A spasso per Atene


Publiziert von siso , 29. Juli 2011 um 23:05.

Region: Welt » Griechenland
Tour Datum:19 Juli 2011
Wandern Schwierigkeit: T1 - Wandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: GR 
Zeitbedarf: 3:00

Passeggiata alla scoperta della capitale ellenica.

 

Inizio dell’escursione: ore 8:15

Fine dell’escursione: ore 11:00

Temperatura: 35°C

 

A dire il vero, la visita ad Atene è iniziata poco dopo l’arrivo in albergo, già ieri sera. Non abbiamo voluto perderci la cerimonia del cambio della guardia di fronte al Palazzo Presidenziale e al monumento del Milite Ignoto.

Lasciati i documenti in albergo e muniti di una mappa, ci incamminiamo curiosi e guardinghi, come spesso capita quando si arriva in una grande città che non si conosce. La via pullula di persone, autoctoni e turisti. Oggi i tassisti sono in sciopero, per cui i mezzi pubblici sono presi d’assalto: la calca è assicurata. Percorriamo la Panepistimio, passando di fronte alla Biblioteca Nazionale, l’Università e l’Accademia Nazionale: una trilogia in stile neoclassico di colore ocra e bianco.

Ai margini della Piazza Syntagma (Piazza della Costituzione) dei manifestanti si sono accampati, piazzando delle tende. Benché gli striscioni siano scritti in greco, intuiamo che la protesta sia contro le misure di austerità decise dal governo. A breve distanza, sono invece degli immigrati in cerca d’asilo a contestare.

Arriviamo di fronte al Parlamento greco (il Voulí) alle 17:45, un quarto d’ora prima del cambio della guardia. Sul muro alle spalle della Tomba del Milite Ignoto ci sono delle scritte che ricordano le guerre e le battaglie combattute gal popolo greco. Di fronte al monumento sono poste due garitte bianche, con il tetto azzurro. Fungono da riparo per le due sentinelle, che per un’ora intera devono rimanere perfettamente immobili. Possono muovere solo le palpebre. Sono gli Euzoni, soldati scelti della fanteria leggera da montagna dell’esercito greco. Tra i loro compiti c’è anche quello di montare la guardia, ad ogni ora del giorno, per 24 ore:

- al Monumento al Milite Ignoto;
- al Palazzo Presidenziale;
- alla porta della Caserma della Guardia Presidenziale.

Indossano un copricapo di nappa, kilt e calzamaglia di lana e degli enormi scarponi, dai quali sporge l’alluce. Marciano al passo dell’oca fra centinaia di click fotografici.

La nostra passeggiata prosegue ai Giardini nazionali, fra un magnifico doppio filare di gigantesche palme californiane (Washingtonia filifera), accompagnati da un concerto a 100 decibel di migliaia di cicale.
 

Dopo cena ci gustiamo lo splendido vialone pedonale, ai piedi dell’acropoli. Ottima e discreta l’illuminazione. Qui c’è molta animazione: negozi di souvenir, bar, musicisti di strada, artisti di strada, gruppi di giovani rapper che ballano, per poi raccogliere qualche soldino nel cappellino.

I numerosi cani randagi non danno alcun fastidio: se ne stanno tranquillamente sdraiati sul lastricato.

Là in alto, l’Acropoli con lo spettacolare Partenone, perfettamente illuminato, emette una forza incredibile: rappresenta il simbolo della civiltà occidentale. Non per niente, il tempio attira ogni anno circa due milioni di turisti. Domani lo visiteremo anche noi.

 

Martedì 19 luglio.

Oggi ci alziamo presto. Alle 8:30 siamo già all’ingresso dell’Acropoli. C’è un’entrata sola, sopra il terrapieno dell’Agorà. Siamo in buona compagnia; c’è un’orda di turisti che si accodano sulle rampe che conducono ai Propilei, le porte dell’Acropoli.

Il Partenone è stata la prima grande realizzazione del programma di Pericle, creato come santuario di Atena e come dimora per il suo simulacro: una colossale statua lignea di Atena Polias (Atena protettrice della città) ricoperta di oro e avorio.

Il nome “Partenone” significa “camere delle vergini” e, inizialmente, si riferiva soltanto all’ultima camera nella parte occidentale del tempio, occupata dalle sacerdotesse di Atena.

 


Il Partenone da diversi anni è ingabbiato da impalcature e circondato da gru. Le opere di restauro si sono rivelate indispensabili a causa dei terremoti che hanno spostato le fondamenta e a causa dell’inquinamento atmosferico che sta trasformando il marmo in polvere.

Il monumento che più mi ha affascinato è l’Eretteo, con il celeberrimo Porticato delle Cariatidi, le cui colonne sono trasformate nelle tuniche di sei donne lunghissime che reggono con le loro teste la trabeazione.

Le statue delle Cariatidi, forse opera dello scultore Alcamene, sono attualmente sostituite da copie, mentre gli originali sono stati conservati al riparo nel Museo dell’Acropoli.

Il tempio è stato descritto da Pausania il Perigeta (110 - 180), insieme con l’Acropoli, nel libro I della sua Periegesi, opera che è possibile leggere integralmente grazie ad Internet, tradotto in francese.

 

Una visita ad un luogo tanto simbolico e ricco di storia non può lasciare indifferente nessuno!

Partecipanti: Lore e siso


Tourengänger: siso
Communities: Hikr in italiano


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