Piz Piot (3053 m.) e Piz Turba (3018 m.)
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L’escursione odierna, eseguita in solitaria, parte da Juf, che con i suoi 2126 m. è il più alto insediamento d’Europa abitato in modo permanente tutto l’anno. Il villaggio conta 30 abitanti circa ed è una delle numerose frazioni sparse del comune di Avers, frazioni che si toccano tutte risalendo l’Averstal.
Lascio l’auto in un ampio posteggio ufficialmente riservato ad una Gasthaus, ma quando arrivo io poco dopo le 07.00 non c’è nessuno. Seguendo inizialmente i cartelli per la Forcellina ed il Septimer Pass, costeggio il versante idrografico dx. dello Jufer Rhein. Dopo meno di mezz’ora, arrivati ad un secondo cartello lascio però il sentiero principale, che risale il fianco della montagna e che percorrerò al ritorno, e proseguo costeggiando il rio. Il sentiero non è più segnato, ma inizialmente la traccia si vede bene; poco dopo però essa si perde; la si ritroverà più avanti assieme a numerosi ometti, quando si inizia a risalire la china, sempre avendo alla propria dx. il rio principale.
Arrivati a quota 2600 circa, si lasciano a sx. lo Juferjoch, il Piz Piot e il morente Piotgletscher, e si punta su traccia libera all’evidente valico del Piotjoch (2822 m.). Da qui inizia la risalita al Piz Piot, inizialmente su pietrisco mobile ma non pericoloso, mentre arrivati attorno ai 3000 metri occorre veramente la massima attenzione nel percorrere la cresta, che in diversi punti è parecchio esposta e mi ha costretto un paio di volte a mettermi letteralmente a cavalcioni per evitare rischi eccessivi.
Il tempo, inizialmente limpido, ha iniziato a guastarsi (come peraltro da previsioni), e così quando dopo 3 ore arrivo in vetta al Piz Piot sono avvolto dalle nubi, non si vede letteralmente nulla. Scendo dalla cresta opposta, molto più semplice da percorrere, che mi porta in breve allo Juferjoch (2766 m.). Ogni tanto arriva qualche occhiata di sole ad allietare un po’ la giornata e soprattutto a permettermi di vedere il cammino migliore da seguire per salire al Piz Turba, perché anche qui vi è giusto una timida traccia. Poco prima dell’anticima tornano tuttavia ad apparire gli ometti, che indicano il cammino per chi sale dalla Forcellina, il tracciato che percorrerò al ritorno. Arrivo in vetta anche al Piz Turba, sempre avvolto dalle nubi; percorro per poco il cammino a ritroso, perché poi lascio la cresta di collegamento con lo Juferjoch (questa è semplice, giusto un po’ di pietrisco mobile ma niente di pericoloso ), e seguendo gli ometti taglio verso la Forcellina, valico che mette in comunicazione la Averstal con il Septimer Pass e la Bregaglia. Da qui si è su sentiero molto evidente e ben segnato, e si rientra in poco più di un’ora a Juf.

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