Il transatlantico Marinelli Bombardieri
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By Luca
Zelo Buon Persico, 5.15
Il sole è ancora intento a radersi con la schiuma bianca delle nuvole notturne, si prepara per l'uscita con il musical dell'alba.
L'alba.
E' uno spettacolo che ha avuto molte più repliche di Jesus Christ Superstar, Sette spose per sette fratelli e Cats e messi insieme, si ripete senza interruzioni dal big bang, però ha sempre presa sul pubblico.
Raggiungo una piccola pattuglia di altri insonni figuri, è fresco e qualcuno si stringe nelle braccia, mentre confabula intorno alle auto con i bagagliai aperti in uno sbadiglio collettivo.
Siamo qui per sfuggire alla realtà omologata e tuffarci nella natura, saluto e depongo lo zaino nella bocca dell'auto di Alberto( bertic, oggi in veste di guida per il Cai Paullo, www.caipaullo.it).
Ha gambe solide come platani e passo inarrestabile che divora le salite; so che come sempre non sarà facile stargli dietro.
Valmalenco arriviamo!
Diga di Campo Moro.
La parola diga mi da sempre un leggero dolore, penso che il costo del progresso a volte, significherà regresso per l'umanità futura.
Saliamo (e siamo in venticinque oggi!), un ripido sentiero invisibile dal basso, arrivando ad un panoramico piano boscoso, che aggira le pendici del del Sasso Moro.
Dopo le prime accelerazioni del respiro, oltre i duemila metri, la salita impenna come un adolescente con lo scooter nuovo davanti alle ragazze.
La supero agevolmente, passo dopo passo oramai ho il ritmo della bossanova nelle gambe, lento ma incessante.
Si giunge così al rifugio Carate e poco più in alto alla Bocchetta delle Forbici (2636 m) .
Superato il valico, ecco il vallone dello Scerscen...no, non è una valle... è un'espansione per la mente, un luogo dove la musa dell'impossibilità ha chiuso gli occhi...qui riesco a trovare la prolunga emozionale e collegare l'ambiente circostante con la parte vera di me stesso.
Mi trovo in uno di quei posti che mentre osservo so già che ci ritornerò, voglio piantare una tenda in mezzo alla valle, per aspettare l'alba vedendo l'universo che si stacca dalle montagne.
Una raggiera di torrenti si incrocia nell'ombelico eroso dell'altopiano, disegnando un candelabro immaginario: al posto delle fiamme, i bracci di questa menorah naturale presentano bianche lingue glaciali. I colori delle rocce vanno dal, verde serpentino, al grigio per virare verso l'ocra.
Un luogo da rivelazione delle cose ultime.
Ci si abbassa in dolce discesa su di una pietraia multidimensionale, vagando a mezza costa.Il periplo continua sulla destra lambendo un laghetto glaciale, acque verdastre, ai piedi della minuscola Vedretta delle Cime di Musella.
Un robusto ponte permette l'attraversamento di un torrente brioso, poi su, verso destra la grande rupe sulla quale sorge il rifugio Marinelli Bombardieri.
Un ultimo ripido tratto traccia un filo di tornanti, segnato dal serpentone del nostro numeroso gruppo, che sembrano scavati nella roccia con le mani.
Tre ore e trenta, chiaccherando in piacevole compagnia sono passate in un lampo.
Il rifugio è enorme, un transatlantico arenato a duemilaottocento metri dopo una mareggiata improvvisa; può ospitare circa 200 anime perse per le montagne... il mio animo selvaggio lo trova decisamente sproporzionato.
Sono sospeso tra il purgatorio ed il cielo, trovo quassù quello che altri cercano in una chiesa, tempio, moschea o sinagoga.
Le mie preghiere sono i discorsi intrecciati con i compagni nella fatica della salita, i passi snocciolati il rosario, l'estasi il raccoglimento di fronte al panorama.
By Lumi
Fare una relazione assieme a Luca è una sfida…uno stimolo forte. Idea di mettere giù le sue emozioni con le mie può essere..’’troppo bello’’ o….scrivere parole ‘’vuote’’ da parte mia…Mi prendo questo rischio…perché non molo mai…indipendente del…’’il dopo’’. ‘’Il dopo’’.. chi lo sa? Mi lascio persa nelle mie sensazioni….e forse un giorno il tempo mi sveglierà….trovandomi abbracciata di un altro giorno…
Superato il rifugio Carate, mi trovo davanti a un grande capolavoro del bacino dello Scerscen e il mio sguardo comincia posarsi sulle ampie distese dei ghiacciai e del cielo celeste. Noto che la mia mente, al primo sguardo, ha colto l’ampiezza dei colori come il dipinto a olio di un paesaggista di fine Ottocento, o le istantanee di una cartolina.
Ma se osservo con più cura, fissando l’attenzione sui dettagli, mi accorgo che l’apparente tranquillità di questa scena si dissolve in una serie di minuscoli movimenti, che insieme costruiscono un’immagine ben diversa. La mia attenzione si sposta in maniera piuttosto incontrollabile, spinta in una direzione o in un’altra da pensieri casuali, ricordi recenti o meno, fantasie seducenti, frammenti di cose viste, sentite o percepite in qualche altro mondo…
Sto camminando su ripiano roccioso verso il rifugio Marinelli, circondata del Ghiacciaio di Caspoggio...e, in un attimo divento cosciente della duplicità delle mie emozioni….emozioni benessere e quelle…inquietante.
Arrivata al rifugio, i splenditi panorami del Pizzo Stella, l’imponente parete del Pizzo Bernina…la vetta Disgrazia...questa visione vera della montagna mi “sveglia” la piena coscienza….i momenti piacevoli e i sentimenti sconvolgenti possono rilevarsi un’opportunità per mettere in luce la saggezza ….intuitiva, e vivere intensamente tutte le emozioni.
soundtrack: Eric Clapton "Old Love"
http://www.youtube.com/watch?v=X3O2QxjWHf4&feature=fvst
Zelo Buon Persico, 5.15
Il sole è ancora intento a radersi con la schiuma bianca delle nuvole notturne, si prepara per l'uscita con il musical dell'alba.
L'alba.
E' uno spettacolo che ha avuto molte più repliche di Jesus Christ Superstar, Sette spose per sette fratelli e Cats e messi insieme, si ripete senza interruzioni dal big bang, però ha sempre presa sul pubblico.
Raggiungo una piccola pattuglia di altri insonni figuri, è fresco e qualcuno si stringe nelle braccia, mentre confabula intorno alle auto con i bagagliai aperti in uno sbadiglio collettivo.
Siamo qui per sfuggire alla realtà omologata e tuffarci nella natura, saluto e depongo lo zaino nella bocca dell'auto di Alberto( bertic, oggi in veste di guida per il Cai Paullo, www.caipaullo.it).
Ha gambe solide come platani e passo inarrestabile che divora le salite; so che come sempre non sarà facile stargli dietro.
Valmalenco arriviamo!
Diga di Campo Moro.
La parola diga mi da sempre un leggero dolore, penso che il costo del progresso a volte, significherà regresso per l'umanità futura.
Saliamo (e siamo in venticinque oggi!), un ripido sentiero invisibile dal basso, arrivando ad un panoramico piano boscoso, che aggira le pendici del del Sasso Moro.
Dopo le prime accelerazioni del respiro, oltre i duemila metri, la salita impenna come un adolescente con lo scooter nuovo davanti alle ragazze.
La supero agevolmente, passo dopo passo oramai ho il ritmo della bossanova nelle gambe, lento ma incessante.
Si giunge così al rifugio Carate e poco più in alto alla Bocchetta delle Forbici (2636 m) .
Superato il valico, ecco il vallone dello Scerscen...no, non è una valle... è un'espansione per la mente, un luogo dove la musa dell'impossibilità ha chiuso gli occhi...qui riesco a trovare la prolunga emozionale e collegare l'ambiente circostante con la parte vera di me stesso.
Mi trovo in uno di quei posti che mentre osservo so già che ci ritornerò, voglio piantare una tenda in mezzo alla valle, per aspettare l'alba vedendo l'universo che si stacca dalle montagne.
Una raggiera di torrenti si incrocia nell'ombelico eroso dell'altopiano, disegnando un candelabro immaginario: al posto delle fiamme, i bracci di questa menorah naturale presentano bianche lingue glaciali. I colori delle rocce vanno dal, verde serpentino, al grigio per virare verso l'ocra.
Un luogo da rivelazione delle cose ultime.
Ci si abbassa in dolce discesa su di una pietraia multidimensionale, vagando a mezza costa.Il periplo continua sulla destra lambendo un laghetto glaciale, acque verdastre, ai piedi della minuscola Vedretta delle Cime di Musella.
Un robusto ponte permette l'attraversamento di un torrente brioso, poi su, verso destra la grande rupe sulla quale sorge il rifugio Marinelli Bombardieri.
Un ultimo ripido tratto traccia un filo di tornanti, segnato dal serpentone del nostro numeroso gruppo, che sembrano scavati nella roccia con le mani.
Tre ore e trenta, chiaccherando in piacevole compagnia sono passate in un lampo.
Il rifugio è enorme, un transatlantico arenato a duemilaottocento metri dopo una mareggiata improvvisa; può ospitare circa 200 anime perse per le montagne... il mio animo selvaggio lo trova decisamente sproporzionato.
Sono sospeso tra il purgatorio ed il cielo, trovo quassù quello che altri cercano in una chiesa, tempio, moschea o sinagoga.
Le mie preghiere sono i discorsi intrecciati con i compagni nella fatica della salita, i passi snocciolati il rosario, l'estasi il raccoglimento di fronte al panorama.
By Lumi
Fare una relazione assieme a Luca è una sfida…uno stimolo forte. Idea di mettere giù le sue emozioni con le mie può essere..’’troppo bello’’ o….scrivere parole ‘’vuote’’ da parte mia…Mi prendo questo rischio…perché non molo mai…indipendente del…’’il dopo’’. ‘’Il dopo’’.. chi lo sa? Mi lascio persa nelle mie sensazioni….e forse un giorno il tempo mi sveglierà….trovandomi abbracciata di un altro giorno…
Superato il rifugio Carate, mi trovo davanti a un grande capolavoro del bacino dello Scerscen e il mio sguardo comincia posarsi sulle ampie distese dei ghiacciai e del cielo celeste. Noto che la mia mente, al primo sguardo, ha colto l’ampiezza dei colori come il dipinto a olio di un paesaggista di fine Ottocento, o le istantanee di una cartolina.
Ma se osservo con più cura, fissando l’attenzione sui dettagli, mi accorgo che l’apparente tranquillità di questa scena si dissolve in una serie di minuscoli movimenti, che insieme costruiscono un’immagine ben diversa. La mia attenzione si sposta in maniera piuttosto incontrollabile, spinta in una direzione o in un’altra da pensieri casuali, ricordi recenti o meno, fantasie seducenti, frammenti di cose viste, sentite o percepite in qualche altro mondo…
Sto camminando su ripiano roccioso verso il rifugio Marinelli, circondata del Ghiacciaio di Caspoggio...e, in un attimo divento cosciente della duplicità delle mie emozioni….emozioni benessere e quelle…inquietante.
Arrivata al rifugio, i splenditi panorami del Pizzo Stella, l’imponente parete del Pizzo Bernina…la vetta Disgrazia...questa visione vera della montagna mi “sveglia” la piena coscienza….i momenti piacevoli e i sentimenti sconvolgenti possono rilevarsi un’opportunità per mettere in luce la saggezza ….intuitiva, e vivere intensamente tutte le emozioni.
soundtrack: Eric Clapton "Old Love"
http://www.youtube.com/watch?v=X3O2QxjWHf4&feature=fvst
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