Torrone Alto 2952 m
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.......Sapete.......
Delle volte avvicinarsi e confrontarsi con montagne che neanche il più erudito alpinista sa associare geograficamente (da qui la parola stessa) nel suo cervello, può portare ad incomprensioni e mistificazioni della tua passione svolta in maniera così umile e rispettosa......
"CIAO MARCO...ALLORA, COSA AVETE FATTO DI BELLO NEL WEEK-END?".
"SIAMO ANDATI AL TORRONE ALTO".
"CAVOLO!! CHISSA' CHE MANGIATE E BEVUTE VI SIETE FATTI.......ALBA E' PROPRIO UN BEL POSTO!!!!".....
"????????????????????????????".....NO!!! GUARDA CHE....."
"AVREI PROPRIO VOGLIA DI UN GUSTOSO TORRONE ARTIGIANALE!".....
"NO! NON SIAMO ANDATI....."
"CHISSA' SE CI SONO GIA' I TARTUFI?".......
"!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!".
.........Con addosso il peso dell'incomprensione dell'umanità, mi allontano mestamente dal mio interlocutore, pensando che forse la prossima volta che vado in montagna, dovrò "puntare" il dito su profili ben più altisonanti e conosciuti per la gente pianeggiante........
Ma dentro di me, so che la bellezza delle montagne non si misura con i numeri, non si valuta per il vestito che l'uomo gli ha cucito addosso.
Le vette sono libere, nude, e non sono neanche pudiche.
Sono per chi sa coglierne l'essenza, carpirne i sussurri ogni volta che ti avvicini a loro.
E' questa spiritualità laica e trascendente che amo ed aspiro quando le tendo timidamente la mano...........
..........Ma ora basta!!, collego le mie mani che ora battono freneticamente su questa tastiera ai ricordi del mio pensiero e ripercorro a ritroso ciò che abbiamo vissuto sul palco della nostra messinscena ( VERA!) della fatica.....
Partiamo dalla Capanna Cava, anche perchè la strada arriva praticamente sin lì, (ci sono voci che si vuole costruire anche una piccola pista d'atteraggio per ultraleggeri a ridosso di essa).
Salendo su sentiero segnalato raggiungiamo il passo del Mauro (egocentrico), ed il sole ci sorride.....
Senza voler troppo scendere di quota, tagliamo chirurgicamente il pendio sud del Torrone Basso per dirigerci verso il poco invitante imbuto che adduce alla bocchetta alta.
Ma la medicina non ci si addice, così per evitare i numerosi salti di roccia, scendiamo quasi all'alpe d'Orz per poi dirigerci all'inizio del canale.
E' da lì che i nostri scarponi tirano fuori i denti e sulla neve dura e pressata da infinite variazioni termiche, risaliamo il coluoir, prima nevoso, poi piovoso, poi roccioso......
Quando arriviamo a salutare la val Calanca, capiamo che non solo dobbiamo salutarla, ma anche chiederle il permesso di entrare, così cominciamo a scendere (di nuovo!) fino all'entrata del canalone dietritico che degrada in tutti i sensi dalla cresta del nostro torrone mieloso.
Tra questi sassi così instabili e la nostra psiche s'instaura un rapporto diretto e quando giungiamo di nuovo in cresta il fiato corto sembra non volersene più andar via.
Da questo punto il trekking sale di grado e dall'alto della sua dirigenza acquisita apre le porte del suo ufficio alpinistico di secondo grado.
Con almeno apparente disinvoltura ci inerpichiamo su queste belle rocce mirando bramosamente al punto roccioso sopra di noi che si staglia più alto nel cielo.
Dopo 10 minuti l'inclinometro finalmente s'adagia e raggiungiamo la cima del Torrone accolti da una schiera di bandiere e croci da lavanderia........
"TOH!!! NON SAPEVO CHE AI TIBETANI E AD ALLE CASALINGHE PIACESSE PARTICOLARMENTE QUESTA MONTAGNA!!!!!!!".......
"POI LA BUTTO LI'........ALLORA PEPPO COSA FACCIAMO, LO MANGIAMO TUTTO QUESTO TORRONE?".
"MMMMMMMMMMMMMMMM!!".
Oggi, il bioritmo di Giuseppe non include la parola climbing, e forse, devo ammettere che anch'io non sono tanto in vena di stare a cavallo di rocce verticali per un paio d'orette, così nonostante la corda e la ferraglia spingono per uscire dallo zaino, noi le ignoriamo e ritorniamo a calcare la nostra traccia gps.
Ridisegnamo la linea di discesa arrampicatoria come più ci piace, scegliendo i passaggi preferiti, e dove inizia il canale, ci buttiamo dentro con tutto il nostro peso.
Oggi mi sento bene ed anche le mie gambe percepisco che sono tenaci al punto giusto, così mi lascio andare tra i blocchi fino alla fine senza accorgermi che il mio compagno, forse spinto ed influenzato da così tanta mercificazione spirituale, scende con fare mistico e pensieroso dietro di me.
Mentre lo aspetto, mi lascio andare ai pensieri che qui in alto sembra quasi che circolino più facilmente intorno a me. Sarà l'aria più rarefatta, più pulita ma la mente vaga seguendo tutti i profili che il mio sguardo da quarantenne astigmatico può raggiungere.
Ricongiunti, ritorniamo al passo e poi giù di nuovo nell'orrido facendo questa volta anche un pò di canyoning tra le acque cresciute di forza.
All'alpe D'Orz Si potrebbe fare quasi una partita a calcio (pensiero rubato al Brenna poeta) vista la bellezza di questo prato livellato, ma il tempo stringe e le gambe friggono, così ritorniamo al Passo del Mauro e nel giro di 30 minuti una parata di turisti vestiti all'ultimo grido ci saluta calorosamente dall'alto delle loro pance piene di carburante solido ma soprattutto liquido.
Anche noi abbiamo la nostra razione alcolica e finalmente sdraiati sulle panche del rifugio ci lasciamo andare ai nostri stanchi sensi mentre i dolci torroni salutano e danno l'arrivederci.
Marco e Giuseppe
Disl tot 1920 m
Torrone Alto 4,30 h
tot. 8,30 h
road. 14 km
OH GOD SAID TO ABRAHAM, "KILL ME A SON"
ABE SAYS "MAN YOU MUST BE PUTTIN' ME ON"
GOD SAY "NO". ABE SAY, "WHAT?"
GOD SAY "YOU CAN DO WHAT YOU WANT ABE, BUT
THE NEXT TIME YOU SEE ME COMIN' YOU BETTER RUN"
WELL ABE SAY, "WHERE DO YOU WANT THIS KILLIN' DONE?"
GOD SAY, "OUT ON THE HIGHWAY 61"
B.Dylan)
Delle volte avvicinarsi e confrontarsi con montagne che neanche il più erudito alpinista sa associare geograficamente (da qui la parola stessa) nel suo cervello, può portare ad incomprensioni e mistificazioni della tua passione svolta in maniera così umile e rispettosa......
"CIAO MARCO...ALLORA, COSA AVETE FATTO DI BELLO NEL WEEK-END?".
"SIAMO ANDATI AL TORRONE ALTO".
"CAVOLO!! CHISSA' CHE MANGIATE E BEVUTE VI SIETE FATTI.......ALBA E' PROPRIO UN BEL POSTO!!!!".....
"????????????????????????????".....NO!!! GUARDA CHE....."
"AVREI PROPRIO VOGLIA DI UN GUSTOSO TORRONE ARTIGIANALE!".....
"NO! NON SIAMO ANDATI....."
"CHISSA' SE CI SONO GIA' I TARTUFI?".......
"!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!".
.........Con addosso il peso dell'incomprensione dell'umanità, mi allontano mestamente dal mio interlocutore, pensando che forse la prossima volta che vado in montagna, dovrò "puntare" il dito su profili ben più altisonanti e conosciuti per la gente pianeggiante........
Ma dentro di me, so che la bellezza delle montagne non si misura con i numeri, non si valuta per il vestito che l'uomo gli ha cucito addosso.
Le vette sono libere, nude, e non sono neanche pudiche.
Sono per chi sa coglierne l'essenza, carpirne i sussurri ogni volta che ti avvicini a loro.
E' questa spiritualità laica e trascendente che amo ed aspiro quando le tendo timidamente la mano...........
..........Ma ora basta!!, collego le mie mani che ora battono freneticamente su questa tastiera ai ricordi del mio pensiero e ripercorro a ritroso ciò che abbiamo vissuto sul palco della nostra messinscena ( VERA!) della fatica.....
Partiamo dalla Capanna Cava, anche perchè la strada arriva praticamente sin lì, (ci sono voci che si vuole costruire anche una piccola pista d'atteraggio per ultraleggeri a ridosso di essa).
Salendo su sentiero segnalato raggiungiamo il passo del Mauro (egocentrico), ed il sole ci sorride.....
Senza voler troppo scendere di quota, tagliamo chirurgicamente il pendio sud del Torrone Basso per dirigerci verso il poco invitante imbuto che adduce alla bocchetta alta.
Ma la medicina non ci si addice, così per evitare i numerosi salti di roccia, scendiamo quasi all'alpe d'Orz per poi dirigerci all'inizio del canale.
E' da lì che i nostri scarponi tirano fuori i denti e sulla neve dura e pressata da infinite variazioni termiche, risaliamo il coluoir, prima nevoso, poi piovoso, poi roccioso......
Quando arriviamo a salutare la val Calanca, capiamo che non solo dobbiamo salutarla, ma anche chiederle il permesso di entrare, così cominciamo a scendere (di nuovo!) fino all'entrata del canalone dietritico che degrada in tutti i sensi dalla cresta del nostro torrone mieloso.
Tra questi sassi così instabili e la nostra psiche s'instaura un rapporto diretto e quando giungiamo di nuovo in cresta il fiato corto sembra non volersene più andar via.
Da questo punto il trekking sale di grado e dall'alto della sua dirigenza acquisita apre le porte del suo ufficio alpinistico di secondo grado.
Con almeno apparente disinvoltura ci inerpichiamo su queste belle rocce mirando bramosamente al punto roccioso sopra di noi che si staglia più alto nel cielo.
Dopo 10 minuti l'inclinometro finalmente s'adagia e raggiungiamo la cima del Torrone accolti da una schiera di bandiere e croci da lavanderia........
"TOH!!! NON SAPEVO CHE AI TIBETANI E AD ALLE CASALINGHE PIACESSE PARTICOLARMENTE QUESTA MONTAGNA!!!!!!!".......
"POI LA BUTTO LI'........ALLORA PEPPO COSA FACCIAMO, LO MANGIAMO TUTTO QUESTO TORRONE?".
"MMMMMMMMMMMMMMMM!!".
Oggi, il bioritmo di Giuseppe non include la parola climbing, e forse, devo ammettere che anch'io non sono tanto in vena di stare a cavallo di rocce verticali per un paio d'orette, così nonostante la corda e la ferraglia spingono per uscire dallo zaino, noi le ignoriamo e ritorniamo a calcare la nostra traccia gps.
Ridisegnamo la linea di discesa arrampicatoria come più ci piace, scegliendo i passaggi preferiti, e dove inizia il canale, ci buttiamo dentro con tutto il nostro peso.
Oggi mi sento bene ed anche le mie gambe percepisco che sono tenaci al punto giusto, così mi lascio andare tra i blocchi fino alla fine senza accorgermi che il mio compagno, forse spinto ed influenzato da così tanta mercificazione spirituale, scende con fare mistico e pensieroso dietro di me.
Mentre lo aspetto, mi lascio andare ai pensieri che qui in alto sembra quasi che circolino più facilmente intorno a me. Sarà l'aria più rarefatta, più pulita ma la mente vaga seguendo tutti i profili che il mio sguardo da quarantenne astigmatico può raggiungere.
Ricongiunti, ritorniamo al passo e poi giù di nuovo nell'orrido facendo questa volta anche un pò di canyoning tra le acque cresciute di forza.
All'alpe D'Orz Si potrebbe fare quasi una partita a calcio (pensiero rubato al Brenna poeta) vista la bellezza di questo prato livellato, ma il tempo stringe e le gambe friggono, così ritorniamo al Passo del Mauro e nel giro di 30 minuti una parata di turisti vestiti all'ultimo grido ci saluta calorosamente dall'alto delle loro pance piene di carburante solido ma soprattutto liquido.
Anche noi abbiamo la nostra razione alcolica e finalmente sdraiati sulle panche del rifugio ci lasciamo andare ai nostri stanchi sensi mentre i dolci torroni salutano e danno l'arrivederci.
Marco e Giuseppe
Disl tot 1920 m
Torrone Alto 4,30 h
tot. 8,30 h
road. 14 km
OH GOD SAID TO ABRAHAM, "KILL ME A SON"
ABE SAYS "MAN YOU MUST BE PUTTIN' ME ON"
GOD SAY "NO". ABE SAY, "WHAT?"
GOD SAY "YOU CAN DO WHAT YOU WANT ABE, BUT
THE NEXT TIME YOU SEE ME COMIN' YOU BETTER RUN"
WELL ABE SAY, "WHERE DO YOU WANT THIS KILLIN' DONE?"
GOD SAY, "OUT ON THE HIGHWAY 61"
B.Dylan)
Tourengänger:
skiboy1969
Communities: Hikr in italiano
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