli, tempera e acqua ragia, importa poco, ma, tra una pedalata e l’altra, intavoliamo una trattativa via sms per concordare una meritata polenta al ritorno dalla cima.

Scendiamo verso l’ultimo ponte sul Breggia (1275) che è poi il primo, visto che con esso si identificano le sorgenti e ricominciamo a salire.

Il gioco si fa duro. Schiep ha non lontanissimi trascorsi di gare in mountan bike: la differenza, in termini di tecnica e di potenza, si vede e mi trovo a pensare che a piedi ci metterei molto meno, ma ormai la scelta è quella di portar su la bici fino alla stazione del trenino svizzero e me la sciroppo senza troppi problemi. La discesa mi ricompenserà.
Percorrendo il ben noto sentiero passiamo sotto la Cima della Piancaccia, il Sasso Bianco (cima sciistica), la Sella Squadrina, il Baraghetto (cima italiana) e approdiamo alla cresta ovest da dove raggiungiamo in breve la stazione della ferrovia del Generoso.
Qui IronbikerSchiep scopre di avere fame e mi molla indecorosamente dichiarando che alla vetta preferisce un panino. Tenta anche di raccontarmi che da lì c'è ancora mezz'ora di strada. Gli rammento che ci sono stato almeno venti volte, gli garantisco ignominia da report (eccomi!), mi avvio e in circa sette minuti, (compresa telefonata da casa), sono su.
Non è giornata da panorami e fotografie, ma va beh, la vetta in cima all'itinerario ci sta bene, no?
Sono le due. Quattro ore e quaranta da casa.
Recuperato il fedigrafo, ci buttiamo verso la polenta!
E qui, veramente, la apprezzi, la bici. E' vero, nei pressi del Pesciò, mi corico lateralmente in un accogliente cespuglio di ortiche e poco prima della meta mi ribalto in un buco accuratamente nascosto dalle foglie cadute dai faggi, ma in poco più di mezz'ora siamo seduti davanti al camino.
Polenta e gamberetti! Pancho è sempre un paio di metri più avanti della locomotiva!
Ci concediamo un'ora abbondante di chiacchiere, relax e vino rosso; chiudiamo baita con il nostro anfitrione; passiamo alla Bolla per un mezzo chilo di burro dell'Erminia e ripartiamo.
Facciamo al contrario la mulattiera che avremmo dovuto fare all'andata. Carolza, Ermogna. Prima di ridiscendere a Pian delle Alpi, ci son dentro quasi 150 metri di dislivello che, a questo punto della giornata, e il vino non aiuta, si sentono parecchio. Poi Erbonne, ponte confinario, Scudellate e giù verso casa.
Alle 18, spezzato dalla tremenda rampa finale, ma felice, saluto Ironbiker e varco il cancello.
Circa 8 ore e 40, circa 70 km, circa 1700 metri di dislivello.
Un giorno riuscirò anche a far funzionare il GPS.


Tourengänger: Nevi Kibo


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Kommentare (2)


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tapio hat gesagt: Calvagione
Gesendet am 24. Oktober 2011 um 23:57
Si sente aria di neve nell'aria e Nevi Kibo riappare in grande stile! Che ci sia un nesso tra le due cose?
Complimenti, i km e il dislivello sono da "giù il cappello" e il mordace ed effervescente stile di scrittura è rimasto quello di sempre!
Ciao, Fabio

Nevi Kibo hat gesagt: RE:Calvagione
Gesendet am 25. Oktober 2011 um 22:57
Grazie Tapio.
Ho avuto modo di apprezzare la tua grinta e la coscenziosità delle relazioni. Io gigioneggio un po' di più con le descrizioni, anche perché parlo sempre di itinerari semplici e già noti. Complimenti per la qualificata e quasi frenetica attività.
Purtroppo, da qualche anno, la montagna senza sci mi è un pò preclusa da ginocchia e tendini d'Achille e, lo confesso con qualche timore in questa sede, dalla passione estiva per il mare e la pesca subacquea.
Ciao, Paolo


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