Monte-Leone-Hütte SAC (2848 m)
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Escursione di 2 giorni con il gruppo di Besnate. Causa neve e verglas nella parte finale del sentiero, l’escursione alla Tierberglihütte salta e si va alla Monte-Leone Hütte, con l’idea poi di fare la traversata fino all’Alpe Veglia
Le previsioni e la webcam a Simplon Dorf non promettono nulla di buono (l’immagine è sempre in mezzo alla nube !), ma si va lo stesso !
Raggiungo Besnate da Milano, si formano gli equipaggi e si parte alla volta del passo del Sempione, con sosta a Gondo per recuperare le macchine che arrivano da Torino. Si fanno scommesse sul punto in cui si sarebbe usciti dalla nube..
Parcheggiamo davanti all’ospizio e partiamo. Per un po’ camminiamo nella nube, poi ad un certo punto usciamo fuori e compare il sereno ! Sotto di noi, una coltre di nubi, immobile sopra il passo del Sempione, con qualche traliccio che sbuca fuori in modo buffo.
Il sentiero per la capanna è classificato T3. Credo che l’unico motivo per cui non sia un T2 è un breve tratto su delle rocce, nient’affatto scoscese. Forse se i ruscelli non fossero stati asciutti come ora sarebbe stato più delicato il passaggio.. Ad ogni modo, neve fino a poco prima del rifugio non ce n’è, anche se i ghiacciai attorno sono resi candidi da un sottile strato di neve.
Seguiamo la morena assai lunga, segno che in un passato assai remoto il ghiacciaio doveva essere molto imponente, e arriviamo alla capanna. Depositate le cose più pesanti nello zaino, in 5 ci dirigiamo verso la Punta Terrarossa / Wasenhorn. Due relazioni che aveva stampato da Luca come percorso in salita dicevano di spostarsi a mezzacosta verso W, raggiungere il colle di Terrarossa e poi proseguire in cresta verso E. La mia cartina 1:25000 invece indicava come unico sentiero quello lungo la cresta S-N, che quei rapporti davano come possibile discesa. Seguiamo quindi le indicazioni, ma, una volta arrivati in cresta, il percorso è lunghissimo e pieno di passaggi sulla neve. Arrivati ad un certo punto, provati dalle continue ricerche della direzione migliore, decidiamo che è meglio tornare indietro, la meta è decisamente troppo lontana. Ci riproveremo l’indomani all’alba.
Dopo aver osservato dall’alto il passaggio verso la bocchetta di Aurona per l’indomani, ed aver deciso all’unanimità che è troppo pericoloso per affrontarlo in sicurezza (c’è un ghiacciaio nero in mezzo) e che non vale la pena, visto che dopo 50 metri si è già in mezzo alle nubi, si torna in rifugio, dove ci aspetta il tradizionale “cocktail di benvenuto” seguito da cena, canti alpini e barzellette fino ad esaurimento della luce dei fotovoltaici !
Alle 7.15 siamo in cammino : di fronte a noi abbiamo un’alba meravigliosa, con le nubi sotto di noi e qualche “isola” di montagne che sbuca fuori. Solo questo vale la pena di essersi messi in cammino a quest’ora. Stavolta, rimasti in 3, affrontiamo la parete S : qui c’è una traccia molto chiara, e tanti ometti che stanno a significare, a mio avviso, che è la via normale. C’è però il problema della neve, che a quest’ora e con il sole dietro alle nubi, rimane ghiacciata. Prendiamo una traccia che si va ad infilare proprio in mezzo ad un nevaio e così scendiamo più a valle per prenderne una che passa a fianco del nevaio. Io decido che, giunto a quota 3140, per me, alla mia prima via alpinistica, è sufficiente, e lascio andare avanti gli altri. Anche loro però si fermano a 60 m dalla vetta, per un passaggio troppo brutto nel fango. Per la seconda volta il Terrarossa ci ha respinti, anche loro due, Luca e Sandro, decisamente più esperti di me.
Scendendo a valle, noi 5 passiamo per il Mäderlicke, un panettone un po’ più a valle, con un comodo sentiero, ma molto panoramico, con vista su tutto l’alto Vallese e parte dell’Aletsch, e da lì, dopo le foto di gruppo e il 360° statico, proseguiamo per il passo del Sempione, a tratti di nuovo in mezzo alla nebbia.
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