Aiguille de Bionnassay (4052 m) e Monte Bianco (4808 m)


Published by martynred , 4 July 2025, 22h11.

Region: World » France » Massif du Mont Blanc
Date of the hike:22 June 2025
Hiking grading: T4+ - High-level Alpine hike
Mountaineering grading: AD
Waypoints:
Geo-Tags: F   I 
Time: 2 days
Height gain: 3280 m 10758 ft.
Route:24 km
Access to start point:La Visaille, Val Veny
Access to end point:Punta Helbronner-Courmayeur

Cambi e riprogrammi degli ultimi week end, con valutazione dei pro e contro delle varie opzioni per questo fine settimana ed eccoci finalmente prendere una decisione finale: Aiguille de Bionnassay in giornata, partendo venerdì sera e salendo il sabato notte dormendo un paio d'ore in auto. Così facendo verrebbe anche Raffaele, già impegnato la domenica.




Partiamo da Tradate alle 17:30 circa per raggiungere la Val Veny intorno le 20:45. Abbassiamo i sedili posteriori e srotoliamo i due materassini, saranno il letto mio e di Fabrizio per un'ora e mezza, mentre Raffaele attende l'interruzione della pioggia prima di coricarsi sul tappetino, avvolto nel pesante sacco a pelo, fuori dall'auto.

GIORNO 1
La sveglia suona alle 23, una colazione volante e via col frontalino a risalire la strada asfaltata che ci porta a La Visaille. (Una transenna ed un cartello vietano la risalita in auto, che comunque termina dopo 1,5 km con una sbarra). Proseguiamo oltre la sbarra e dopo aver guadagnato 400 m di quota raggiungiamo il Lago di Combal e l'omonimo Rifugio.
Proseguiamo sul lato sinistro del rifugio andando a prendere la traccia che risale e percorre l'affilata giovane morena, in continua mutazione. Ancora nel buio individuiamo un pendio di sfasciumi da cui si riesce a scendere per mettere piede sul ghiacciaio del Miage, ricoperto di massi di tutte le forme e le dimensioni. Ne percorriamo una lunga parte standone al centro e seguendo qualche ometto qua e là. Col senno di poi, perdiamo la traccia originale (se ce n'è davvero una ufficiale in quel marasma di sassi) e rimaniamo leggermente più a destra passando non troppo distanti dalle pendici del ghiacciaio de Dome. Ancora qualche centinaia di metri e ci ritroviamo a risalire dei crepacci ghiacciati. Indossiamo scarponi e ramponi ma ci accorgiamo che è un labirinto così torniamo indietro di qualche passo e notiamo delle tracce su neve poco più a sinistra. La traccia prosegue per pendii nevosi e poi sentiero roccioso fino al Rifugio Gonella, passando per qualche scaletta a pioli e cavo in acciaio fisso. 
Ero salita fino a qui nel Luglio 2019 e l'itinerario, fatto con la luce del sole, me lo ricordavo decisamente diverso, con molta più neve ma zero ghiaccio e senza la necessità di indossare ramponi.
Rallento parecchio negli ultimi metri fermandomi a tirare il fiato di tanto in tanto. La testa mi sta già dicendo che non ci arriverò, che devo fermarmi.
Dopo poco meno di 5 ore nel buio della notte con l'inquietante rumore di scariche e assestamenti vari, raggiungiamo il Rifugio Gonella. Ore 4:55.

Entriamo nel Rifugio e dico apertamente che non sono in forma, che proseguino loro. Dormito poco, non ho né energie, né testa. Per Fabrizio è un segno, non vuole salire nemmeno lui...e non c'è nulla che possa convincerlo. Decidiamo così di fermarci almeno qualche ora prima di scendere. Ma nel frattempo Fabrizio ragiona e propone uno dei piani a lui proposti qualche giorno prima: dormire al Gonella, salire alla Bionnassay, salire al Bianco e rientro dalla via dei 3 Monti, marcando così due  punti della wishlist.
Detto, fatto.

Relazione finita. :)
.....

Il Rifugio, al completo, ci offre comunque alloggio per la notte del Sabato. La giornata la passeremo a dormicchiare di qua e di là, a far brillare gli occhi mentre la pelle brucia al sole e a scambiare quattro chiacchiere col rifugista Mauro ed il suo team argentino.
Ceniamo con risotto, spezzatino e puré alle 19:00 e alle 20:30 siamo già coricati sui comodi materassi, sebbene un pò stretti. 
Anche stasera la sveglia suona alle 23:00 e Mauro ci ospita in cucina per una colazione anticipata, così da guadagnare un pò di tempo sulla lunga giornata.

GIORNO 2
Iniziamo il nostro cammino già attrezzati di ramponi e corda e seguiamo la traccia che in poco tempo ci porta sul Glacier du Dome. Superiamo qualche crepaccio comodamente e arrivati sotto i seracchi terminali ci ritroviamo a saltare un crepaccio decisamente aperto. Che terrore!
Ci dirigiamo verso sinistra per una traccia che supera delle roccette e terreno sfasciumoso che porta al Piton des Italiens. Senza raggiungere quest'ultimo, individuiamo una linea in direzione del Col de Bionnassay perdendo poco più di un centinaio di metri. Principalmente innevata con qualche brevissimo tratto di sfasciume percorriamo interamente la cresta rimanendo sul suo lato sinistro, a sud, evitando le grosse cornici. Solo un paio di metri si affrontano sul filo di cresta. Nelle tenebre della notte non ci si rende conto di quanto esposta sia e di che abisso ci sia sotto i nostri piedi. Ma ci voltiamo ed un quadro surreale ci colpisce: una serie di lucine risalgono il lato italiano del M.Bianco, altrettante lucine risalgono per la via francese, ed al centro, come ne fosse la meta, la Luna, piena ma illuminata solo per uno spicchio. Non sembra vero ed a confronto il cielo limpido e stellato sembra nulla.
Raggiungiamo la cima dell'Aiguille de Bionnassay alle 3:40. 
Percorriamo a ritroso la via appena fatta per procedere poi per il Piton des Italiens, ancora parecchio innevato. Nel frattempo le prime luci dell'alba illuminano timidamente il paesaggio e possiamo scorgere in lontananza la nostra meta. Percorriamo l'evidente traccia del versante italiano in condizioni ottimali. Breve pausa al Bivacco Vallot per ripararci dal freddo vento mentre ci rifocilliamo. Tanti alpinisti nel bivacco, chi sorridente e chi con la faccia sfatta, probabilmente reduce da una notte insonne al freddo.
Siamo in perfetto orario e riprendiamo il cammino per la cresta delle Bosses, guadagnando quota e avvicinandoci sempre più al tetto d'Europa. Passo costante e cadenzato, risaliamo i 500 metri che ci portano finalmente alla Cima del Monte Bianco.
Non siamo molti in vetta, tanti già stanno scendendo (e chi sta ancora salendo), chi si fa delle foto, chi riposa...e chi si emoziona (vero Fabry?). Raffaele c'è già salito 4 volte, di cui una partendo da Genova in bicicletta (ricordo la sua faccia devastata sceso all'auto in Val Veny, ora posso capire perchè), ed io, per la prima volta quassù, sorpresa di non vivere quell'emozione che tanti provano. Mi sembra così piatta che non mi da alcun brivido, certo il panorama è fantastico, ma forse troppo commerciale e tranquilla per darmi quella tanto ricercata soddisfazione personale.
Ma sono felice di essere quassù con i due soci! Ci attende ancora una lunga discesa...sono le ore 7:55.

Abbracci e foto ed iniziamo a scendere per il versante N lungo un pendio nevoso libero da crepacci. Puntiamo poi in direzione NE seguendo l'evidente traccia e perdendo quota dolcemente. Inizia ora un lungo traverso che passa sotto la parete  Ovest del Mont Maudit, superando qualche crepa. Decidiamo di non risalire le due ulteriori cime (Mont Maudit e Mont Blanc du Tacul) sia per la stanchezza ma sopratutto per le condizioni che possono peggiorare da un momento all'altro visto il caldo infernale.
Terminato il traverso in leggera risalita, incontriamo uno scialpinista con il suo cagnolino provvisto di occhiali scuri che intendono salire al Monte Bianco...scambiamo due parole e riprendiamo a scendere di quota vertiginosamente superando anche un crepaccio attrezzato con corda fissa (parete N del Mont Maudit).
C'è un caldo atroce e ci fermiamo qualche minuto per sorseggiare dei sali nel "pianoro" che divide il Mont Maudit e il Mont Blanc du Tacul. Finalmente posso svestirmi di tutti gli strati e rimanere in maniche corte!
Ci rimettiamo in movimento per risalire ancora in traverso la parete Ovest del M.B. du Tacul. Si perde poi decisamente quota con un ripido largo zig zag, ancora fortunatamente in buone condizioni. 
Il mio mal di testa non migliora con la perdita di quota e viste le provviste pensate per una gita in giornata, centelliniamo ogni sorso. Giungiamo finalmente al Col du Midi. Fabrizio è scarico di testa sopratutto e decide di raggiungere in solitaria la funivia che attraversa il ghiacciaio per raggiungere Punta Helbronner. 
Io e Raffaele optiamo per raggiungerla a piedi, ma dopo poche centinaia di metri in cui sfondiamo un pò, suggerisco anche io di attraversare il ghiacciaio comodamente con la funivia. 
Raggiungiamo così Fabrizio e nel mentre le mie condizioni peggiorano, il mal di testa martella come non mai ed il caldo soffocante mi provoca svarioni e sforzi di vomito che mi costringono a rallentare il gruppo e fermarmi ogni 5 passi. Sarà una lunghissima risalita del pendio che porta alla Cabinovia dell'Aiguille du Midi. In questo ultimo tratto bisogna superare un crepaccio largo e profondo, mi metto di impegno con concentrazione e lo supero. Trovo un leggero sollievo ponendo la gelida neve in testa e bloccandola con il buff bianco...poveri Fabrizio e Raffaele, quanta pazienza.
Arriviamo alla stazione della funivia dell'Aiguille du Midi con i turisti che scattano foto agli alpinisti intenti a percorrere la breve cresta nevosa. Sono le 13:10.

Con 39€ (solo A) percorriamo il Ghiacciaio fino Punta Helbronner in comodissime cabine che, fermandosi di tanto in tanto, permettono anche ai tursiti di godere del panorama mozzafiato di queste guglie affilate e di tantissimi enormi seracchi sospesi come  per miracolo. Una volta nella vita ci sta! 
Da Punta Helbronner scendiamo con Sky Way Monte Bianco (50€ solo A).

Dall'arrivo della Sky Way, 3 km da Courmayeur, c'è un bus che passa ogni ora. Ho chiesto ad un alpinsita inglese se passasse per Courma, così mi ha dato un passaggio. Sono scesa ed ho corso verso il Municipio dove passa la navetta gratuita (ogni 40') che porta in Val Veny. 2 minuti ed è passata, recuperato l'auto al parcheggio (zona pic nic) e via di ritorno per recuperare i soci fermi all'ombra al parcheggio della Sky Way.
Una vera corsa contro il tempo!
E' giunto il momento di celebrare con qualche fetta d'anguria!...la birra più tardi...

TEMPISTICHE
Val Veny - Rifugio Gonella: 4h55'  11,94 km 1550 d+
Rifugio Gonella - Aiguille de Bionnassay: 3h38'  1,9 km 850 d+
Aiguille de Bionnassay - Piton des Italiens: 52'  0,86 km 102 d+
Piton des Italiens - Monte Bianco: 3h  3,32 km 960 d+
Monte Bianco - Funivia Aiuguille du Midi:  4h42'  6,16 km 217 d+

Totale Giorno 1: 5h
Totale Giorno 2: 12h15 '



Ne abbiamo spesi tanti €€ tra rifugio e funivia ma ne è valsa la pena. Volendo si può percorrere il ghiacciaio in un paio d'ore e, alpinsiti ritrovati poi, ci hanno detto che le condizioni miglioravano dopo poco. Ma meglio così, la mia insolazione ci avrebbe costretto ad una lentissima traversata e rischiando anche di perdere Fabry :) ...e chissà la funivia (ultima corsa Sky Way 16:30)


Hike partners: martynred
Communities: Hikr in italiano


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 67184.gpx Val Veny-Rifugio Gonella
 67185.gpx Rifugio-Aiguille de Bionnassay-Monte Bianco

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Comments (4)


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danicomo says:
Sent 5 July 2025, 07h28
Caspita..... bravissimi tutti.... che fisici.....
Un caro saluto
Daniele

martynred says: RE:
Sent 5 July 2025, 09h32
Ciao Daniele!
C'è chi nasce col fisico (raffa) e chi ci prova con la costanza (io e Fabry) ma è soprattutto tanta testa e motivazione

Daniele66 says:
Sent 6 July 2025, 09h33
Complimenti troppo forti.... Daniele66

martynred says: RE:
Sent 6 July 2025, 10h06
Una bella vasca ma sofferta più che altro dal caldo eccessivo. Grazie Dani!


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