Colle di Montcorvè (m 3299) con traversata per il Vallone di Seiva


Published by Alberto C. , 8 May 2025, 22h27.

Region: World » Italy » Val d'Aosta
Date of the hike:30 April 2025
Ski grading: AD-
Waypoints:
Geo-Tags: I 
Time: 2 days
Height gain: 1365 m 4477 ft.
Height loss: 1365 m 4477 ft.
Route:km 18,30 complessivi. Percorso ad anello fattibile anche in giornata.
Access to start point:Percorrendo l’autostrada A5/E25, si esce ad Aosta ovest e, alla successiva rotatoria, si seguono le indicazioni per Saint Pierré, che si attraversa e prosegue raggiungendo Villeneuve. Superato l’abitato, si abbandona la strada regionale seguendo le indicazioni per Valli del Parco/Introd/Valsarenche, imboccando la SR23, che si segue fino al suo termine, in località Pont.

        Oggi si va in Valsavarenche, nel gruppo del Gran Paradiso, per una lunga escursione, tecnicamente non difficile, ma molto appagante, immersi in un selvaggio ambiente di alta montagna.
       La Valsavarenche è la più stretta e selvaggia delle valli valdostano e ricade interamente all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso. È Praticamente disabitata; gli abitanti dell’intera valle sono solo 151.
       Il Colle di Montcorvè (m 3299) si trova lungo la cresta che, dalla cima del Gran Paradiso, fa da spartiacque con le valli piemontesi di Locane e dell’Orco. È posto fra i monti Tresenta (m 3609) e Ciarforon (m 3642).   
      Punto d’appoggio è il Rifugio Vittorio Emanuele II (m 2735). Accanto alla nuova struttura, inaugurata nel 1961 (nuova per modo di dire, quindi), c’è l’antico rifugio costruito nel 1884. La sua architettura richiama il classico “bivacco accademico” del CAI: quelli in lamiera a semi-botte, in genere pitturati di rosso, naturalmente con le dimensioni idonee per ospitare 120 persine, in base alla specifica data dal CAI.  
 
     Ho fatto l’escursione in due tappe; ma, con un buon allenamento, è fattibile in giornata.
      

 

DATI COMPLESSIVI
 

LOCALITA’ DI PARTENZA.  Valsavarenche, frazione Le Pont (m 1962).
 
COMPAGNI:Andrea.
 
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA:     m 1365
 
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN DISCESA:  m 1365
 
QUOTA MASSIMA:  m 3299, al Colle di Montcorvé.
 
QUOTA MINIMA:  m 1962, al parcheggio di Pont.
 
SVILUPPO COMPLESSIVO:  km 18,30.
 
TEMPO COMPLESSIVO DI MARCIA:  ore 7:55.
 
ATTREZZATURA.  
     Quella standard da scialpinismo, compresi i rampanti. Non dimenticarsi dei dispositivi di sicurezza: ARTVA, pala e sonda, che, per altro, sono obbligatori in caso di pericolo valanghe.
    Pur svolgendosi parzialmente su ghiacciaio, con buona copertura nevosa, non è necessaria la specifica attrezzatura.
 
FREQUENTAZIONE.
     Il Rifugio Vittoria Emanuele II è la base classica per la salita al Gran Paradiso; quindi, è molto affollato sia in estate che in inverno.
     Meta molto frequentata della zona, per le escursioni “in giornata”, è la Tresenta, con la quale abbiamo condiviso un tratto della salita. Il Colle di Montcorvè non sembra essere molto attrattivo.
     Chi scende dalla Tresenta, spesso, compie la Traversata al Vallone del Grand Etret.
    


1° GIORNO - 30 aprile 2025 - da Pont al Rifugio Vittorio Emanuele II

 
LOCALITA’ DI PARTENZA.  Valsavarenche, frazione Le Pont (m 1962).
 
LOCALITA’ DI ARRIVO.  Rifugio Vittorio Emanuele II Nuovo (m 2735).
 
DIFFICOLTÀ.           
     PD (MS, secondo la classificazione CAI). La salita al rifugio, a parte qualche inversione, non presenta particolari difficoltà. 
     È però un itinerario, se possibile, da evitare in discesa: il tratto nel bosco potrebbe rivelarsi problematico.  
 
SALITA:     m 765.
 
DISCESA:  m 5
 
QUOTA MASSIMA:  m 2735, al Rifugio Vittorio Emanuele II nuovo.
 
QUOTA MINIMA:  m 1962, a Le Pont.
 
SVILUPPO:  km 5,10.
 
TEMPO DI MARCIA EFFETTIVO:  ore 3:25.
 
PERCORSO.
     Dal parcheggio si raggiunge la pista di fondo e, attraversando il ponte, ci si porta sulla sponda idrografica sinistra del Torrente Savara. Si segue la pista fino al Rifugio Tetras Lyre (m 1990). Si prosegue per un breve tratto pianeggiando, poi, entrando nel bosco di larici, si inizia la salita ricalcandola traccia del sentiero estivo, che è ben evidente, in quanto qui la neve non abbonda, costringendoci a togliere gli sci in tre occasioni. Si guadagna quota con una serie di tornanti, con qualche inversione, fino a sbucare sugli ampi pendii che sovrastano il bosco. Si prosegue in direzione Est per l’ampio pendio fino a giungere al Rifugio Vittorio Emanuele II (m 2735).
       
METEO.
     Magnifica giornata disturbata solo da cumuli da condensa in salita da dietro le creste. Cielo sereno. Vento assente. Temperatura molto elevata rispetto al periodo.                
 
NEVE.
    Copertura fin dal parcheggio, ma discontinua nel bosco (tolti gli sci diverse volte per superare tratti senza copertura nevosa). Accumulo al suolo abbondante in quota (a Pasqua ha messo giù due metri di neve fresca – al rifugio). Neve primaverile.
 
RIFUGIO.      È il classico rifugio alpino: spartano ma sufficientemente confortevole, nonostante la camerata non consenta la posizione eretta. Cena non indimenticabile.                
 


2° GIORNO - 1° maggio 2025 - dal Rifugio Vittorio Emanuele II al Colle di Montcorvé con rientro a Pont per il Vallone di Seiva 
 
 LOCALITA’ DI PARTENZA.  Rifugio Vittorio Emanuele II (m 2735).
 
LOCALITA’ DI ARRIVO.  Valsavarenche, frazione Le Pont (m 1962).
 
DIFFICOLTÀ
    AD- (BS, secondo la classificazione CAI): può variare sensibilmente in base alle condizioni dell’innevamento e della visibilità.
     La salita al colle non presenta particolari difficoltà tecniche. La discesa, invece, può generare difficoltà nell’orientamento, ha un paio di passaggi obbligati e, la discesa nel vallone del Grand Etrè lungo fianco interno della morena ha pendenza elevata (circa 40°). Parte dell’itinerario si svolge comunque su ghiaccio, seppur facile e poco crepacciato.
     Il facile Vallone di Seiva (il vallone del Grand Etret) scarica parecchio: è da affrontare solo con neve assestata.   
 
SALITA:     m 602.
 
DISCESA:  m 1357.
 
QUOTA MASSIMA:  m 3299, al Colle di Montcorvé.
 
QUOTA MINIMA:  m 1962, al parcheggio di Le Pont.
 
SVILUPPO:  km 13,20.
 
TEMPO DI MARCIA EFFETTIVO: ore 4:25.
 
TEMPI PARZIALI
           
da Rifugio Vittorio Emanueli II a Colle di Montcorvé: ore 2:25;
da Colle di Montcorvé a Vallone di Seiva: 55 minuti;
da Ingresso nel Vallone a Le Pont: ore 1:05.
 
PERCORSO.
     Dal rifugio, con direzione Sud-Est, si costeggia a destra il laghetto (con tanta neve non si vede, noi ci siamo passati in parte sopra) e ci si immette nell’ampio vallone di Montcorvé risalendolo in terreno libero, senza una traccia obbligata. Inizialmente il pendio è dolce, poi si fa un poco più erto. Giunti in prossimità della base della Tresenta, si devia in direzione Sud (svolta a destra di 90°) puntando l’evidente colle. Costeggiando la parete, descrivendo un ampio arco, si raggiunge il Colle di Montcorvé (m 3299).
       Dal colle si gode un ampio panorama verso Nord (versante valdostano), che va dal Mont Tout Blanc, Gran Rousse, Cima di Entrelor, alla sinistra, al Mont Grande Rochere e al Gran Paradiso passando per il Monte Bianco.  Mentre, sul versante piemontese (sotto di noi c’è la Valle Orco) la vista è più chiusa, ma si arriva a scorgere il Monviso.
       Ci eravamo immaginati una memorabile sciata per il bel pendio del Ghiacciaio di Montcorvé; ma sono bastate due curve per capire che non sarebbe stato così. La copiosa neve fresca dei giorni precedenti, sul versante esposto a Nord-Est non si è ancora trasformata e ci siamo trovati sopra una antipatica crosta non portante. Fortunatamente, perdendo quota, la situazione è migliorata; ma, raggiunto il vallone, è poi diventata una ravanata fra rottami di valanghe e, in basso, vegetazione e ruscelletti.   
      Dal colle si inizia la discesa, in traversata, verso il vallone del Grand Etret. Tenendosi sulla sinistra del ghiacciaio, si punta alla base della cresta ovest del Ciarforon (m 2930). Da qui si inizia a traversare, transitando sotto il Ghiacciaio di Monciair, cercando di non perdere quota. Giunti sotto la Becca di Monciair si svolta a destra percorrendo un dosso morenico, al termine del quale si scende a sinistra raggiungendo un valloncello fra due morene. Si scende per un breve tratto verso Nord raggiungendo la cresta del deposito morenico che delimita la destra orografica del vallone del Grand Etret. A questo punto, bisogna trovare una via per scendere sul fondo del vallone (m 2440 circa) discendendo il ripidissimo, ma breve, pendio.
      Il vallone è completamente intasato dai rottami di valanghe e scariche dai ripidi pendii: impossibile percorrerlo e attraversarlo; quindi, non resta che tenersi sulla destra sua orografica e discenderlo lambendo i rottami. Giunti alla prima vegetazione (quota 2100 circa) inizia la battaglia con i rami, e per il guado di un piccolo ruscello siamo costretti a toglierci gli sci. Giunti allo sbocco del vallone la situazione migliora e si ritorna a sciare; ma siamo sul versante sbagliato e, nei pressi del Rifugio Tetras Lyre, si deve guadare il torrente: fortuna che l’acqua non è alta e, facendo un po’ di equilibrismo sui massi, raggiungiamo asciutti l’altra sponda. Qua ci si immette sulla pista di fondo e, pattinando e spingendo coi bastoncini, si raggiunge il parcheggio di Pont.
 
METEO.                    
     Magnifica giornata. Cielo sereno. Ventilazione a livello di leggera brezza. Temperature quasi estive, molto al di sopra della media del periodo.
 
NEVE.
     Rigelo notturno. La scorsa settimana è nevicato con accumuli intorno ai due metri in alta quota (Rifugio). Sopra quota 2900 il manto nevoso non è ancora trasformato e si presenta come crosta non portante; a quote inferiori la neve è trasformata e, perdendo quota, primaverile. Scese grosse valanghe nel vallone. Oggi i pendii si presentavano scarichi.

Hike partners: Alberto C.
Communities: Hikr in italiano


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