Da Corinto a Micene - Peloponneso


Publiziert von siso , 3. August 2011 um 17:10.

Region: Welt » Griechenland
Tour Datum:20 Juli 2011
Wandern Schwierigkeit: T1 - Wandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: GR 
Zeitbedarf: 1 Tage
Unterkunftmöglichkeiten:Nauplia

Escursione archeologica sulle tracce di Agamennone.

 

Temperatura all’ombra: 38°C.

 

Oggi pomeriggio, dopo la visita al Museo archeologico nazionale, ci spostiamo da Atene a Corinto (circa 80 km), superiamo il Canale di Corinto ed entriamo nel Peloponneso.

L’Istmo di Corinto, una stretta lingua di terra di oltre 6 km, si trovava tra due mari, l’Egeo ad est e lo Ionio ad ovest. I Corinzi, resisi conto della grande importanza dell’apertura in quel punto di un canale che avrebbe unito i due mari per evitare la circumnavigazione del Peloponneso (190 miglia), costruirono alla fine del VII o agli inizi del VI secolo a.C., il Diolkos, una delle più audaci opere dell’antichità. Il Diolkos era una strada lastricata lunga 6-7 km, per il trasporto delle navi attraverso l’istmo del Golfo di Corinto a quello di Saronico. Le navi venivano tirate fuori dal mare, fissate su cilindri di legno e, facendole scivolare, venivano montate sopra speciali veicoli a ruote, gli olkoi, che si muovevano su solchi paralleli.

Dopo il loro trasporto da un’estremità del Diolkos all’altra, allo stesso modo venivano rimesse in mare e ricaricate.

Questa conquista tecnica dei Corinzi, che rimase operativa fino alla fine del VII secolo a.C., al tempo in cui Periandro era tiranno di Corinzio, anche se apportò alla città molti profitti economici, era difficile e costosa e non poteva servire per navi grandi.

L’apertura di un canale all’Istmo di Corinto era la soluzione migliore. Per primo lo pensò Periandro durante l’età arcaica, ma non possedeva i mezzi tecnici adeguati. Demetrio Poliorcete, Giulio Cesare e gli imperatori Gaio Caligola e Adriano ne esaminarono i progetti. Nerone, nel 67 d.C., quando si recò ad Istmia per partecipare ai giochi, diede inizio lui stesso all’opera di scavo con un piccone d’oro e pompose cerimonie. I lavori, però, durarono solo tre mesi a causa della sua morte.

Da allora passarono diciotto secoli fino al 1881-1893, quando Charilaos Trikoupis (primo ministro della Grecia) iniziò e portò a termine la grande opera di apertura del canale, con la cooperazione di una società francese.

 

Dal ponte scattiamo alcune foto alle navi trainate nel canale. Gli amanti del brivido possono praticare il buungee-jumping, lanciandosi con l’elastico fino a toccare l’acqua. A me vengono i brividi solo a scattare le foto!

 

Da Corinto ci spostiamo a Nauplia (Napoli di Romània), dove pernottiamo.

 

Mercoledì 20 luglio 2011

 

Oggi ci aspetta la visita ad Epidauro, un importante sito archeologico, noto soprattutto per il suo magnifico antico teatro, costruito nel 340 a.C., e per il santuario di Asclepio.

Grazie alla sua straordinaria acustica l’antico teatro è diventato una sede molto importante per gli spettacoli del Festival di Atene (drammi classici di Sofocle, Euripide ed Eschilo).

La guida ci dice che l’acustica è talmente perfetta, che strappando un foglio dal centro dell’orchestra circolare, è possibile sentirne il rumore dalla più alta delle 54 file di posti.

Il santuario di Asclepio raggiunse il culmine della fama nel IV e III secolo a.C.; Roma devastata da un’epidemia nel 293 a.C., mandò a prendere il serpente che veniva custodito nel santuario.

 

La giornata ci riserva ancora una chicca: la visita all’acropoli di Micene, la cittadella di Agamennone.

Fu portata alla luce nel 1874 dall’archeologo tedesco Heinrich Schliemann (che si occupò anche degli scavi di Troia), fermamente convinto che i poemi epici di Omero avessero un fondamento storico.
 


Maschera detta di Agamennone rinvenuta a Micene da Heinrich Schliemann


Micene è appunto la città “ricca d’oro, ciclopica e spaziosa” dei poemi omerici, la “città ben costruita”, fondata in una posizione dominante sulla pianura argolica, da cui controllava agevolmente i passaggi.

I principali resti dello scavo di Micene risalgono agli anni che vanno tra il 1550 e il 1200 a.C. Questo è il periodo conosciuto come miceneo, termine che si estese all’intera civiltà dell’età del bronzo che fiorì nella Grecia del sud in quel periodo.

 

All’ingresso della cittadella siamo attratti dalla famosa Porta dei Leoni, i cui enormi cardini sostengono le mura che furono battezzate “ciclopiche” dai greci più tardi. I due leoni erano probabilmente l’insegna della casa reale micenea.

Dietro le mura verso destra si trova il circolo A delle tombe, il cimitero reale portato alla luce da Schliemann, che egli riteneva contenesse i corpi di Agamennone e dei suoi seguaci, assassinati al loro trionfale ritorno da Troia.

I reperti d’oro rinvenuti, che abbiamo ammirato al Museo archeologico di Atene, sono tra i più ricchi mai riportati alla luce.

La straordinaria escursione archeologica si conclude con la visita al sorprendente “tholos”, conosciuto come il tesoro di Atreo, o “tomba di Agamennone”.
 

Partecipanti: Lore e siso


Tourengänger: siso
Communities: Hikr in italiano


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