L'idea di questa escursione era in cantiere da tempo, nessuno di noi era mai salito al Bregagno dalla sua cresta N-NE passando dalla bella chiesetta di San Bernardo.
Per il ritorno pensavamo ad un anello, magari passando sempre da posti nuovi: l'Alpe Palù, che abbiamo previsto di fare la nostra pausa pranzo.
L'anello è piuttosto lungo, circa 16km, per alleggerire il dislivello pensavamo di parcheggiare dove finisce la strada che sale da Musso, pagando il ticket di 3€ alla macchinetta del comune.
Parcheggiamo alle spalle del comune, alla macchinetta paghiamo i permessi per le nostre due auto e saliamo in direzione di Labbio. La strada è asfaltata fino al cartello di divieto della VASP, poi è cementata per la gran parte con alcuni brevi tratti sterrati, comunque in ottimo stato da consentire il passaggio anche ad auto normali.
La sorpresa arriva poco sopra alla località Pisa, troviamo la strada sbarrata da una ruspa.
Parcheggiamo e ci confrontiamo per decidere cosa fare, significa aggiungere 3.5km ed almeno +200mt di dislivello ai 1100m già previsiti.
Mentre parliamo arrivano due operai e ci spiegano che la strada è interrotta perchè stanno cementando un tratto, ed il blocco era per evitare che qualcuno rovinasse la pavimentazione fresca, comunque i lavori sarebbero finiti in giornata e la ruspa rimossa.
Poco dopo arriva anche il capo di questi operai e ci avverte che se aspettiamo la ruspa verrà spostata, ma ormai abbiamo deciso che partiamo da questo punto accollandoci l'extra percorso ed extra salita.
Saliamo a Labbio passando principalmente sui sentieri che tagliano i numerosi tornanti, quindi passiamo dal parcheggio dove avremmo dovuto lasciare le auto a 1030m e non ai 780m dove invece si trovano parcheggiate.
Un bel traverso ci porta alla bella chiesetta di San Bernardo, con il suo caratteristico tetto rosso e posizionata in un balcone verso Musso ed il medio Lario. Un pò di foto e proseguiamo.
Inizia una salita tranquilla, raggiungiamo il laghetto a 1230m, con la vicina alpe, da qui inizia la vera salita.
Se il primo tratto era un sentiero che zig-zagava ora si sale sul ripido costone NE, molto largo e senza pericoli, solo ripido.
Faccio sempre più fatica e gli amici si attardano ad aspettarmi, a Q1600 circa facciamo una breve pausa per riprendere fiato ed una piccola merenda.
Riprendiamo il cammino, a Q1700 le prime chiazze di neve, neve molle dove si può la si aggira o si attraversa senza gran problemi.
La vetta la si vede bene, non la croce, ma è ancora lontana.
Attorno Q1920 vedo gli amici molto avanti, e mi sento troppo affaticato, li chiamo e li avviso di proseguire senza attendermi, io li aspetto qui, proprio sopra l'Alpe Palù.
Li seguo con il drone, li vedo impegnati sulla ripida dorsale con tanta neve e li vedo arrivare alla spicciolata alla croce di vetta.
Si fermano poco, il tempo di qualche foto e per riposare un pò, a parte l'instancabile Francesco li ho visti provati dalla fatica e qualcuno anche dai crampi.
Ci compattiamo su un pianoro 200mt sopra l'Alpe Palù, il sentiero che la raggiunge è più in basso, tornando verso la chiesetta, scegliamo di scendere in libera sul ripido paglione, la discesa è veloce e raggiungiamo il luogo che abbiamo scelto per il pranzo alle 12:35
Pensavamo di pranzare seduti sul muretto dell'alpeggio, ma ci viene incontro Giuliano, è uno dei due gestori del rifugio Alpe Palù, ci invita ad entrare a vedere il rifugio, la sua terrazza, il dormitorio.
Restiamo veramente colpiti, è un bellissimo rifugio, veramente ben tenuto, e le chiavi sono disponibili dal gestore, che ci dice che le danno solo a chi si fidano perchè hanno avuto delle pessime esperienze.
C'è una bellissima terrazza panoramica che guarda il lago, ci invita a pranzare lì ma tira un può di aria fresca, meglio il grande tavolone sul retro del rifugio che resta al riparo.
L'alpe è composta da più edifici, la cantina, una cucina "maggiorata" per la festa che si tiene ogni anno e che vede 150-200 persone a pranzo, la legnaia.
Il rifugista Giuliano è qui per lavori di manutenzione, ma si concede qualche attimo di chiacchere con noi e ci aiuta a capire il percorso di ritorno che abbiamo progettato, ci avvisa che sarà lungo, ben oltre le due ore.
Dopo quasi due ore lo salutiamo, lui resta fino a domenica, ed iniziamo la discesa verso la zona del rifugio La Canua, dopo una quarantina di minuti arriviamo all'Alpe Sumero, poco sotto La Canua, che non raggiugiamo perchè deviamo a sinistra per tornare in direzione N.
E' un lungo, direi lunghissimo traverso con numerosi sù e giù, siamo su una pista ciclabile, quindi un gran bel sentiero che segue le numerosi dorsali (ne ho contate almeno 4 sigificative) tutte solcate da ruscelli d'acqua, non c'è proprio problema a rinfrescarsi anche perchè fa un gran caldo per l'ultimo giorno di Aprile.
Dove finisce (temporaneamente?) la ciclabile incrociamo il Sentiero Italia ben bollato che seguiamo passanda da boschi di abeti e poi di betulle, raggiungiamo i Monti di Dacca con belle baite, quindi Brecchio, qui sbagliamo sentiero seguendo una traccia che ci porta troppo in alto, il sentiero invece scendeva 20-30m sotto, quindi discesa super-wild nel ripido bosco fino a ritrovare il sentiero, ecco il wild che ci mancava.
In breve siamo a Labbio, dopo ben 2:30 dal rifugio, decidiamo di seguire interamente la strada anche perchè siamo decisamente stanchi.
Dopo 3h dal rifugio raggiungiamo Pisa (non la città con la torre) e chiudiamo una escursione ben più pesante del previsto, bravi gli amici che con determinazione hanno raggiunto la cima, a me sono mancati quei 200mt che potevamo fare in auto, ma va benissimo così.
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